Si spegne a Bezzecca (Trento) la principessa Ekaterina Vasil'evna Dabiža Rostovskaja, in Italia dal 1922.
Nel 1943 Marina Fedorovna Šaljapina, figlia del famoso basso Fedor Šaljapin, insieme al marito Luigi Freddi si adopera per il recupero del materiale tecnico sottratto dai nazisti negli studi di Cinecittà:
Tutti pensano che, dopo l'armistizio di Badoglio con gli americani, i tedeschi abbiano spedito i macchinari di Cinecittà direttamente a Venezia. Secondo quanto la Repubblica sociale aveva concordato con Berlino. Ma non è vero. Io c'ero e lo so. Fu mio marito, Luigi Freddi, factotum del cinema italiano del regime e di Cinecittà, a salvare quell'inestimabile patrimonio. Successe che Goebbels, schifando gli italiani, aveva dato ordine di incorporare al Reich l'industria cinematografica di Roma. Noi stavamo in un hangar della Giudecca, vuoto nell'inutile attesa. Allora Luigi chiamò il ministro della propaganda di Hitler e me lo passò. Io gli dissi, parlando un ottimo tedesco: caro Paul Joseph, dove sta la tanto conclamata parola d'onore dei tedeschi? Cinecittà deve rivivere a Venezia, non a Praga. Così i macchinari tornarono in Italia (I. Carezzano, pp. 16-17).