Presso la Galleria futurista permanente (via del Tritone 125, Roma) nel marzo 1914 Marinetti, Balla e Cangiullo "declamano" il testo
Piedigrotta di Francesco Cangiullo. La galleria era illuminata con luci rosse e alle pareti erano stati messi quadri di Carrà, Balla, Boccioni, Russolo e Severini. Una stravagante compagnia (Sprovieri, Balla, Depero, Radiante e Sironi) assisteva alle "parole in libertà" dette da Marinetti e da Balla, mentre Cangiullo accompagnava al piano. La compagnia, stravagante con grandi cappelli di carta di seta, suonava strani strumenti: grandi conchiglie, una sega che faceva da archetto di violino, e altri aggeggi simbolici e "assurdi" che avrebbero dovuto combattere con l'ironia la tendenza decadente alla nostalgia e al "chiaro di luna".
Francesco Cangiullo, Disegno per la copertina di
Piedigrotta, 1916
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