Formatosi al teatro e alla danza alla scuola del Teatro Bolšoj di Mosca, entra nella compagnia del Teatro nel 1912. Nel 1913 è scritturato da
Sergej Djagilev e interpreta il ruolo protagonistico della
Legende de Joseph mentre completa la sua formazione tecnica con Enrico Cecchetti. Compone nel 1915 la sua prima coreografia,
Soleil de nuit. Dopo enormi successi (tra cui
Les Femmes de bonne humeur,
Parade,
Contes Russes,
Tricorne,
Pulcinella), in cui mette a fuoco il suo talento nutrito della spiritata gestualità della commedia dell'arte e dei ritmi ardenti delle danze popolari, lascia i Balletti Russi nel 1921 per danzare all'estero. Lavora nuovamente come coreografo a Parigi per le Soirées del conte Etienne de Beaumont e di nuovo con i Balletti Russi di Djagilev dal 1925 al 1928. Oltre a lavorare nel varietà sia a Londra che a New York, collabora con la compagnia di
Ida Rubinštejn (1928 e 1931) e poi con i Ballets Russes de Monte Carlo, dove è maître de ballet nel 1933. Una carriera luminosa lo porta nei teatri di tutto il mondo.
Mjasin ha un rapporto d'elezione con l'Italia che conosce sin dal 1917, quando i Balletti Russi vengono in
tournée a Roma e a Milano. In quell'occasione, ai primi di aprile, viene esposta nel ridotto del Teatro Costanzi (ora Teatro dell'Opera) la sua collezione di quadri di artisti contemporanei. Partecipa anche alle successive tournée del 1920 (Roma, Milano), 1921 (Roma) e 1927 (Torino, Milano). Nel dicembre del 1922 acquista il piccolo arcipelago di Li Galli, antistante Positano, dove avrebbe trascorso periodi di riposo ma anche di lavoro, nutrendo anche per un certo tempo nei primi anni '60 l'idea di farne un centro artistico internazionale nel nome di Djagilev, cosa in cui non riuscì. Nel 1979 Li Galli sarebbe stato venduto a Rudolf Nureyev, venuto a ritirare il premio fondato nel nome dell'appena scomparso Mjasin.
Nel gennaio 1932 crea al Teatro alla Scala di Milano il balletto
Belkis regina di Saba, sulla musica di Ottorino Respighi, con le scene e i costumi di
Nikolaj Benua. Nel dopoguerra è nuovamente alla Scala dove mette in scena la sua versione della
Sagra della primavera (1920), con le scene e i costumi originali di
Rerich.
Nel 1952 prende parte al Maggio Musicale Fiorentino creando le danze di due opere di Rossini,
Armida (aprile) e
Guglielmo Tell (giugno). Il direttore del Maggio, Francesco Siciliani, gli fa conoscere le
Laudes dramaticae Umbrae, la versione trecentesca in lingua italiana di un dramma liturgico latino sulla vita del Cristo. Attratto dalla possibilità di lavorare finalmente su una tematica che aveva iniziato a studiare per Djagilev nel 1915 per un balletto,
Liturgie, mai realizzato, Mjasin crea a Perugia nel settembre 1952 le sue
Laudes Evangelii, in 7 scene, per la durata complessiva di 2 ore, nella chiesa trecentesca di San Domenico. Il balletto ha un grande successo e viene rimontato nel 1959 alla Scala. Nel 1961 è filmato dalla Associated Television con il Glyndenbourne Festival Chorus: vi danzano anche tre figli di Mjasin, Tat'jana senior, Tat'jana junior e Lorca.
