Cugino, per parte della madre Avgustina Leont'eva, di Boris Pasternak. Goziason comincia a disegnare e a dipingere giovanissimo, folgorato dalla vista dei quadri di Manet e Cezanne alla Nationalgalerie di Berlino durante un viaggio con i suoi genitori. Durante gli studi al Liceo e poi all'Università di Odessa, frequenta pittori e scrittori dell'avanguardia russa, tra cui
Aleksandra Ekster, ma fatta eccezione per un brevissimo passaggio alla Scuola di Belle Arti di Odessa, non segue alcun corso artistico. Dopo il 1917, con l'appoggio del suo professore di storia dell'arte, Nikolaj Okunev, riesce a lasciare Odessa.
Giunge in Italia nel 1920, stabilendosi prima a Firenze e poi a Roma. Nel 1922 si trasferisce con la moglie Ol'ga Aleksandrovna Bilinskaja a Berlino, dove lavora come decoratore per il Teatro Romantico russo di
Boris Romanov, stringe amicizia con
Lev Zak,
Grigorij Šiltjan e
Voldemar Boberman. Nel 1924 i coniugi Goziason si trasferiscono a Parigi e nel 1928 ottengono la cittadinanza francese. Nel 1930 Goziason aderisce al Gruppo dei Neo-Umanisti, fondato nel 1924 da Waldemar George, ed espone con loro alla Biennale di Venezia. Il passaggio dalla pittura figurativa a quella astratta si compie per l'artista verso la fine degli anni Quaranta: il suo nuovo orientamento viene accolto con entusiasmo soprattutto negli Stati Uniti, dove entra in contatto con alcuni esponenti dell'espressionismo astratto americano, tra cui Mark Rothko e Philip Guston. L'attività di Goziason continuerà comunque a svolgersi principalmente in Francia, dove lui e la moglie rimarranno fino alla morte, sopraggiunta per lei nel 1974 e per lui nel 1978.
Nel suo pur breve soggiorno in Italia, Goziason stringe rapporti di profonda amicizia con alcuni russi, come
Raisa Ol'kenickaja Naldi e
Ol'ga Resnevič Signorelli: quest'ultima in particolare diventa per lui un importante punto di riferimento, anche dopo il trasferimento a Berlino. Nell'
archivio Signorelli, conservato presso la Fondazione Cini di Venezia, due lettere scritte da Goziason, una nel 1922 e l'altra nel 1924, testimoniano la struggente nostalgia dell'Italia che colpì l'artista emigrato a Berlino e il suo desiderio di mantenere i contatti con il mondo culturale italiano, prima tentando di organizzare una
tournée del Teatro romantico al
Teatro Costanzi di Roma, poi proponendo alla Signorelli di tradurre in italiano
Rim di N. V. Gogol' di cui aveva curato le litografie.
Goziason allaccia numerosi contatti anche con importanti esponenti della vita artistica italiana, che proseguono durante gli anni parigini. Tra questi si ricordano: Anton Giulio Bragaglia, che in una collettiva allestita nel 1921 presso la famosa
Casa d'Arte Bragaglia espone alcuni suoi lavori a Roma; il critico d'arte Dino Bonardi che nel 1932, in occasione di una mostra personale allestita presso la
Galleria dell'Arte di Milano, tiene una conferenza sul tema
La trasfigurazione e l'aria di F. Hosiasson; Pietro Maria Bardi, direttore della Galleria di Roma e noto critico d'arte. Nell'archivio Bardi (
Archivio Storico Civico di Milano) vi sono 3 lettere, 2 cartoline postali e 1 telegramma scritti da Goziason tra il gennaio e il marzo 1933. Le lettere a Bardi testimoniano che in quel periodo Goziason si trovava a Milano ed era in contatto con il noto gallerista per organizzare una visita a Roma del critico Waldemar George, il quale doveva esporre a Mussolini la sua teoria sull'arte "umanista" enunciata nel 1931 nel libro
Profitti e perdite dell'arte contemporanea.
Goziason fa ritorno a Milano anche nel 1962, in occasione di una personale presso Toninelli Arte Moderna. In quegli anni ha inizio il suo intenso rapporto umano e professionale con la Galleria Lorenzelli di Bergamo, che ospiterà una sua mostra personale nell'aprile 1968 e una collettiva, intitolata
Otto pittori russi, nel 1971.
