Si inaugura presso la Galleria Pesaro una personale di Boris Dmitrievič Grigor'ev, presentato in catalogo da Vittorio Pica, che ne rileva la
"formidabile possanza di acuto e penetrante osservatore della fisionomia umana e di veristico e talvolta crudele raffiguratore della movimentata vita dei giorni nostri nei più diversi paesi e nei più diversi ambienti".
Su invito di Arturo Toscanini che gli propone di interpretare il ruolo del principe Golicyn nella Kovanščina di Modest Mussorgskij, Aleksandr Nikolaevič Veselovskij debutta nella sua prima italiana alla Scala di Milano il 1° marzo 1926. La stessa opera è in calendario anche a Roma dal 27 marzo fino all'11 aprile con la direzione del maestro Vitale, direttore scenico Lev Sibirjakov e le coreografie di Julija Sedova. Come nota la critica:
Il successo dell'opera ha avuto proporzioni inattese: si sono avuti applausi copiosi e ventisei chiamate agli artisti e al maestro Vitale [...]. Costumi policromi a dovizia: giuoco delle masse regolato con infinita bravura dal régisseur russo Sibiriakoff, noto specialista del genere. Coro esatto d'intonazione e sonoro a giusto segno, sotto la disciplina del maestro Conca, coadiuvato energicamente dal maestro Luigi Ricci, giovane pieno di capacità e di ardire. Gli artisti, quasi tutti russi, ma discreti conoscitori del nostro idioma, si sono guadagnati onori legittimi. [...] Apprezzatissimo il tenore Alexis Vesselowski, cantante energico e attore sempre disinvolto: nelle due parti di Golizin e Andrea Kovanski egli è stato ugualmente felice [...]. La Kovanščina verrà replicata domani martedì e sarà una nuova serata di emozione nobilissima per coloro che venerano Mussorgski il drammaturgo dotato di genio, l'artista fecondo e pensoso...
Lo spettacolo Kovanščina di M. Mussorgskij vede impegnati altri due artisti russi: Aleksandr Sanin come regista e Nikolaj Benua come scenografo. La prima è un grande successo, con ripetute chiamate dei cantanti e acclamazioni generali. Lo stesso Sanin si deve presentare al proscenio per ben due volte già dopo il terzo atto. Le scene e i costumi di Benua sono apprezzati per il buon gusto e l'effetto. Il buon gusto è uno dei tratti che la critica rileverà costantemente nelle opere di Benua ed è il termine con cui i critici traducono il rispetto per l'unità stilistica che è la regola principale dei suoi lavori: è il primo pittore scenografo alla Scala a firmare scene e costumi di un'opera e quindi ad aprire la via verso questo nuovo orientamento.
Nel Palazzo di Clemente X a Roma è allestita una mostra personale del pittore Konstantin Gorbatov, con numerose opere tratte dal suo soggiorno sulla costiera amalfitana. La mostra ottiene il plauso dei critici:
Ecco ancora la Russia: neve e grigiore: piccoli quadri. Ma vicino il nostro cuore dà un balzo di gioia, che ci chiama l'inno delle nostre gemme: Napoli, Capri, Amalfi, Venezia, Ravello. Tralci di vite, rami carichi di aranci, e terrazze al sole, sul mare nostro: le bellezze del paesaggio e la luce del sole hanno, direi quasi, abbagliato l'artista, che ha veduto bene, anche quando gli accenti della sua calda passionalità l'hanno portato ad apparenti esuberanze (E. Pennetta, La mostra del pittore Gorbatoff, "Il Messaggero", 14 marzo 1926).
Al Teatro Goldoni di Venezia la compagnia di Tat'jana Pavlova va in scena con la prima del dramma Gelosia di Мichail Arcybašev, regia di Ernesto Sabbatini. Le recensioni sono entusiaste:
La compagnia drammatica di Tatiana Pavlova non poteva esordire più felicemente e la cronaca della serata si può riassumere in poche righe: teatro gremito in ogni ordine di posti da un pubblico elegantissimo che rivolse applausi alla geniale attrice ritornata fra noi con una schiera di ottimi elementi ed in una cornice di scenari eccellenti e intonati [«Gazzetta di Venezia», 27 agosto 1926, p. 4].