Trascorsa l'adolescenza a Rybinsk, nel 1899 si iscrive all'Accademia di Scienze commerciali di Mosca (Moskovskaja praktičeskaja akademija kommerčeskich nauk). Tra il 1903 e il 1907 studia, sotto la guida di D. A. Ščerbinovskij, presso l'Istituto Stroganov (Stroganovskoe učilišče) di Mosca. Dopo il matrimonio con la compagna di studi Elizaveta De Broche, nel 1907, si sposta a Pietroburgo, all'Istituto superiore d'Arte presso l'Accademia delle Arti (Vysšee chudožestvennoe učilišče pri Akademii chudožestv), dove studierà fino al 1913 sotto la guida di D.N. Kardovskij e A.A. Kiselev. Distintosi subito per l'innato talento pittorico e la straordinaria raffinatezza formale, nel 1909 Grigor'ev entra a far parte del gruppo "Il Triangolo" (
Treugol'nik), guidato da N. I. Kul'bin, e partecipa alla mostra "Impressionisti" (
Impressionisty).
Tra il 1912 e il 1914 vive a Parigi, dove per qualche mese frequenta l'Académie de la Grande Chaumière. In questo periodo scrive, sotto lo pseudonimo di Boris Gri, il romanzo
Giovani raggi (
Junye luči, 1912) e realizza copertine e illustrazioni per le riviste «Satirikon» (1911), «Novyj Satirikon» (1914) e «Lukomor'e» (1913-1916). Il vero successo arriva però nel 1913, quando alle mostre del "Mondo dell'Arte" (Mir Iskusstva) a Pietroburgo viene esposta la serie intitolata
Intimité: disegni, acquarelli e ritratti della vita parigina, con i suoi angoli più suggestivi e i suoi caratteristici caffè. Da questo momento Grigor'ev partecipa a tutte le mostre del gruppo, di cui diventa membro effettivo nel 1917.
Nel 1918 l'artista espone alle mostre del "Mondo dell'Arte" opere tratte dal nuovo ciclo
Raseja: nove pitture e sessanta disegni nei quali alla sensibilità ritrattistica unisce un gusto particolare per la rappresentazione della campagna e del villaggio russo dei dintorni di Pietrogrado e Petrozavodsk. I virtuosismi di linee e colori di Grigor'ev conferiscono parvenze primitive e quasi grottesche alle figure dei contadini, dei bambini o dei vecchi ritratti. L'album di
Raseja esce nel 1918 con articoli di P. E. Ščegolev e N. E. Radlov e con il saggio lirico
Linea (Linija), scritto dallo stesso Grigor'ev. In questo stesso anno cura le illustrazioni per
Il conte Nulin (Graf Nulin) e
La casetta a Kolomna (Domik v Kolomne
) di A. S. Puškin.
Dopo una breve collaborazione con i bolscevichi (si ricorda in particolare il lavoro alla redazione della rivista «Plamja», diretta da
A.V. Lunačarskij, e il suo contributo alle decorazioni di Pietrogrado in occasione del primo anniversario della Rivoluzione d'ottobre), nel 1919 lascia la Russia e si stabilisce in Germania, a Berlino, con la moglie e il figlio di cinque anni Kirill
(1915–2001). In Germania cura le illustrazioni di diverse riviste dell'emigrazione, come «Žizn'», «Rus'», «Russkij emigrant», nonché di libri come
L'isola dei bambini (Detskij ostrov) di
Saša Černyj (Danzig, 1921),
Anfisa Petrovna di M.E. Saltykov-Ščedrin (München, 1923) e
Primo amore (Pervaja ljubov') di I. S. Turgenev (Berlin, 1923). Tra le sue illustrazioni una menzione particolare meritano i 60 disegni che l'artista compone tra il 1916 e il 1932 per un'edizione in lingua inglese, poi mai pubblicata, de
I fratelli Karamazov (Brat'ja Karamazovy) di F.M. Dostoevskij.
Nel 1921 si trasferisce a Parigi, dove continua a partecipare alle mostre del "Mondo dell'Arte" e dove viene allestita, presso la galleria
Povolotsky, una sua mostra personale. Nel 1922 realizza una serie di ritratti degli attori del Teatro accademico d'Arte di Mosca (MChAT), tra cui Konstantin Stanislavskij e Ol'ga Knipper, che vengono pubblicati nell'album
Visages de Russie, 1923. Esegue inoltre due cicli di paesaggi bretoni e normanni.
