Figlio di Vasilij Bezrodnyj e Varvara Kassinova, è ufficiale della Guardia Imperiale. Tra il 1883 e il 1891 frequenta l'Accademia Imperiale di Belle Arti (Imperatorskaja Akademija Chudožestv) di Pietroburgo, dove ha per maestro Pavel Čistjakov. Tra il 1890 e il 1903 si esibisce con la Società degli Acquerellisti russi (Obščestvo russkich akvarelistov); tra il 1904 e il 1912 con la Società Pietroburghese degli Artisti (Sankt-Peterburgskoe Obščestvo Chudožnikov); tra il 1904 e il 1905 con l'Accademia Imperiale di Belle Arti. Nel 1905 lascia Pietroburgo e va prima a Costantinopoli, poi a Parigi, e quindi ad Algeri.
Da Algeri fa il suo primo ingresso in Italia il 28 febbraio 1914 e si stabilisce a Venezia, prima a Castello 5522, e successivamente a Dorsoduro 1116. Nel 1914 Bezrodnyj aiuta ad allestire il padiglione russo dell'XI Biennale ed espone due quadri ad olio (
Sul vecchio ponte;
Capri). In questo stesso periodo viene eletto console di Russia a Venezia.
L'elezione di Bezrodnyj alla carica di console di Russia a Venezia è stata piuttosto travagliata. Per molti anni la Russia era stata rappresentata a Venezia da un Console di carriera, il cavaliere De Sundy. Quando questi morì, venne sostituito da un Console onorario veneziano, il conte Cesare Foscari, al quale venne affiancato un funzionario di carriera, tal Garnovskij. Allo scoppio della guerra, il governo russo esonera Foscari e manda un funzionario di nome Protopopov, che però è trasferito dopo un anno. Poiché la guerra rende difficile inviare un funzionario dalla Russia, l'Ambasciatore dello Zar a Roma chiede a Bezrodnyj, già membro dell'Accademia Imperiale di Belle Arti, di accettare la nomina di Console Imperiale di Russia a Venezia. Bezrodnyj accetta e con un provvedimento eccezionale viene nominato console.
I proventi delle funzioni consolari consentono a Bezrodnyj di dedicarsi a quella che egli considera una vera passione, e non una professione: l'arte. Bezrodnyj rivendica il diritto di dipingere secondo i propri gusti e le proprie inclinazioni, senza doversi piegare ai capricci del mercato artistico. Bezrodnyj si convince sempre più dell'ingiustizia di un sistema che stabilisce arbitrariamente i prezzi delle opere d'arte, senza riconoscere all'artista il diritto di beneficiare del loro valore accresciuto nel tempo. Tale convinzione lo porterà ad adoperarsi per creare tra gli artisti e i legislatori le premesse necessarie all'accoglimento del principio di riconoscimento del diritto d'autore all'artista. A questo proposito, nel maggio del 1933, in occasione del Congresso Internazionale dei Mercati d'Arte antica e moderna a Milano, Bezrodnyj interverrà con la relazione "Protezione della proprietà artistica", che sarà poi pubblicata nel 1937 con il titolo
La protezione delle opere d'arte e dei diritti degli artisti.
L'arte di Bezrodnyj presenta una matrice impressionistica, con una speciale predilezione per i paesaggi. Egli dipinge i suoi quadri all'aperto "non perché non riconosca che la natura cambia con continua rapidità sotto gli occhi di colui che vuole fissarne un qualche aspetto, ma perché sente che, soltanto mantenendosi nell'ambiente in cui ha provata intensa e persuasiva l'impressione del particolare motivo pittorico che gli ha suggerito il quadro, egli può conservarne la nitida memoria fino all'ultima pennellata" (Pica 1923, p. 55).
