Si costituisce a Roma il Comitato di soccorso ai russi in Italia ("Poslednie novosti", n. 31, 2 giugno 1920, p. 3), di cui fanno parte tra gli altri K. L. Vejdemjuller, N. Karabčevskij, A. A. Pleščeev, N. A. Petrovskaja. Il Comitato ottiene un finanziamento di 25.000 lire dall'ambasciata russa ("Poslednie novosti" n. 54, 29 giugno 1920, p. 3).
La fama di Aleksandr Barjanskij come violoncellista si consolida. Così lo acclama un volantino promozionale del teatro Reinach, dove si è tenuto un suo concerto (accompagnava Barjanskij la pianista Sofija Francuzov):
"Alexandre Barjansky, come gran parte dei musicisti russi più di fama, è un autodidatta [...]. Violoncellista di fama europea, ha dato applauditi concerti in tutte le più grandi città, da Londra a Parigi, da Pietrogrado a Roma, facendo talora conoscere per primo artisti saliti in gran fama. Natura riccamente idealista, ha recato nella sua arte l'impronta della sua individualità appassionata in cui tuttavia si riscontrano le stigmate della sua razza; annunziatrice di una coraggiosa e sconfinata libertà, piena di contraddizioni misteriose, di slanci, e avvilimenti, ma scopritrice sempre di nuove lontananze. Il suo carattere disinteressato e sognatore, completa la sua ricca natura d'artista".