Russi in Italia

Rachele Gutman


Luogo e data di nascita: Białystok, 1885
Luogo e data di morte: Torino (?), 21 giugno 1944
Professione: traduttrice, insegnante di russo

Nata nel 1885 in una famiglia ebrea di Białystok (oggi in Polonia), Rachele Gutman lasciò la Russia alla fine del 1904 e si recò a Torino per compiervi gli studi di medicina. La decisione di emigrare era probabilmente dovuta al numero chiuso che limitava l'accesso degli ebrei alle università imperiali. Per guadagnarsi la vita, la ragazza impartì lezioni private di russo. Uno dei suoi primi allievi fu Alfredo Polledro, che Rachele aveva incontrato nel gennaio del 1905 a un comizio organizzato per protestare contro la repressione zarista dei moti rivoluzionari.
Nato a Torino e laureatosi in legge nel 1904, Polledro (1885-1961) aderiva allora alle tesi del sindacalismo rivoluzionario e svolgeva nella città sabauda un'intensa attività di agitatore politico che gli valse frequenti condanne giudiziarie nel biennio 1905-1906. Quando egli lasciò l'Italia nel luglio del 1906, probabilmente per evitare un nuovo incarceramento, Rachele lo seguì. La coppia si recò prima in Svizzera, poi intraprese un viaggio per l'Europa centrale e orientale e visitò Vienna, Breslavia, Varsavia, Białystok e Pietroburgo. Nel 1907, si stabilì in Francia, a Marsiglia, poi a Nizza. Polledro faceva allora il giornalista e  collaborava a numerose riviste italiane, per lo più appartenenti alla corrente sindacalista rivoluzionaria («Le pagine libere», «Il divenire sociale», «La pace»). Amnistiato nel 1908, poté tornare a Torino e vi sposò, civilmente, Rachele il 31 luglio dello stesso anno. Padre di due bambini (i gemelli Alessandro e Luigi nati nell'aprile del 1908), Polledro trovò un impiego presso la Cassa Mutua Pensioni di Torino e abbandonò a poco a poco la militanza politica (ma non senza aver creato, nel 1908, sul modello della «Guerre sociale» del francese Hervé un effimero settimanale intitolato appunto «La guerra sociale» e, nel 1913, una rivista di ispirazione neo-malthusiana, «L'educazione sessuale»). In quanto a Rachele, riprese l'insegnamento del russo. Prima impartì lezioni private, poi lavorò per due scuole private della città, la Berlitz School e la Scuola Zysle. A partire dal 1916, proseguì la sua carriera d'insegnante in due istituti scolastici governativi di Torino, la scuola media Paolo Boselli e l'istituto commerciale Quintino Sella, dove il russo era stato introdotto come lingua facoltativa dal ministro della Pubblica Istruzione, il torinese Francesco Ruffini (1863-1934).
Durante la Prima guerra mondiale, i coniugi Polledro pubblicarono i loro primi lavori nel campo della russistica. Si trattava soprattutto di opere didattiche come un'edizione scolastica della puškiniana Signorina-contadina (1916), una Grammatica russa teorico-pratica (1917) e un'Antologia russa destinata all'apprendimento della lingua (1919). Nei primi anni del dopoguerra licenziarono anche traduzioni letterarie, come quella di una raccolta di racconti di Averčenko (1920) o una lunga novella di Andreev, Tenebra (1920).
Durante quel periodo, Rachele Gutman non smise di insegnare. Così sul finire del 1918 ebbe fra i suoi allievi Piero Gobetti (1901-1926) e la sua futura moglie Ada Prospero (1902-1968). I due giovani torinesi dedicarono del resto la loro prima versione del russo – L'abisso dell'allora molto in voga Leonid Andreev – alla loro maestra di russo (Torino, Biblioteca di "Energie nove", 1919, Collana d'arte, 1).
Nel gennaio 1926, Rachele Gutman fondò con il marito la casa editrice Slavia. Specializzata nella pubblicazione di autori stranieri, in particolare russi, quella ditta torinese fu attiva tra il 1926 e il 1934. Rachele vi collaborò attivamente in quanto gerente, consigliera e lettrice.
Non si hanno informazioni su Rachele Gutman per quanto riguarda il periodo posteriore alla chiusura di Slavia. Benché per via delle leggi razziali il suo nome non comparisse sul frontespizio, collaborò probabilmente alla redazione di In russo si dice così, un manuale di conversazione curato dal marito e destinato ai soldati dell'ARMIR (Torino, Editrice Libraria Italiana, 1941) così come, secondo la testimonianza dello stesso Polledro, partecipò alla stesura del Dizionario moderno russo-italiano che Alfredo licenziò nel 1949. Morì il 21 giugno 1944.