Collabora come coreografo e interprete (reincarnando il Pulcinella del famoso attore napoletano Antonio Petito) al film
Carosello napoletano di Ettore Giannini (1954), in parte ispirato alla omonima
pièce teatrale pure diretta da Giannini, che con le coreografie di Ugo Dell'Ara aveva ottenuto un enorme successo all'estero. Al film
Carosello Napoletano è attribuito il Grand Prix del Festival di Cannes del 1954 da una giuria tra i cui membri è Jean Cocteau. Mentre lavora al film, il Teatro dell'Opera di Roma gli chiede di creare una
pièce d'occasion per la grande ballerina francese Yvette Chauviré, in quel momento ospite del teatro. Sono
Les Dryades, che debuttano il 5 dicembre del 1953 con le scene e i costumi di Dimitri Bouchène, e, costruito su musiche di Chopin, è una sorta di omaggio alle
Sylphides di
Michail Fokin.
Il successo delle
Laudes Evangelii ispira il mecenate conte Vittorio Cini a invitarlo a inaugurare con un altro dramma "sacro" il Teatro Verde, uno spazio all'aperto costruito sull'isola di San Giorgio a Venezia, per l'appunto all'interno della Fondazione Cini. Il programma inaugurale era composto dall'opera di Benedetto Marcello,
Arianna, le cui danze barocche furono da lui create e dal dramma "sacro"
Resurrezione e vita, su un libretto di Orazio Costa, musiche di Monteverdi e Gabrieli. Vi danzano nuovamente i suoi tre figli.
Nel 1956 crea per la Scala
Mario e il mago, sul libretto di Luchino Visconti (da Thomas Mann), la musica di Franco Mannino, le scene e costumi di Lila de Nobili. Protagonista è il grande ballerino francese Jean Babilée. Tre anni dopo, in marzo crea nello stesso teatro
Don Giovanni (da Molière), su musica di Gluck, con scene e costumi di
Georgij Vachevič: impersonava Donna Elvira la star nascente Carla Fracci. Avrebbero ancora lavorato assieme l'anno successivo in 3 produzioni, la prima delle quali è
Fantasmi al Grand Hotel, su libretto di Dino Buzzati e musica di Luciano Chailly. Intanto, nel 1959, è scritturato come direttore artistico del V Festival di Nervi, un appuntamento estivo che, fondato nel 1955 da Ugo Dell'Ara e Mario Porcile, stava crescendo in fama internazionale. Gli si chiede di costituire una vera e propria compagnia di ballo e gli viene data la garanzia del completo controllo artistico del repertorio. Scritturato un gran numero di ballerini, di cui molti famosi (oltre ai suoi tre figli), vi crea, nel luglio del 1960, tre balletti:
La commedia umana (sul
Decamerone di Boccaccio),
Bal des voleurs (sulla commedia di Jean Anouilh), e
Il barbiere di Siviglia, il suo omaggio a Rossini. L'estrema dispendiosità della sua gestione del Festival creò un problema per l'anno successivo, quando dovette rimanere chiuso: la direzione artistica non gli viene riaffidata.
Nel maggio del 1966 debutta alla Piccola Scala con le scene e i costumi originali di
Natalija Gončarova la sua nuova versione coreografia di
Les Noces, creato da
Bronislava Nižinskaja nel 1923 per Djagilev. È la sua ultima creazione italiana.
Pubblicazioni
Léonide Massine,
My Life in Ballet, edited by Phyllis Hartnoll and Robert Rubens, with a catalogue of ballets by Phyllis Hartnoll, London, Macmillan and Co. Ltd., 1968 (trad. italiana a cura di Lorena Coppola, prefazione di Theodor Massine, Fondazione Léonide Massine, Napoli 1995).
Léonide Massine,
Massine on Choreography. Theory and Exercises in Composition, London, Faber, 1976.
Bibliografia
Vicente García-Márquez,
Massine. A Biography, London, Nick Hern Books, 1996.
Leslie Norton,
Léonide Massine and the 20th Century Ballet, Jefferson N.C., McFarland & Co., 2004.
Fonti archivisticheFondazione Giorgio Cini, Venezia.
Archivio Signorelli (lettere di L. Mjasin)
Patrizia Veroli