Nel 1923 Vittorio Pica scrive di Bezrodnyj a ragion veduta: i due sono amici da tempo, fin dal 1914, quando, l'uno nella veste di vice-segretario generale, e l'altro in quella di artista espositore, si ritrovano alla XI Biennale di Venezia. È probabile, peraltro, che la decisione di Bezrodnyj di fissare la sua dimora nella città lagunare sia dipesa in parte dal fatto che lì risiedeva anche Pica. Sarà proprio lui, già segretario generale della Biennale, ad affidargli, nel 1920, la qualifica di Commissario per il padiglione russo alla XII edizione. A questa edizione Bezrodnyj interviene anche come artista espositore, accanto ad Aleksandr Archipenko, Boris Grigor'ev, Natal'ja Gončarova, Elizaveta Kaehlbrandt-Zanelli e altri. Bezrodnyj è l'unico, insieme alla Kaehlbrandt-Zanelli, a guadagnarsi le lodi di un critico impietoso come Francesco Sapori:
Discontinuità e assurdità sono i caratteri precipui della pittura russa di quest'anno; la quale avrebbe potuto essere altrimenti espressiva. All'infuori di Pierre Besrodny e di Elisabetta Zanelli Kaehlbrandt, i pittori rimanenti rimangono pressoché estranei a risultati che possano appena chiamarsi positivi [...]. Il Besrodny ha una sensibilità coloristica fine, primaverile. E gli effetti della sua pittura sono tanto più delicati ed evanescenti, quanto più è grave e piena la pennellata che egli adopra per raggiungerli. Talvolta egli si perde nello stesso groviglio dei colori, ma la grazia e la delicatezza dell'intenzione risulta ugualmente. Le sue tele hanno tocchi perlacei, e tralucono appena di sole (Sapori 1920, p. 128).
Bezrodnyj è alla Biennale di nuovo nel 1922, con tre quadri ad olio, di cui uno, Autunno, viene acquistato per conto del Re d'Italia. A tale proposito Sapori scrive: "Il russo Pierre Besrodny ha tre tele, sulle quali ha continuato a diffondere i suoi bianchi preferiti, ma sciolti con altri colori come il giallo, per ottenere toni diversi, sempre con la morbidezza e il rilievo d'arazzi riposati" (Sapori 1923, p. 48).
L'artista è presente all'Esposizione Internazionale di Venezia anche nel 1924, con un quadro ad olio e un acquerello; nel 1926, con tre oli, nel 1928, con uno e nel 1930 con due; nel 1935, in occasione della Mostra dei quarant'anni della Biennale di Venezia, con undici quadri ad olio; nel 1936, con tre quadri ad olio. In questa occasione Bezrodnyj espone nel padiglione dell'Inghilterra, nazione che insieme a Stati Uniti e Unione Sovietica aveva deciso di boicottare la Biennale per motivi politici. All'interno del padiglione britannico viene quindi allestita la mostra degli artisti stranieri residenti in Italia, cui partecipano, fra i russi,
Grigorij Šiltjan,
Germana Giacalone De Parnykel e
Ivan Zagorujko. La posizione prioritaria di Bezrodnyj all'interno del gruppo è riassunta nelle seguenti parole: "Sono amici e ospiti sacri; e non si vuol dunque far distinzioni e graduatorie di merito. Ci sia permesso di salutarli tutti, affettuosamente, nella persona del loro decano, e nostro concittadino, il pittore Pietro Besrodny" (Valeri 1936, p. 221).
Bezrodnyj espone anche presso la Permanente di Milano, all'Esposizione Internazionale dell'Acquerello, nel 1923, accanto a
Filipp Maljavin,
Lilija Sluckaja,
Vsevolod Nikulin e Boris Grigor'ev, e nel 1925: in questa seconda edizione Bezrodnyj è l'unico russo presente e fa parte della giuria di accettazione.
Il 29 gennaio 1924 Bezrodnyj rientra da Pietrogrado a Venezia, dove prende nuovamente dimora nel sestiere di Castello al numero civico 5522. Nel marzo 1924 la Galleria Pesaro di Milano ordina una vasta mostra personale di Bezrodnyj, con oltre sessanta opere, che costituiscono una sorta di riepilogo di tutto il lavoro compiuto in un ventennio dal pittore pietroburghese: vi sono ricordi di Pietroburgo e di Siviglia, della riviera sorrentina e di Capri, di Napoli e di Algeri, di Taormina e dei Castelli Romani, ma soprattutto della città eletta dall'artista a nuova patria, Venezia. L'introduzione al catalogo di Bezrodnyj porta ancora la firma di Pica, che ne esalta la versatilità e la capacità tecnica:
Volubile Don Giovanni della tavolozza, Pierre Besrodny ha amato adunque nel campo dell'arte, per lungo corso di anni, di passare da simpatia a simpatia, da entusiasmo ad entusiasmo, dimenticando, mentre da un paese si recava in un altro, per lo spettacolo nuovo che si presentava ai suoi sguardi, quello che lo aveva affascinato fino al giorno innanzi, salvo poi trascurarlo l'indomani per una qualche altra caratteristica e pittoresca scena di mare, di campagna o di città.