Pubblicazioni
a
. Opere didattiche
Aleksandr Puškin, La signorina-contadina, novella, testo russo con accentazione, versione letterale e libera, note grammaticali e prefazione a cura di Rachele Gutman-Polledro e Alfredo Polledro, Torino, Lattes, 1916.
Rachele Gutman-Polledro, Alfredo Polledro, Grammatica russa teorica-pratica con accentazione, esercizi, letture, nomenclatura e dizionaretto, Torino, Lattes, 1917.
Rachele Gutman-Polledro, Alfredo Polledro, Antologia russa, con studio particolare dei verbi, accentazione dell'intero testo, note e questionari, Torino, Lattes, 1919.
R. Gutman-Polledro e A. Polledro, Dizionario moderno russo-italiano, con introduzione grammaticale e appendice (le sigle sovietiche), Torino, Lattes, 1949.

b. Traduzioni
Sholeim-Aleikhem, Marienbad. Non romanzo ma pasticcio in 49 lettere e 47 telegrammi, traduzione di A. e R. Polledro, Roma, Formiggini, 1918.
Arkadij Averčenko, Novelle da ridere, tradotte per la prima volta direttamente dal russo da A. e R. Polledro, Roma, Società Anonima Editoriale La Voce, 1920 (Il libro per tutti, 2).
Leonid Andreev, Tenebra, in "L'Ordine Nuovo" [settimanale], 9 ottobre  - 11/18 dicembre 1920 (poi ristampato sull' "Ordine Nuovo" quotidiano dal 24 maggio al 16 giugno 1921). La traduzione è anonima ma Piero Gobetti l'attribuisce a Rachele Gutman. Vedi Piero Gobetti, Nota bibliografica, in Leonid Andreev, Savva (Ignis sanat), dramma in 4 atti, prima traduzione italiana fatta direttamente dal russo da Piero Gobetti e Ada Prospero, Venezia, La Nuova Italia; Ferrara, Taddei, 1921, p. 23. Il giornalista Vito Giuseppe Galati (1893-1968) invece fa di Polledro l'unico autore di questa traduzione (Vito G. Galati, Un catecumeno dell'editoria. Alfredo Polledro, "L'Italia che scrive", IX, 12, dicembre 1926, p. 256). In realtà è molto probabile che la traduzione sia di Rachele e Alfredo.

Bibliografia
1. Testimonianze
Alfredo Polledro, Prefazione a R. Gutman-Polledro e Alfredo Polledro, Dizionario moderno russo-italiano, cit., p. V.
Dopo la morte della moglie, Alfredo Polledro ha steso una commovente autobiografia in cui spesso ricorda la sua figura. Rimasto inedito, il manoscritto è in possesso degli eredi Polledro. Alcune pagine di questo testo sono state inserite nella tesi di laurea di Roberto Alessio sulle Traduzioni dal russo a Torino negli Venti, pp. 172-180.

2. Letteratura critica
Non esiste nessuna trattazione interamente dedicata a Rachele Gutman. Si possono tuttavia trovare notizie su di lei nelle seguenti opere:
Sergia Adamo, La casa editrice Slavia, in Luisa Finocchi, Ada Gigli Marchetti (a cura di), Editori e lettori. La produzione libraria in Italia nella prima metà del Novecento, Milano, Franco Angeli, 2000, pp. 53-98.
Roberto Alessio, Le traduzioni dal russo a Torino negli anni Venti del nostro secolo, tesi di laurea inedita, Torino, Università degli Studi di Torino, a. a. 1987-1988 (relatrice: prof. Marina Federica Rossi Varese).
Laurent Béghin, Da Gobetti a Ginzburg. Diffusione e ricezione della cultura russa nella Torino del I dopoguerra, Bruxelles-Roma, Istituto Storico Belga di Roma, 2007.
Laurent Béghin, Emigrazione russa e editoria italiana fra le due guerre: l'esempio della casa editrice Slavia, in Archivio russo-italiano V. Russi in Italia - Russko-ital'janskij Archiv V. Russkie v Italii, Salerno, Collana di "Europa Orientalis", 2009, pp. 291-302.
Piero Cazzola, La casa editrice "Slavia" di Torino antesignana delle traduzioni letterarie di classici russi negli anni Venti-Trenta, in Aa.Vv., La traduzione letteraria dal russo nelle lingue romanze e dalle lingue romanze in russo. Contributi al Convegno di Gargnano, settembre 1978, Milano, Cisalpino-Goliardica, 1979, pp. 506-515.

Fonti archivistiche
Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Casellario Politico Centrale, busta 4067, fasc. "Polledro, Alfredo".

Laurent Béghin


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