Nel corso di questi anni il talento e la fama di Grigor'ev crescono sensibilmente, fino a fare di lui uno degli artisti più ricercati dell'emigrazione russa. Significativo è il giudizio di
Mstislav Dobužinskij in una lettera del 1927 allo storico dell'arte F.F. Nofgaft: è un insopportabile maniaco, ma procede inarrestabile. A Grigor'ev vengono infatti commissionati ritratti di personalità letterarie e artistiche russe, che vanno a sommarsi a quelli che aveva già eseguito in patria (tra questi, Il'ja Repin, 1915;
Vsevolod Mejerchol'd, 1916; Mstislav Dobužinskij, 1916;
Fedor Šaljapin, 1918, 1921-1922; il filosofo Lev Šestov, 1921; il poeta Sergej Esenin, 1921;
Maksim Gor'kij, 1926) e le sue opere sono esposte nelle gallerie più importanti d'Europa e d'Oltreoceano: tra le mostre più significative, si ricordano quelle allestite presso The New Gallery di New York nell'aprile 1923 e presso il Worcester Art Museum nel gennaio 1924, nonché la collettiva al Salon de Paris nel novembre del 1923, insieme a
Filipp Maljavin, Boris Kustodiev e
Natalija Gončarova.Ritratto di V. E. Mejerchol'd, 1916
rupo.ru/m/732/boris_dmitriewich_grigoryew.htmlIn Italia, Grigor'ev è nel 1920 tra gli artisti espositori al Padiglione russo della XII Biennale di Venezia (Pitture:
Il palazzo delle danze;
Ritratto dell'attore Moissi;
Ritratto del regista Max Reinhardt;
Testa di donna;
Villaggio russo. Disegni in bianco e nero:
Ritratto del Sig. Chaljapine in Boris Godunoff;
Donna;
Donna;
Nyon;
Paesaggio russo;
Paesaggio russo) e, nel 1923, tra gli acquerellisti protagonisti della Prima esposizione internazionale dell'acquerello a Milano (Acquarelli:
Notte bianca; In Russia;
Ritratto; Figure russe;
Contadina russa).
Come testimonia una lettera ad Evgenij Zamjatin, nel gennaio del 1926 Grigor'ev si trova di nuovo a Milano, ospite d'onore all'inaugurazione della sua Mostra personale presso la Galleria Pesaro:
Aspetto in smoking, elegantissimo, le 9 di sera, per recarmi alla mia mostra che aprirà tra 20 minuti al Palazzo Poldi-Pezzoli. Solo una parete separa il vostro vecchio amico da Pollaiolo, Botticelli, Bellini, ecc. Questo a Milano, dove sono stato invitato. (Lettera del 14 gennaio 1926. Cfr. Terechina, 1998).
L'introduzione al catalogo della mostra (opere esposte: 1. Ritratto della signora di Boris Grigorieff; 2. La miseria; 3. Contadini bretoni; 4. Lo Zar Teodoro, dal ciclo I volti della Russia; 5. Pont-Aven; 6. Claude Ferriére; 7. Ritratto della signora Kwill; 8. Una marchesa; 9. Vecchio porto; 10. Ritratto del filosofo russo Leone Chestoff; 11. Fanciulla bretone; 12. Giovane donna; 13. Una testa; 14. Modella; 15. Natura morta; 16. Il giardiniere; 17. Paesaggio (Pont-Aven); 18. Paesaggio (Pont-Aven); 19. Ritratto del figliolo di Boris Grigorieff; 20. L'attore Katschaloff; 21. L'attore Podgorny; 22. Una donna di Pont l'Abbé; 23-40. Paesaggi di Bretagna) reca la firma di Vittorio Pica:
Oggi, nella maggiore delle sale della Galleria Pesaro e nel corridoio che la precede, egli si ripresenta, con quaranta quadri ad olio, acquarelli e disegni a matita, appalesandosi, attraverso tante varietà di tecniche, di formati e di soggetti, in tutta la sua davvero formidabile possanza di acuto e penetrante osservatore della fisionomia umana e di veristico e talvolta crudele raffiguratore della movimentata vita dei giorni nostri nei più diversi paesi e nei più diversi ambienti. L'opera di lui, così multiforme e interessante, merita senza dubbio di venire a lungo analizzata nei suoi diversi aspetti cerebrali e formali come una delle manifestazioni più intense e più significative del trasformarsi e del rinnovarsi dell'arte internazionale dei giorni nostri... (Pica, 1926, pp. 20-21).
Tra il febbraio e il marzo del 1926, Grigor'ev è a Napoli e a Sorrento, per lavorare al ritratto di Gor'kij. Della storia di questo ritratto e del rapporto instaurato in questo periodo tra Grigor'ev e Gor'kij esistono versioni differenti. Secondo lo scrittore Arkadij Gavrilov (1930-1991), il ritratto realizzato da Grigor'ev non piacque a Gor'kij perché grottesco ed inquietante, in particolare per l'innaturale posizione delle mani che facevano sembrare Gor'kij una "marionetta tirata da fili" (Gavrilov, pp. 335-336).
