Russi in Italia

Aleksandr Michajlovič Barjanskij


Luogo e data di nascita: Odessa, 16 dicembre 1883
Luogo e data di morte: Bruxelles, 1961
Professione: violoncellista
Residenza: Roma, Piazza di Spagna 9; Firenze, Pensione Picciardi in Piazza Poggio 1

Violoncellista famoso e social-rivoluzionario. Il nome di Aleksandr Barjanskij è legato indissolubilmente a quello del compositore Ernest Bloch, che a lui e alla moglie, Ekaterina Konstantinovskaja (Konstantinowsky Katerine), ha dedicato la rapsodia ebraica per violoncello e orchestra Schelomo, nata, in qualche misura, proprio dal loro incontro. Ne ripercorre la genesi lo stesso Bloch:

This is the story of Schelomo. Towards the end of 1915 I was in Geneva. For years I had been sketching a musical setting of the Book of Ecclesiastes, but neither French, German, nor English suited my purpose and I did not know enough Hebrew. Consequently the sketches accumulated-and slept. One day I met the cellist Alexander Barjansky and his wife. I heard Barjansky play and immediately became his friend. I played him my manuscript works – the Jewish Poems, the Israel Symphony, and the Psalms – all of which were then unpublished and had failed to arouse anyone's interest. The Barjanskys were profoundly moved. While I played, Mme. Barjansky, who had borrowed a pencil and a piece of paper, sketched a little statue – her 'sculptural thank', as she put it. At last, in my terrible loneliness, I had found true, warm friends. My hopes revived and I began to think about writing a work for that marvelous cellist. Why not use my Ecclesiastes material, but instead of a human voice, limited by a text, employ an infinitely grander and more profound voice that could speak all languages – that of his violoncello? I took up my sketches, and without plan or program, almost without knowing where I was headed, I worked for days on my rhapsody. As each section was completed, I copied the solo part and Barjansky studied it. At the same time Mme. Barjansky worked on the statuette intended as a gift for me. She had first thought of sculpting a Christ, but later decided on a King Solomon. We both finished at about the same time. In a few weeks my Ecclesiastes was completed, and since the legend attributes this book to King Solomon, I gave it the title Schelomo (Bloch 1955-1966)

Lo stretto legame tra la statua della Barjanskaja e l’opera di Bloch è rimarcato da Klàra Mòricz:

The statuette – Katherina Barjansky’s artistic response to Bloch's explicitly Jewish works – in turn offers a visual expression of what Bloch's audience expected from and consequently heard in a music labeled "Jewish’: heavy Orientalism, black and golden colors, and a sensuous, peremptory expression [Moricz 2001, 478]

Il connubio intellettuale tra il violoncellista ed il compositore perdura: è Aleksandr Barjanskij stesso ad eseguire per la prima volta Schelomo (1917), mentre il 22 gennaio 1933 a Roma, al teatro Augusteo, suona alcune composizioni sinfoniche di E. Bloch, in un concerto diretto dallo stesso compositore.

In Italia risulta risiedere a Roma, con la moglie Ekaterina, a Piazza di Spagna 9 (nel maggio 1919), mentre è attestata la sua presenza a Firenze dal 10 gennaio 1922 alla Pensione Picciardi in Piazza Poggio 1 (cfr. la lettera di Ekaterina Barjanskaja a Umberto Zanotti-Bianco dell’8 giugno 1922). I coniugi Barjanskie frequentano l’ambiente artistico ed intellettuale fiorentino e romano. Nel 1929 il compositore Francesco Santoliquido dedica “ad Alessandro Barianskij” l’Aria antica per violoncello e pianoforte (Milano, G. Ricordi e C., 1929). U. Zanotti-Bianco lo ricorda nel suo Diario dall’Unione Sovietica 1922: il loro rapporto è testimoniato dalla corrispondenza conservata nell’archivio personale dell’archeologo e protrattasi sino al 1958 (l’ultima lettera risale all’11 aprile).

Dalle lettere si evince come Zanotti-Bianco aiuti il violoncellista ad allestire concerti in Italia: nel 1938 Barjanskij si congratula con lui per la scelta del luogo riferendosi ad una recente esibizione (UZB, A01.01.UA31), nel 1945 da Bruxelles rinnova a Zanotti-Bianco il desiderio di tornare ad esibirsi nel Bel paese:

Mio caro Umberto […] vorrei ancor’una volta suonare in tutta Italia. Vorrei anch’io fare qualche cosa per aiutare la miseria di quella Italia che amo tanto alla quale sono rimasto fedele malgrado l’infamia di vent’anni del regno della bestialità fascista [lettera del 28 ottobre 1945].