Numerose in Italia sono state anche le mostre postume dedicate a Goziason, tra cui quella personale allestita presso la Palazzina Mangani di Fiesole dal 27 maggio al 9 luglio 1995; la collettiva
Atelier cosmopolita: tradizione e avanguardie, Parigi 1900-1970, dal 12 novembre al 4 dicembre 2005 presso il Centro culturale San Bartolomeo di Bergamo; infine, l'esposizione di 65 dipinti di Sergej Šaršun, Filipp Goziason,
Pavel Mansurov e Sergej Poljakov alla mostra
Quattro artisti russi a Parigi negli anni Sessanta, tenutasi dall'8 giugno al 22 luglio 2006 presso Lorenzelli Arte di Milano.
In Italia sono conservati alcuni quadri di Goziason: in particolare, il quadro
Composition (1966) presso la Galleria Michelangelo di Bergamo e altre opere presso la Galleria d'arte moderna di Roma.
Pubblicazioni
Philippe Hosiasson,
Lo sciopero della critica, «Cronache d'attualità», Gennaio 1921.
Nikolaj V. Gogol',
Rim, Berlin, Val'ter i Rakint, 1924. 5 litografie di Filipp Goziason.
Bibliografia
Conferenze d'arte alla Galleria Milano, «L'Ambrosiano», 4 Novembre 1932.
C. Carrà,
Pittori stranieri a Milano, «L'Ambrosiano», 9 Novembre 1932.
W. George,
Bollettino della galleria Milano - Filippo Hosiasson nell'arte neo-latina, «Le Arti Plastiche», 1 Novembre 1932.
P. Schneider,
Mostra personale di Philippe Hosiasson: dal 12 al 31 maggio 1962, Milano, Toninelli Arte Moderna, 1962.
Philippe Hosiasson: opere recenti, Bergamo, Galleria Lorenzelli, 1968.
M. Valsecchi,
Philippe Hosiasson: Galleria S. Fedele, Milano, Milano 1970.
Otto pittori russi: Serge Charchoune, Sonia Delaunay, Natalia Goncharova, Philippe Hosiasson, Michail Larionov, Paul Mansouroff, Abraham Mintchine, Serge Poliakoff; Bergamo, Galleria Lorenzelli, 1971.
M. Verdone, F. Pagnotta, M. Bidetti,
La Casa d'Arte Bragaglia 1918-1930, Roma, Bulzoni Editore, 1992.
S. De Rosa (a cura di),
Philippe Hosiasson, Odessa 1898-Parigi 1979, Fiesole, Palazzina Mangani 27 maggio-9 luglio 1995, Firenze, Maschietto e Musolini, 1995.
O. L.
Lejkind, D. Ja. Severjuchin,
Chudožniki russkoj emigracii. 1917-1941. Biografičeskij slovar', Izd. Černyševa, SPb. 1994, pp. 159-160.
N. Nieszawer,
Peintres juifs de l'Ecole de Paris 1905-1930, Paris, Editions Denoël, 2000.
R. Bellini (a cura di),
Atelier cosmopolita: tradizione e avanguardie, Parigi 1900-1970, Bergamo, Galleria Michelangelo: Galleria d'arte Due Bi, 2005.
Quattro artisti russi a Parigi. Charchoune, Hosiasson, Mansurov, Poliakoff. Milano, Lorenzelli Arte, 2006.
S. Luščik,
Filipp Goziason. Parižskij chudožnik iz Odessy, «Morija», n. 5, 2006.
Nota
Nei documenti d'archivio e nei cataloghi si incontra come Filippo o Philippe Hosiasson.
Fonti archivistiche
Fondazione Giorgio Cini, Venezia, Archivio Angelo e Olga Signorelli.
Archivio Storico Civico di Milano: Fondo Pietro Maria Bardi.
Link
http://www.lorenzelliarte.com/index.htmlhttps://artrz.ru/1804783860.htmlL'artista in una foto degli anni '60 (Courtesy Lorenzelli Arte).
F. G. Goziason, Insegna odessita di un sarto. Dipinta a memoria nel 1976. Acquarello su carta 14x11,2
W. George, Bollettino della galleria Milano. Filippo Hosiasson nell'arte neo-latina, "Le Arti Plastiche", 1 novembre 1932.