La Galleria Milano di via Croce Rossa 6 ospita invece una mostra intitolata Peintres graveurs contemporaines, dedicata ai maestri del bianco e nero francesi. Partecipa anche Fedor Brenson. Per l'occasione Vincenzo Bucci sul «Corriere della Sera» ripercorre le fasi salienti della carriera artistica di Brenson:
"Prima di darsi all'incisione e alla pittura, Brenson studiò architettura, e dell'architetto è rimasta qualche traccia nel vedutista, amante delle belle prospettive. In Italia venne, com'egli ha detto, a cercare «la forma»: grandi linee e grandi masse, in una classica luce senza nebbia, per le esigenze di un'arte plastica e costruttiva. E preso nel fascino di Roma, [...] cominciò col ritrarre, in due gruppi d'acqueforti, prima i ruderi solenni del Ponte Rotto, delle Terme di Caracalla, del Palatino, poi la cupola, il colonnato, l'architettonica maestà di San Pietro. Il suo amore dell'Italia crebbe coi viaggi. Pellegrino appassionato, visitò la Puglia riportandone le punte secche che illustrano Trani, il Volture, Castel del Monte: dell'Umbria fermò a sanguina alcuni aspetti d'Assisi; e fino dal treno la sua passione d'annotatore si sfogò a cogliere di volo tra Firenze e Bologna, in rapidi disegni, i profili caratteristici dell'Appennino pistoiese. Anche l'intensa vita operosa del porto di Genova, e Genova stessa con le sue prospettive tutte sorprese, spazzatura, dislivelli, gli diedero qualche bello spunto, e nel '27, da un attento pellegrinaggio in Calabria riportò cinquanta disegni, che furono raccolti in volume e lodati pel modo come v'era resa e sentita la grandiosità del paesaggio calabrese". (V. Bucci, Mostre milanesi, «Le Arti Plastiche», 16 novembre 1931).