Ancora nel dicembre del 1949, traendo spunto dall’anno di Bach (1950), Barjanskij propone a Zanotti-Bianco di organizzare delle esibizioni, offrendosi di dirigere in prima persona l’orchestra: "Potrei dare dei concerti con un piccolo ensemble di 10 musicisti (doppio quartetto, un basso e un flauto), senza direttore all’orchestra" [lettera del 4 dicembre 1949].

I rapporti di A. Barjanskij con le autorità italiane sono complessi, come testimoniato da un curioso caso di omonimia occorso nel 1922: il 6 febbraio, il suddito russo Aleksej Barjanskij, residente in Bulgaria, si rivolge alla Regia Legazione italiana di Sofia per richiedere che venga avviata un’indagine allo scopo di chiarire che egli “non ha nulla in comune con certo Alessandro Barjanskij noto per idee bolsceviche e residente a Roma” (Telespresso del Ministero degli Esteri al Ministero dell’Interno del 16 marzo 1922). Egli ha infatti scoperto di essere inserito nella lista delle persone sospettate di bolscevismo. Il continuo errore di persona gli ha impedito in diverse situazioni di ottenere permessi di soggiorno e visti per diverse destinazioni. La vicenda si conclude il 4 febbraio 1922, quando egli ottiene dalla Legazione russa in Bulgaria un certificato che attesta la sua identità – nato a Odessa 29 anni, taglia media, capelli castano scuro, occhi scuri, viso ovale – che consegna alla Legazione italiana.

Nota
Nelle fonti italiane s’incontra Barjansky Alessandro di Michele e di Rosa Kolpantschy. Nelle fonti americane s’incontrano Barjansky Alexander e Chaterine.

Opere
A. Barjansky, Classical Masters in Easy trio Arrangements for Piano, Violin and Violoncello, NY, 1937

Bibliografia
E. Bloch, Schelomo (Solomon): rhapsodie hebraique pour violoncelle solo et grand orchestre; version pour violoncelle et piano par l’auteur, New York 1918 (sul frontespizio: “Pour Alexandre et Catherine Barjansky”).
F. Santoliquido, Aria antica per violoncello e pianoforte, Milano 1929.
E. Bloch, San Francisco Symphony Orchestra Program Notes, San Francisco 1955-56.
F. Farga, Storia del violino, Milano 1962
U. Zanotti-Bianco, Diario dall'Unione Sovietica 1922, a cura di M. Isnardi Parente, «Nuova Antologia», 1977, CXII.
A. Jacobs, Alexander Barjansky, «The Musical Times», 1988, N.1746, p. 385.
D. Z. Kushner, Ernest Bloch: a guide to research, New York-London, 1988.

U. Zanotti-Bianco, Carteggio 1919-1928, a cura di V. Carinci e A. Jannazzo, Roma-Bari, 1989.

K. Moricz, Sensuous Pagans and Righteous Jews: Changing Concepts of Jewish Identity in Ernest Bloch’s Jézabel and Schelomo, «Journal of the American Musicological Society», 2001, n. 3, pp. 439-491.
D. Z. Kushner, The Ernest Bloch companion, Westport, 2002.

C. Manfredini, Bruce Carlson (a cura di) I violoncelli di Antonio Stradivari. Antonio Stradivari’s Cellos, Catalogo della mostra tenutasi a Cremona, Museo civico Ala Ponzone 2-17 ottobre 2004, Cremona 2004.
T. D. Price, A Brief History and Analysis of Ernest Bloch’s Schelomo, in
http://www.cello.org/Newsletter/Articles/schelomo.htm
J. Solow, Ernest Bloch: Schelomo, in
www.jeffreysolow.com/Writings/BlochSchelomo.doc
M. Nott, Ernest Bloch’s Conducting, Moldenhauer Archives at the Library of Congress, in
http://memory.loc.gov/ammem/collections/moldenhauer/2428113.pdf


Fonti archivistiche

Archivio Centrale di Stato, Ministero dell’Interno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Affari generali e riservati, 1922, cat. A11, f. Barjansky Alessio n. 33.

ANIMI, f. Zanotti-Bianco, A01.01 UA31; f. Zanotti-Bianco, B.4. Missione Umanitaria. UA02.

Nella foto di Ernest Bloch del 1926 a Parigi sono riconoscibili (da sinistra) Marguerite Bloch, Aleksandr Barjansky, Suzy Bloch, Lucienne Bloch
http://www.luciennebloch.com/biographies/lucienne_bloch.htm

Laura Piccolo, Bianca Sulpasso



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