Russi in Italia

Cronologia

1926

gennaio

Alfredo Polledro e la moglie Rachele Gutman fondano a Torino la casa editrice Slavia, specializzata nella pubblicazione di autori stranieri, in particolare russi. Nel corso della sua attività (dal 1926 al 1934) la casa editrice Slavia pubblica numerose traduzioni di autori russi, in particolare di F. Dostoevskij, I. Turgenev, L. Tolstoj, ma anche di N. Gogol', A. Čechov, I. Bunin, A. Kuprin, e molti altri.

14 gennaio

Si inaugura presso la Galleria Pesaro una personale di Boris Dmitrievič Grigor'ev, presentato in catalogo da Vittorio Pica, che ne rileva la

"formidabile possanza di acuto e penetrante osservatore della fisionomia umana e di veristico e talvolta crudele raffiguratore della movimentata vita dei giorni nostri nei più diversi paesi e nei più diversi ambienti".


B. Grigor'ev, Intimité

18 gennaio

La cantante lirica Angelika Kravčenko esordisce al Teatro alla Scala nel ruolo di Valtraute nel Crepuscolo degli dei di Wagner, diretto da Ettore Panizza. È l'inizio di una proficua collaborazione con il tempio milanese della lirica e di una lunga carriera, che la porterà ad esibirsi nei maggiori teatri di tutto il mondo.

1 marzo

Su invito di Arturo Toscanini che gli propone di interpretare il ruolo del principe Golicyn nella Kovanščina di Modest Mussorgskij, Aleksandr Nikolaevič Veselovskij debutta nella sua prima italiana alla Scala di Milano il 1° marzo 1926. La stessa opera è in calendario anche a Roma dal 27 marzo fino all'11 aprile con la direzione del maestro Vitale, direttore scenico Lev Sibirjakov e le coreografie di Julija Sedova. Come nota la critica:

Il successo dell'opera ha avuto proporzioni inattese: si sono avuti applausi copiosi e ventisei chiamate agli artisti e al maestro Vitale [...]. Costumi policromi a dovizia: giuoco delle masse regolato con infinita bravura dal régisseur russo Sibiriakoff, noto specialista del genere. Coro esatto d'intonazione e sonoro a giusto segno, sotto la disciplina del maestro Conca, coadiuvato energicamente dal maestro Luigi Ricci, giovane pieno di capacità e di ardire. Gli artisti, quasi tutti russi, ma discreti conoscitori del nostro idioma, si sono guadagnati onori legittimi. [...] Apprezzatissimo il tenore Alexis Vesselowski, cantante energico e attore sempre disinvolto: nelle due parti di Golizin e Andrea Kovanski egli è stato ugualmente felice [...]. La Kovanščina verrà replicata domani martedì e sarà una nuova serata di emozione nobilissima per coloro che venerano Mussorgski il drammaturgo dotato di genio, l'artista fecondo e pensoso...

Lo spettacolo Kovanščina di M. Mussorgskij vede impegnati altri due artisti russi: Aleksandr Sanin come regista e Nikolaj Benua come scenografo. La prima è un grande successo, con ripetute chiamate dei cantanti e acclamazioni generali. Lo stesso Sanin si deve presentare al proscenio per ben due volte già dopo il terzo atto. Le scene e i costumi di Benua sono apprezzati per il buon gusto e l'effetto. Il buon gusto è uno dei tratti che la critica rileverà costantemente nelle opere di Benua ed è il termine con cui i critici traducono il rispetto per l'unità stilistica che è la regola principale dei suoi lavori: è il primo pittore scenografo alla Scala a firmare scene e costumi di un'opera e quindi ad aprire la via verso questo nuovo orientamento.



Arturo Toscanini in un disegno di Tabet

marzo

Nel Palazzo di Clemente X a Roma è allestita una mostra personale del pittore Konstantin Gorbatov, con numerose opere tratte dal suo soggiorno sulla costiera amalfitana. La mostra ottiene il plauso dei critici:

Ecco ancora la Russia: neve e grigiore: piccoli quadri. Ma vicino il nostro cuore dà un balzo di gioia, che ci chiama l'inno delle nostre gemme: Napoli, Capri, Amalfi, Venezia, Ravello. Tralci di vite, rami carichi di aranci, e terrazze al sole, sul mare nostro: le bellezze del paesaggio e la luce del sole hanno, direi quasi, abbagliato l'artista, che ha veduto bene, anche quando gli accenti della sua calda passionalità l'hanno portato ad apparenti esuberanze (E. Pennetta, La mostra del pittore Gorbatoff, "Il Messaggero", 14 marzo 1926).

4 marzo

Bakst collabora con Gabriele d'Annunzio per l'allestimento del Martyre de St. Sébastien, musica di Claude Debussy, protagonista nel ruolo del santo Ida Rubinštejn, rappresentato per la prima volta a Milano, al Teatro alla Scala, il 4 marzo 1926; i costumi e le scene sono di Bakst, dirige Arturo Toscanini.


estate

Aleksandr Volkov gira a Venezia il film Casanova. Il quartier generale della troupe è posto nella caserma di S. Zaccaria, mentre il magazzino delle apparecchiature tecniche e delle scenografie è sull'Isola di San Giorgio Maggiore. All'Archivio Storico del Comune di Venezia si conserva il copione originale del "periodo veneziano" del film.
Le riprese notturne in Piazza San Marco richiedono, oltre a notevoli sforzi tecnici per ottenere un'illuminazione a giorno della piazza, la presenza di circa 1500 comparse scritturate sul luogo. Sulla «Gazzetta di Venezia» del 4 agosto 1926 si legge: "Per eseguire un grande film cinematografico cercansi signorine, signore e signori eleganti di bel portamento fra i diciotto ed i cinquanta anni di età".
Le scene entreranno nella storia del cinema, nonché di Venezia, come le prime dedicate al carnevale veneziano interamente realizzate sul luogo, anziché ricostruite in studio. Gli esterni del film vengono girati inoltre sul Canal Grande e su altri canali imprecisati, sull'isola di San Francesco del Deserto, su diverse gondole e in Campo S. Angelo. Le scene d'interni invece vengono registrate nella galleria di Palazzo Ducale e in vari palazzi adattati ad abitazioni, prigioni e taverne. Al di fuori di Venezia, altri esterni sono girati in Germania e Polonia, mentre gli interni negli studi parigini della casa di produzione Ciné-Alliance.
Il Casanova di Volkov viene pubblicizzato in Italia come "il film più bello del mondo", "il film più bello dell'anno", il "non plus ultra dell'eleganza e della drammaticità". A Venezia il film verrà proiettato nell'ottobre 1928 al Teatro Malibran con accompagnamento musicale dal vivo.


Immagine del film Casanova di A. Volkov (1927).

26 agosto

Al Teatro Goldoni di Venezia la compagnia di Tat'jana Pavlova va in scena con la prima del dramma Gelosia di Мichail Arcybašev, regia di Ernesto Sabbatini. Le recensioni sono entusiaste:

La compagnia drammatica di Tatiana Pavlova non poteva esordire più felicemente e la cronaca della serata si può riassumere in poche righe: teatro gremito in ogni ordine di posti da un pubblico elegantissimo che rivolse applausi alla geniale attrice ritornata fra noi con una schiera di ottimi elementi ed in una cornice di scenari eccellenti e intonati [«Gazzetta di Venezia», 27 agosto 1926, p. 4].


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