Questo appassionato sfarfalleggiamento estetico, che la speciale sua indole ha, per tanto e tanto tempo, imposto al nostro artista, la quale lo induceva a non rimanere mai troppo a lungo nel medesimo posto [...] ha attribuito all'opera sua [...] una spiccata varietà di aspetti, di arabeschi e note di colore.
È essa che ne forma una delle seduzioni e a essa contribuisce altresì la differente tecnica adoperata alternativamente dal valente ed originale artista russo, perché, mentre le sue pitture ad olio si raccomandano per una fattura larga pastosa e sommaria, i suoi acquerelli invece piacciono sopra tutto, nelle loro minuscole dimensioni o nella loro fedeltà alle sobrie ed eleganti tradizioni dei gloriosi maestri d'Inghilterra e di Olanda, per un minuto giocondo ed armonioso complesso di vivaci macchiette, le quali evocano, con accorta sicurezza, pittoreschi paesaggi, tipiche figure e graziosi aggruppamenti di fiori, di frutta e di ceramiche (Pica 1924).
Oltre a Pica e Sapori, Bezrodnyj si guadagna presto la stima e l'ammirazione di altri autorevoli critici d'arte. Tra loro, Ugo Nebbia, che nel 1929 scrive a proposito di una sua mostra veneziana:
Artista d'una intimità musicale tutta fatta di sentimento, sgorgata ancora dalle fonti più pure dell'impressionismo, ma sostenuta da un così esatto e cordiale senso d'interpretazione, che, anche dove sembra sfiorare il decorativismo, s'impone per chiarezza, luminosità, senso arioso delle distanze, e, soprattutto, per una così schietta coerenza pittorica, da reclamare il rispetto e la simpatia d'ognuno (Nebbia 1929).
La meritata popolarità porta Bezrodnyj a partecipare, tra gli anni Venti e gli anni Trenta, a numerose mostre personali e collettive, tra le quali si ricordano: la Raccolta Internazionale d'Arte in omaggio a Vittorio Pica, organizzata nel 1928 presso la Galleria Scopinich di Milano; nel 1929, una mostra personale presso la Galleria Cappellin di Murano; nel 1932, la I Mostra Internazionale d'Arte Coloniale di Roma, con l'opera Tangeri, poi acquistata dalla Direzione Generale del Banco di Napoli, e la II Esposizione del «Piccolo Quadro Anonimo» presso la Galleria Pesaro di Milano; nel maggio 1934, una personale alla Casa d'Artisti di Milano; nel 1939 la Mostra dei Concorsi Internazionali di Pittura per i Premi Ussi - Panerai - Cartelloni e Hollaender presso la Reale Accademia delle Arti del Disegno a Firenze.
Nel 1941 Bezrodnyj lascia la sua casa per ricevere assistenza presso una casa di riposo veneziana. A causa di una caduta le sue condizioni di salute precipitano e muore la sera del 26 marzo 1945.
Attività espositiva
1914: due quadri ad olio nel padiglione russo dell'XI Esposizione Biennale Internazionale d'Arte della città di Venezia:
Sul vecchio ponte;
Capri.
1920: cinque quadri ad olio e un acquerello alla XII Esposizione Biennale Internazionale della città di Venezia:
Raggio di luce;
Bottega araba in Algeri;
Terrazza a Siviglia;
La città d'oro;
Campo S. Margherita - Venezia;
Chiesa della Salute - Venezia. Il quadro
Campo Santa Margherita viene acquistato dalla Galleria d'Arte Moderna di Venezia.
1922: tre quadri ad olio alla XIII Esposizione Biennale Internazionale della città di Venezia:
Lillà;
Autunno;
Il pappagallo.
Primavera 1923: cinque tele alla I Esposizione Internazionale dell'Acquerello alla Permanente di Milano:
Primavera;
Venezia durante la guerra;
Venezia durante la guerra;
Venezia durante la guerra;
Venezia dopo la guerra.
