Si esibisce per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano Fedor Šaljapin, nel ruolo del protagonista in Mefistofele di Arrigo Boito. Šaljapin canta diretto da Arturo Toscanini, accanto a Filippo Caruso ed Emma Carelli. Sul palcoscenico appare un Mefistofele diverso da quelli passati. L'originale costume disegnato da Aleksandr Golovin, il trucco marcato, le movenze diaboliche e la superba interpretazione dell'artista russo mandano in visibilio il pubblico:
Quando finii di cantare le ultime battute, dopo le quali doveva attaccare il coro, all'improvviso si udì un fortissimo fragore. Mi sembrò che le decorazioni stessero crollando. Istintivamente mi chinai, ma poi capii che questo rumore minaccioso e assordante proveniva dalla sala.
Là stava accadendo qualcosa di inimmaginabile. Solo chi è stato nei teatri italiani può immaginarsi cosa siano gli applausi o le proteste degli italiani [...]. Ricordo che, dalla ribalta, vedevo l'enorme sala, le bianche macchie dei volti, le spalle delle dame, il bagliore dei gioielli e il battito di migliaia di mani. Non avevo mai visto un pubblico più entusiasta [F. Šaljapin, Stranicy iz moej žizni, Leningrad: Muzyka, 1900, pp. 180-181].
Il soggiorno a Milano offre a Šaljapin l'occasione per entrare in contatto con i più illustri esponenti del panorama musicale e artistico italiano: oltre a Toscanini e Caruso, i tenori Francesco Tamagno e Angelo Masini, i compositori Giacomo Puccini e Pietro Mascagni, l'editore Giulio Ricordi, il poeta Gabriele d'Annunzio.