Durante l'ultimo decennio dell'Ottocento K. ritrae, come aveva fatto Serov, il cantante italiano Angelo Masini, spesso in tournée in Russia (dipinto conservato alla Galleria Tret'jakov di Mosca):
Il colorito scuro, nonostante l'apparente monocromatismo, si distingue per la sua stupefacente lavorazione. Il costume dell'artista è dipinto con ricchissime gradazioni di grigio e marrone; preziose sono le sfumature color ciliegia della poltrona, che quasi fuoriesce dal fondo scuro. La pennellata larga, i colpi di pennello dinamici, combinati prevalententemente con sfumature calde, rendono il ritratto molto espressivo. Il virtuosismo della persona ritratta è reso meravigliosamente dal pittore con l'aiuto di un pennello altrettanto artistico (Konstantin Alekseevič Korovin: 1861-1939, pp. 10-11).
Nel 1907 K. espone tre quadri nella Sala russa allestita da Djagilev per la VII Esposizione internazionale d'Arte di Venezia: il ritratto di Šaljapin, il paesaggio intitolato Capanne e la tela Un caffé in Crimea, di cui scrive Vittorio Pica:
Nella delicata tela Un caffé in Crimea, crivellata di luminose macchiette di sole, indovinasi un pennello più disinvolto, più brioso e simpatizzante già con più recenti ricerche pittoriche, tanto da fare ripensare a qualcuno degli effetti preferiti dal tedesco Max Liebermann (Pica, p. 135).
Individuata nella triade Korovin Serov e Levitan gli autentici rappresentanti della pittura nazionale moscovita, Pica aggiunge:
Furono essi, infatti, che, seguendo l'esempio dato in letteratura pei primi dai Puskine, dai Gogol e dai Turghenieff, rivolsero l'attenzione sulle vaste, desolate e scolorite pianure, sui torbidi stagni, sui magri boschetti di betulle e sui melanconici villaggi delle loro terre natali e si sforzarono di esprimerne i caratteri, insieme con quelli delle popolazioni rusticane che le abitano, mercè una pittura di intonazione grigia per solito ed alquanto monotona nella sua uniformità, ma di assai efficace intensità evocativa.
Proprio Serov espone nella stessa sala veneziana un ritratto di Korovin, che ottiene un notevole successo di pubblico e critica (Edoardo Ximenes lo definisce un ritratto "denso e sintetico") e numerose riproduzioni sulla stampa italiana.
Nel 1911, in occasione dell'Esposizione Internazionale di Roma organizzata per il Cinquantenario dell'Unità d'Italia, Korovin è rappresentato all'interno del padiglione russo dai quadri Testa femminile, Primavera e Lo Sbarcatoio.
Un successivo soggiorno in Italia risale probabilmente al 1918. Nell'archivio della Galleria Tret'jakov di Mosca si conservano alcune fotografie di Venezia scattate tra il 1918 e il 1922 (la disposizione in ordine cronologico dell'album fa presumere che le foto risalgano appunto al 1918).
Strada di Firenze sotto la pioggia
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Korovin e Il gallo d'oro
L'unico lavoro realizzato da Korovin per il teatro italiano sono le scenografie e i costumi per Il gallo d'oro di Rimskij-Korsakov, la cui prima rappresentazione è al Teatro Regio di Torino il 17 febbraio 1925.
Per recarsi a Torino con il regista Vittorio Andoga (Viktor Žurov), ottiene d'ingresso per l'Italia a Parigi nel novembre 1924. Da Torino Korovin scrive a Boris Krasin:
Tu stesso capisci cosa significa disegnare da solo queste scenografie, così variegate e piene di ornamenti. Il teatro è enorme, le dimensioni addirittura maggiori di quelle del teatro Bol'šoj di Mosca. Il laboratorio è all'aperto. Torno in albergo la sera tardi, stanco morto perché è un grande lavoro. Ma quanti giorni e quante notti ho lavorato nella mia vita da quando avevo vent'anni, prima da Mamontov e poi al Bol'šoj? Ho fatto tante mostre, e qual è il risultato? Io vorrei lavorare alle mie cose, cioè a quello che ho raggiunto in pittura. È la mia musica, la mia arte, e io la amo: non porta nulla in sé tranne il bene, e io non posso occuparmene perchè adesso lavoro per il mio bisogno estremo (anche se sto introducendo anche qui, nelle scenografie, il bello). Qui non realizzano messe in scene come quelle del Bol'šoj a Mosca. Io sono stato il primo a porre il problema dell'arte decorativa in teatro (Konstantin Korovin. Žizn' i tvorčestvo, p. 472).
Le scene e i costumi del Gallo d'oro, già messi in scena a Mosca nel 1909 (Kogan, pp. 204-211), rappresentano in assoluto una novità per il pubblico torinese, che conosce così "di prima mano il gusto brillante, estrosamente decorativo dei Ballets Russes" (M. Viale Ferrero, p. 451).
Il giardino di Margherita. Schizzo della scenografia non realizzata per il Faust di Gounod al Teatro alla Scala (Gosudarstvennyj teatral'nyj muzej).
Milano, 1888
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Venezia
http://www.museum-online.ru/Impressionism/Konstantin_Alekseevich_Korovin/Preview/4
Boris Šaljapin, K. Korovin ospite degli Šaljapin, olio 1930
http://www.liveinternet.ru/users/2010239/post112987590/