Marzo 1924: mostra individuale presso la Galleria Pesaro, Milano. Opere esposte:
Canal Grande a Venezia;
Abbazia della Misericordia a Venezia;
Chiesa della Bragora a Venezia;
Terrazza ad Algeri;
Venezia;
Estate;
Il risveglio della città dei sogni;
Isola San Giorgio a Venezia;
La laguna di Venezia al tramonto;
La Madonnetta-Venezia;
Glicine;
Lillà;
Violette e Garofani;
Fiori gialli;
Motivo siciliano;
Casa azzurra ad Algeri;
Una strada di Napoli;
Palazzo Pesaro a Venezia;
Tangeri, Marocco;
Nel paese degli aranci-Positano;
L'antica Positano;
Autunno nelle "isole" di Pietrogrado;
Uno squero a Venezia;
Vesuvio;
Pannello decorativo A;
Pannello decorativo B;
Chiesa a Siviglia;
La "Neva" a Pietrogrado;
Meglio rientrare;
Casbah d'Algeri - Quartiere arabo;
Fontana ad Algeri;
Bottega di thé ad Algeri;
Caffè arabo ad Algeri;
Il pappagallo;
Angolo del mio studio;
L'inverno a Capri;
Giardinetto-caffè Orfeo a Venezia;
La punta della dogana a Venezia;
Giardini in autunno-Venezia;
Bottega di frutta a Castellammare di Stabbia;
"Posso aspettare";
Un veliero a Venezia;
S. Trovaso a Venezia;
Ultimi raggi del sole sull'Arsenale di Venezia;
Un canale a Venezia;
Tramonto quieto a Venezia;
Campo S. Margherita a Venezia;
Sorrento;
Mercato di pesce a Venezia;
Pietrogrado in autunno - Isole;
Subiaco - Chiesa di San Pietro;
Taormina - Vico Venezia;
Taormina - Veduta sull'Etna;
Taormina - Nel villaggio;
Subiaco;
Frascati - Villa Aldobrandini;
I fanali azzurri a Venezia durante la guerra;
Viottolo a Tivoli;
Frascati - Villa Falconieri;
Taormina - S. Antonio;
Prugne con casseruola;
Scaletta a Taormina;
Sotto i tetti a Pietrogrado;
Venezia durante la guerra;
Finestra chiusa;
La sentinella di Venezia:
Campanile di San Marco;
Angolo di un parco;
Maschera di serenità;
Napoli - I gradoni di Chiaia.
1924: un quadro ad olio e un acquerello alla XIV Esposizione Biennale Internazionale della città di Venezia:
Il giorno muore;
Tramonto a Venezia.
1925: tre acquerelli alla II Esposizione Internazionale dell'Acquerello, Palazzo della Permanente, Milano:
Venezia -
La giudecca;
Cactus;
La punta della dogana a Venezia.
1926: tre quadri ad olio alla XV Esposizione Biennale Internazionale della città di Venezia:
Nido fiorito;
Sobborgo veneziano;
Pali rossi a Venezia (quest'ultimo viene acquistato nel 1940 dalla Compagnia italiana dei Grandi Alberghi, cfr. «Gazzetta di Venezia», 15 luglio 1940, cronaca cittadina).
1928: un acquerello alla Raccolta Internazionale d'Arte offerta dagli autori in omaggio a Vittorio Pica, Galleria Scopinich, Milano:
Punta della dogana.
1928: un quadro ad olio alla XVI Esposizione Biennale Internazionale della città di Venezia:
Silenzio.
1929: mostra personale presso la Galleria Cappellin di Murano.
1930: due quadri ad olio alla XVII Esposizione Biennale Internazionale della città di Venezia:
Aria;
Luce.
1932: un quadro ad olio alla I Mostra Internazionale d'Arte Coloniale, Roma:
Tangeri (acquistato dalla Direzione Generale del Banco di Napoli).
1932: tre quadri ad olio alla II Esposizione del "Piccolo Quadro Anonimo", Galleria Pesaro, Milano:
Rio San Trovaso - Venezia;
Zattere a Venezia;
Canale della Giudecca a Venezia.
Maggio 1934: Mostra personale presso la Casa d'Artisti di Milano.
1935: undici quadri ad olio dalla serie
Visioni veneziane alla Mostra dei quarant'anni della Biennale di Venezia:
Chiesa della Salute;
La laguna;
Canale della Giudecca;
All'ombra della Madonnetta;
Autunno;
San Trovaso;
Pontile;
Zattere;
Sulla laguna;
Canal Grande;
Natura morta.
1936: espone tre quadri ad olio alla XX Esposizione Biennale Internazionale d'Arte della Città di Venezia:
Alle zattere;
Venezia;
Veliero.
