Dopo gli studi all’Istituto teatrale di Pietroburgo (S.-Peterburgskoe teatral’noe učilišče) nel 1913 conosce e sposa con rito civile il famoso critico letterario e artistico Akim Volynskij (1861–1926). Nel 1916 prende parte alla tournée dei Balletti russi negli Stati Uniti come partner di Vaclav Nižinskij in Les Sylphides e Le Spectre de la Rose. Dal 1917 entra nella compagnia di balletto del Mariinskij teatr, di cui nel 1920 diventa prima ballerina: ha un’eccellente tecnica e uno stile scenico perfetto, è considerata l’incarnazione della ballerina romantica, le sono affidati i ruoli principali nello Schiaccianoci di Čajkovskij, Les Sylphides di Chopin, Giselle di Adolphe Adam.
La sua delicata salute non sopporta le difficoltà della vita a Pietrogrado dopo la rivoluzione; nel 1924 aiutata dal secondo marito Boris Gitmanovič Kaplun (1894–1937), un comunista amante dell’arte e del balletto, ottiene un visto per motivi di salute (curarsi in Italia) e insieme alla madre lascia la Russia.
Dal 1924 al 1932 è la prima ballerina del balletto dell’Opera di Parigi, dove ogni sua esibizione manda in visibilio il pubblico: danza in La Tragédie de Salomé di Florent Schmitt e insieme a Sergej Lifar’ nei balletti da lui ideati Les créatures de Promethée (1929) e Bacchus et Ariane (1931).
In Italia viene con l’ultima tournée dei Balletti russi nel 1926-1927: dal 26 dicembre al 6 gennaio 1927 si esibisce nel Teatro di Torino, di recente restaurato e rinnovato con programmi originali da Riccardo Gualino; poi il 10, 12 e 16 gennaio è al Teatro alla Scala, dove è partner di Lifar’ nell’Uccello di fuoco di Igor’ Stravinskij (coreografia di Michail Fokin, scene e costumi di Natal’ja Gončarova, messinscena di Sergej Grigor’ev e Ljubov’ Černyševa), in Cimarosiana (musica di Cimarosa, coreografia di Leonid Mjasin, scenografia di Leon Bakst), nel Mariage d’Aurore dalla Bella addormentata di Čajkovskij (coreografia di Marius Petipa, scenografia di Leon Bakst, costumi di Bakst e Aleksandr Benua), nel Lago dei cigni (musica di Čajkovskij, coreografia di Marius Petipa e scene di Konstantin Korovin).
Nel 1932 fa una storica apparizione a Londra, ballando in Giselle con Anton Dolin e il Royal Ballet; poi dal 1932 al 1937 è in tournée per il mondo con diverse compagnie, interpretando sia ruoli del repertorio classico che balletti di coreografi contemporanei come Michail Fokin; nel 1934 con l’ex compagnia di Anna Pavlova, diretta da Viktor Dandre, visita l’Australia.
Nel 1937 abbandona la scena, nel 1939 la minaccia della guerra che incombe sull’Europa la spinge a trasferirsi in America, dove il suo stato di salute psichica peggiora: passa gli ultimi anni di vita dapprima in una clinica psichiatrica, poi nel pensionato della Fondazione Lev Tolstoj, organizzata per i compatrioti russi dalla figlia minore dello scrittore Alessandra (1884-1979).
Fonti archivistiche
Civico Museo Teatrale, Trieste. Fondo del barone Georges de Chapovalenko (1908-1999).
Fondazione del Teatro alla Scala, Milano. Archivio della Biblioteca Livia Simoni.
Bibliografia
A. Schaikevitch, Olga Spessivtzeva, magicienne envoutée, Paris: Librerie de Lettres, 1954
S. Lifar, The Three Graces: Anna Pavlova, Tamara Karsavina, Olga Spessivtzeva. The Legends and the Truth. London: Cassell & Co, 1959.
A. Dolin, The Sleeping Ballerina: The Story of Olga Spessivtzeva, London: Muller, 1966.
D. Craine, J. Mackrell, The Oxford Dictionary of Dance, New York: Oxford University Press, 2000.
S. Baldi, La velocità del fauno. I quattordici spettacoli dei Ballets Russes a Torino (1926–1927) // Rivista Italiana di Musicologia. 2012. P. 245–271.
Link
Olga Aleksandrovna Spesivtseva (1895–1991) // Bibliothèque nationale de France http://data.bnf.fr/12171764/olga_aleksandrovna_spesivtseva/ (дата обращения 13.11.2020).
Laura Piccolo
27 novembre 2020