Šaljapina è stabilmente in Italia dal 1938, ma viene sorvegliata dalla polizia politica italiana già a partire dal 1936. In questi due anni è autorizzata a entrare in Italia per motivi di lavoro, poiché "esercita l'arte cinematografica e lavora alla Cinecittà", in effetti è impiegata nelle maestranze del cinema, assistente costumista per il film La principessa Tarakanova (1938, Fedor Ocep e Mario Soldati). L'informatore della polizia italiana riferisce sul suo conto:
È una bellissima ragazza di circa 24-25 anni e, come pare, si occupa di cinematografo. Molto intelligente, essa frequenta diversi alti funzionari del ministero degli Esteri e della Cultura popolare, come il ministro Grazzi, Celesia di Vegliasco, il segretario particolare del Conte Ciano comm. Anfuso ed altri. Mi ha fatto impressione che questa donna ama molto la politica, è al corrente degli avvenimenti più recenti, domanda chiarimenti e parla volentieri di tutto ciò che concerne le questioni politiche. Telefona di frequente a Parigi, dove risiede e dove vive la sua madre con le sue sorelle.
Si trova a Napoli il 12 aprile 1938, giorno della morte del padre, e subito raggiunge la sua famiglia a Parigi (nel 2009 donerà al Museo di cultura musicale Glinka di Mosca il testamento autentico che il padre aveva scritto in francese prima di morire).
Nel 1943, sembra che abbia avuto un ruolo nel recupero del materiale tecnico sottratto dai nazisti negli studi di Cinecittà e trasferito a Praga:
Tutti pensano che, dopo l'armistizio di Badoglio con gli americani, i tedeschi abbiano spedito i macchinari di Cinecittà direttamente a Venezia. Secondo quanto la Repubblica sociale aveva concordato con Berlino. Ma non è vero. Io c'ero e lo so. Fu mio marito, Luigi Freddi, factotum del cinema italiano del regime e di Cinecittà, a salvare quell'inestimabile patrimonio. Successe che Goebbels, schifando gli italiani, aveva dato ordine di incorporare al Reich l'industria cinematografica di Roma. Noi stavamo in un hangar della Giudecca, vuoto nell'inutile attesa. Allora Luigi chiamò il ministro della propaganda di Hitler e me lo passò. Io gli dissi, parlando un ottimo tedesco: caro Paul Joseph, dove sta la tanto conclamata parola d'onore dei tedeschi? Cinecittà deve rivivere a Venezia, non a Praga. Così i macchinari tornarono in Italia (I. Carezzano, pp. 16-17).
Con la caduta della Repubblica Sociale Italiana cominciano anni duri per Marina e Luigi Freddi: lui tenta di raggiungere la Svizzera, dove lo aspetta la moglie, ma viene respinto alla frontiera e, consegnatosi ai partigiani, è arrestato con l'accusa di ingiustificato arricchimento. Nel 1946 dopo il proscioglimento e la scarcerazione, Freddi è impossibilitato a lavorare e la famiglia viene a trovarsi in gravi ristrettezze economiche: Šaljapina per cinque anni lavora come incaricata dell'intrattenimento dei viaggiatori tra il personale di bordo di transatlantici e navi da crociera, ottenendo così il titolo di primo ufficiale della marina italiana. Questa esperienza, come dichiara lei stessa, le sarà molto utile anni dopo, quando si occuperà di turismo d'élite in Italia.
Per un certo periodo lavora anche nel cinema, recitando in alcune pellicole, tra cui Altri tempi di Alessandro Blasetti (1951), film a episodi con Vittorio de Sica e Gina Lollobrigida. Negli anni Ottanta, è redattore capo dell'edizione romana della rivista inglese «Harpers & Queen».Fedor Šaljapin con le figlie Marina e Marfa
http://miss-mira.narod.ru/miss/miss/russ1931-3.html
Marina e Marfa Šaljapiny in un quadro di B. M. Kustodev, 1920
http://www.rulex.ru/rpg/portraits/27/27065.htm