1939: cinque vedute di Venezia in diverse ore del giorno alla Mostra dei Concorsi Internazionali di Pittura per i Premi Ussi - Panerai - Cartelloni e Hollaender presso la Reale Accademia delle Arti del Disegno a Firenze.
Pubblicazioni
Pietro Besrodny,
Protezione della proprietà artistica - Relazione al Congresso Internazionale dei Mercati d'Arte antica e moderna - Milano, 14-17 maggio 1933 - Milano, Arti Grafiche SETI, 1933.
Pietro Besrodny,
La protezione delle opere d'arte e dei diritti degli artisti, «Ateneo Veneto», anno CXXVIII, vol. 121, n. 2, marzo-aprile 1937.
Cataloghi
Associazione Acquerellisti Lombardi - Società per le belle arti,
Prima esposizione internazionale dell'acquerello, Milano, primavera 1923.
Galleria Pesaro, Milano,
Mostre individuali del pittore Pierre Besrodny e dello scultore Victor Rousseau, con un'introduzione di Vittorio Pica, marzo 1924.
Galleria Scopinich, Milano,
Raccolta internazionale d'arte offerta dagli autori in omaggio a Vittorio Pica, a cura di Alberto Martini, 1928.
Bibliografia
G. Bigaglia,
Il pittore Pierre Besrodny, «Pro Famiglia», 23 maggio 1933.
Il Congresso dei Mercanti d'Arte - La tutela delle opere dell'ingegno, «Corriere della Sera», 15 aprile 1933.
G. Cuchetti,
Un antesignano dei crepuscolari: Sergio Corazzini.
Saggio con una nota bibliografica e un cenno sul sistema del pittore Pietro Besrodny per la tutela degli artisti e delle opere d'arte, in G. Cuchetti,
Saggi critici, pp. 8-11, Venezia, Libreria Emiliana, 1929.
L'inaugurazione del padiglione russo all'Esposizione internazionale di Venezia, «Gazzetta di Venezia», 30 aprile 1914, p. 3.
O. L. Lejkind, D. Severjuchin (a cura di),
Chudožniki russkogo zarubež'ja. 1917-1939, Sankt-Peterburg, Notabene, 1999, p. 122.
N. Ivanoff,
Venezia culla e rifugio di artisti - Besrodny, «Gazzettino Sera», anno LIII, n. 139, 3 giugno 1940.
Mostre d'arte, «L'Ambrosiano», 24 maggio 1934.
U. Nebbia,
Cronache d'arte, «Le Tre Venezie», ottobre 1929.
V. Pica,
Artisti contemporanei: Pierre Besrodny, «Emporium», 1915, vol. XLII, n. 250, pp. 243-262.
V. Pica,
Gli acquarelli del pittore russo Besrodny, «Vita d'Arte», anno X, n. 3-4, marzo-aprile 1917.
V. Pica,
Nel mondo delle arti belle, Serie Prima, Milano, Casa Editrice d'Arte Bestetti e Tumminelli, 1923.
G. Piva,
La mostra veneziana del pittore Pietro Besrodny, «Il Resto del Carlino», 13 ottobre 1929.
J.F. Rodriguez,
Artisti russi di Parigi alla XII Biennale di Venezia (1920), «Quaderni della donazione Eugenio da Venezia», 2005, pp. 33-45.
F. Sapori,
La XII Mostra d'Arte a Venezia - La pittura straniera, «Emporium», vol. LII, n. 307-308, luglio-agosto 1920, pp. 128-129.
F. Sapori,
La tredicesima Esposizione d'Arte a Venezia, Bergamo, Istituto Italiano d'Arti Grafiche, 1923.
D. Valeri,
Gli stranieri, «Le Tre Venezie», luglio 1936, pp. 213-221.
E. Zorzi,
Besrodny, Venezia, Edizioni Ateneo, 1945.
Nota
Nelle fonti italiane si incontra anche come Pietro Besrodny o Bezrodny, Pierre Besrodny.
Fonti archivistiche
Archivio Storico del Comune di Venezia - Immigrazioni dall'estero:
1914, marzo, n. 2, Bezrodny Pietro
1924, marzo, n. 3, Besrodny Pietro
Soprintendenza alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea (G.N.A.M). Archivio Storico.
Nell'immagine: Pierre Bezrodnyj,
Una calle veneziana, olio su tela, anni 1905-1915, 49,5 x 29 cm.
Matteo Bertelé, Raffaella Vassena