Il Teatro del Popolo di Milano ospita una serie di concerti del pianista Aleksandr Borovskij, già piuttosto celebre in Italia:
"Il pianista Alessandro Borowsky, che è già stato ospite della sezione musicale del Teatro del Popolo, gode tra noi di una così larga fama, che non può meravigliare che l'annunzio di un suo concerto abbia fatto riempire ieri sera la sala del Conservatorio in modo inconsueto. Nell'esecuzione è stata ancora ammirato quell'insieme di qualità che attestano la serietà e l'equilibrio della sua arte. Il magnifico senso ritmico, la padronanza delle sonorità pianistiche in tutte le gradazioni necessarie allo stile, lo stupendo modo di legare, soprattutto nel genere polifonico, una sicurezza d'ingresso nei più diversi piani dell'espressione, che ha dello sbalorditivo: tutte queste doti, impiantate su una tecnica impeccabile, fanno sì che al Borowsky riesca di trasportare senza scosse e senza urti i suoi ascoltatori dalla sfera mistica dei Corali di Bach, al grottesco di un Sarcasmo di Prokof'ev, dalla lucida architettura delle Variazioni e fuga di Brahms su tema di Haendel, al precoce impressionismo dei Quadri d'una Esposizione di Mussorgskij" («L'Ambrosiano», 16 gennaio 1932).
Presso la galleria Casa d'Artisti di Milano si tiene una mostra personale di Inna e Boris Zuev. Vincenzo Bucci scrive sul «Corriere della Sera»:
"In una serie d'opere che paiono talvolta della stessa mano, due giovani pittori russi, Boris e Ina Zuef, mostrano le affinità dei loro gusti e i risultati raggiunti attraverso il comune e concorde lavoro. Queste opere, di varia natura, raccolte in Casa d'Artisti, si raffrontano spesso nei soggetti desunti dalla vita popolare russa, nelle trasposizioni fantastiche di certi spunti realistici, nel carattere saporitamente scenografico d'alcune composizioni e nella vivezza un po' chiassosa del colore, le cui dissonanze riescono non di rado in qualche singolare effetto decorativo" (V. Bucci, Notizie d'arte, «Corriere della Sera», 16 marzo 1932).
La Galleria Milano di Gaspare Gussoni in via Croce Rossa 6 a Milano – nell'ambito di una stretta collaborazione con l'ambiente parigino – presenta una personale di Filipp Goziason, un giovane artista russo residente a Parigi e vicino al Gruppo dei Neo-Umanisti di Waldemar George. In occasione della mostra dei suoi quadri, tratti dal suo ultimo soggiorno sul lago di Como, il critico d'arte Dino Bonardi tiene una conferenza sul tema "La trasfigurazione e l'aria di F. Hosiasson". Sia la mostra che la conferenza hanno un'ampia risonanza sulla stampa del tempo. Carlo Carrà celebra il lavoro di Goziason, approdato felicemente dalle tentazioni avanguardistiche giovanili alla sobrietà del "principio italiano":
"Il «principio italiano» consiste nella ricerca di un superiore equilibrio tra mondo che appare e mondo secreto, in una affermazione spirituale tipicamente costruttiva che armonizza la realtà all'intelletto, senso e anima. Dunque, si tratta di ristabilire nel mondo moderno, non le forme esteriori ma l'antico ordine pittorico italiano, ritornare ai veri valori dell'arte plastica..." (C. Carrà, Pittori stranieri a Milano: Filippo Hosiasson, "L'Ambrosiano", 9 novembre 1932, p. 3).