In realtà, a giudicare dalla dedica su una fotografia che li ritraeva insieme con il dipinto, "A Boris Grigor'ev venerando il suo talento. M. Gor'kij. Napoli. 10. III. 1926" (conservata presso la Casa Museo di Gor'kij, Dom-Muzej M. Gor'kogo, a Mosca), Gor'kij doveva tenere in alta considerazione il talento di Grigor'ev e rimase soddisfatto del risultato del suo lavoro. Nel suo diario, del resto, anche l'artista descrive il sentimento di profonda amicizia che nacque tra loro durante la realizzazione del ritratto:
Gor'kij eccita la mia immaginazione. È semplice, privo di pretese. È sorprendente, brillante e umanamente buono. Posa per me per due ore e mezzo e mi fa rimanere a pranzo da lui [...]. Sento che per la prima volta nella vita ho trovato un vero amico. Amo tutto quello che lo circonda. Egli sa così tanto, ha sentimenti così profondi, capisce tutto con una tale precisione. Mi è caro e vicino come una parte di me stesso [...]. La mia tela è quasi quadrata. La somiglianza con Gor'kij è quasi perfetta. Lui cammina nel campo. In lontananza si vedono i tetti delle case del villaggio, la chiesa del villaggio. Dietro di Gor'kij c'è una folla di protagonisti dei suoi libri. Il suo volto è raggiante. È come se lui stesse in ascolto del canto delle voci nell'aria. E i suoi occhi! Gor'kij disse: "Questo ritratto è il migliore di tutti i miei ritratti" (Talalay, 2006, pp. 194-195 ).
È dello stesso tono una lettera scritta da Grigor'ev ad E. Zamjatin il 3 maggio 1926, al ritorno a Parigi da Venezia, dove ha partecipato alla XV edizione della Biennale:
Ho fatto amicizia con Gor'kij, ho trascorso insieme a lui sei settimane a Napoli, letteralmente giorno e notte. Per 23 giorni ha posato magnificamente, 3 ore al giorno. È straordinariamente mite, sensibile e buono. Del ritratto ha detto: "È la prima volta che sento me stesso su una tela" (cfr. Terechina, 1998).
Il ritratto di Gor'kij acquista subito ampia notorietà ed è esposto nell'aprile 1926 alla Biennale di Venezia, nella sala degli stranieri residenti in Italia, dove è presente anche Grigorij Šiltjan. In questa stessa occasione Grigor'ev espone anche il quadro Facce russe, tratto dal ciclo Raseja, e Madonna, un ritratto della nuora di Gor'kij, Nadežda Peškova con la figlia.
A giudicare dalle recensioni sulla stampa, il ritratto di Gor'kij non mette d'accordo nemmeno i critici d'arte italiani: se Nebbia definisce le opere di Grigor'ev
"vaste e concettose", Lancellotti le liquida come "alquanto deboli" (Lancellotti, p. 18).
Alla Galleria Bernheim di Parigi nel giugno 1927 si tiene l'ultima mostra del "Mondo dell'Arte" dove, secondo alcuni documenti scritti a mano da Dobužinskij, presidente del comitato organizzativo, vengono esposti i lavori di 43 pittori residenti sia in URSS sia in Occidente. Grigor'ev è vice presidente del comitato organizzativo e artista espositore: in una recensione il critico Ivan Žarkovskij loda in particolar modo il suo ritratto di Gor'kij, definendolo "eccellente".
Tra il 1928 e il 1929 Grigor'ev è in Cile come professore dell'Accademia di Belle Arti di Santiago. Nel 1930 fa ritorno in Francia, ma nel 1935 si sposta negli Stati Uniti, è decano della New York School of Applied Arts. Nel 1936 torna a viaggiare nell'America Latina e nel 1938 ritorna definitivamente in Francia, dove muore, nel 1939, nella sua villa Borisella di Cagnes-sur-Mer.
Pubblicazioni
B. Gri,
Junye luči, Sankt-Peterburg, 1912.
B. D. Grigor'ev,
Nabroski na peske: (Vospominanija), «Color and Rhyme», 1951, n. 23.
B. D. Grigor'ev,
Iz dnevnika, in I. A. Brodskij (a cura di),
Gor'kij i chudožniki: Vospominanija. Perepiska. Stat'i, Moskva, 1964, pp. 92-98 (trad. italiana in
Uno scrittore "amaro" nel paese "dolce". Maksim Gor'kij fra Capri, Sorrento e Mosca, a cura di M. Talalay, Capri, Oebalus Edizioni, 2006, pp. 194-196).
B. D. Grigor'ev,
Pis'ma, a cura di R. Antipova, «Naše nasledie», 1990, n. 4, pp. 44-60.
M. Gor'kij - B. D. Grigor'ev,
Perepiska, publ. I. A. Zajcevoj, in
S dvuch beregov. Russkaja literatura XX veka v Rossii i za rubežom, Moskva, IMLI RAN, 2002, pp.540-616.
Cataloghi e album
Intimité. Tekst Vs. Dmitrieva i Vs. Voinova, Petrograd, 1918.
Raseja. Tekst P. E. Ščegoleva, N. E. Radlova, B. D. Grigor'eva, Petrograd, 1918.
Boui Bouis au bord de la Mer. Tekst S. Makovskogo i M. Osorgina, Berlin, 1924.
Visages de Russie. Texte de L. Réau, A. Levinson, A. Antoine et C. Sceridan, Paris, 1923.
Associazione Acquerellisti Lombardi-Società per le belle arti, Prima esposizione internazionale dell'acquerello, Milano, Primavera 1923.
V. Pica,
Mostra individuale dei pittori Boris Grigorieff e Gaston Balande, Galleria Pesaro, Milano, 1926.