Figlio di Fedor Michailovič Larionov, medico e farmacista, e di Aleksandra Fedorovna Petrovskaja, dal 1898 studia presso la Scuola di pittura, scultura e architettura di Mosca (Moskovskoe učilišče živopisi,vajanija i zodčestva) sotto la guida di Valentin Serov e Isaac Levitan. Qui si avvicina alla corrente del post-impressionismo e incontra
Natal'ja Gončarova, che diventerà la sua compagna di vita. Nel 1906 viene invitato da
Sergej Djagilev, conosciuto a Mosca alla fine del 1902, a partecipare alla mostra di Arte russa al Salon d'Automne di Parigi, mentre nel 1907 è presente con un dipinto,
Acacie in fiore, alla VII Biennale di Venezia.
In questi anni Larionov conquista sempre maggiore autorità tra gli artisti russi, fino a guadagnarsi il titolo di "inventore principale di tutti i nostri ismi", secondo un'espressione di Natal'ja Gončarova e di Abram Efros. Nel 1907 dà vita alla nuova corrente artistica del neoprimitivismo, che propugna un ritorno alla sorgente e allo stile dell'arte popolare russa, in particolare delle icone, delle insegne e delle tradizionali xilografie russe, con soggetti tratti dalla vita quotidiana e una predilezione per colori vivi e accesi. Organizza le mostre più importanti di questo periodo: nel 1907-1908, con David Burljuk, "La corona" (
Stefanos); nel 1909 "Il vello d'oro", che prende il nome dall'omonima rivista di cui è redattore; nel 1910 "Fante di quadri" (
Bubnovyj valet); nel 1912 "Coda d'Asino" (
Oslinyj chvost); nel 1913 "Il bersaglio" (
Mišen'). Con quest'ultima mostra coincide il nuovo orientamento artistico di Larionov, che con altri artisti scrive il manifesto del Raggismo,
Raggisti e futuristi (
Lučisty i budušniki), in cui vengono suggerite composizioni costruite mediante linee irradiate di colori elementari. Nel 1914 viene richiamato in guerra e combatte nella Prussia orientale ma, ferito, viene riformato.
Nell'aprile 1914 Larionov e Gončarova, nel recarsi a Parigi, sono di passaggio a Roma. Qui, secondo i ricordi di Giuseppe Sprovieri, i due partecipano (senza essere citati nel catalogo) a una "Esposizione libera futurista internazionale", tenutasi nella sua galleria in via del Tritone 125 dal 13 aprile al 25 maggio, insieme ad
Aleksandr Archipenko,
Aleksandra Ekster e altri.
Nel giugno 1915 Larionov parte per la Svizzera, dove inizia a lavorare, insieme alla moglie, per i
Ballets Russes di Djagilev, per i quali curerà le scene e i costumi di
Le soleil de nuit (musica di N. A. Rimskij-Korsakov, 1915),
Les Contes russes (musica di A. Ljadov, 1917),
Le bouffon (musica di
S. S. Prokof’ev, 1921),
Le renard (musica di
I. F. Stravinskij, 1922). In assenza di un coreografo (
Leonid Mjasin era appena stato ingaggiato come primo ballerino), Djagilev incarica Larionov di sovrintendere anche alla coreografia, compito che l'artista svolgerà fino al 1921.
Larionov a Roma nel 1917
Il soggiorno romanoDopo una
tournée in Svizzera e in Spagna, la compagnia dei
Ballets Russes giunge a Roma nell'ottobre 1916, per preparare il balletto
Les Contes Russes, tre episodi di leggende musicate da Anatolij Ljadov sui temi delle fiabe popolari russe,
da mettere in scena al
Teatro Costanzi.
La collaborazione con Djagilev inaugura per Larionov e Gončarova una nuova fase europea della loro attività. Per molti anni saranno strettamente legati alle messinscene dei
Ballets Russes. Per la preparazione delle scene e dei costumi Sergej Djagilev e Leonid Mjasin prendono in affitto un appartamento dotato di pianoforte in Via del Parlamento, che presto si trasforma nel quartier generale della 'delegazione' russa. A loro si unisce
Bakst, autore delle scene e dei costumi per
Les femmes de bonne humeur. Nel gennaio 1917 la compagnia si allarga con l’arrivo di Cocteau e Picasso, giunti a Roma per lavorare al balletto
Parade. Infine, in marzo arriva Stravinskij per dirigere
L’Oiseau de feu e
Feu d’artifice. Mai prima d’allora Roma aveva visto tanti artisti russi tutti insieme!
Larionov e Gončarova risiedono presso
l'Hotel Minerva e affittano uno studio in via Principessa Clotilde. A Roma frequentano ogni domenica il salotto di
Olga Resnevič Signorelli, dove conoscono Giovanni Papini, Giacomo Balla, Alfredo Casella e Eleonora Duse. A Roma avviene anche l'incontro con i futuristi italiani Marinetti e Depero: a quest'ultimo Djagilev commissiona scene e costumi per
Le chant du rossignol, musicato da Stravinskij.
A Roma nel 1917 Larionov partecipa con la moglie a due mostre: in aprile alla presentazione delle
Opere dalla collezione di Leonid Mjasin al Teatro Costanzi di Roma e in marzo alla
Esposizione degli artisti russi dimoranti in Roma, al
Circolo letterario Gogol' in via delle Colonnette 27 nei locali dell'ex studio di Canova: Gončarova espone due disegni e il quadro
Evangelisty (Gli evangelisti), mentre Larionov due opere raggiste,
Osveščennyj trotuar (Il marciapiede illuminato) e
Portret (Ritratto). Dopo una breve
tournée a Napoli e Firenze, i due artisti trascorrono l'estate tra Venezia, Firenze e Torino, per poi fare ritorno a Parigi nell'ottobre 1917. In Italia non torneranno più.
Nel 1918 Larionov si stabilisce con Gončarova definitivamente a Parigi, nel quartiere latino (Rue de Seine, 43). Sue opere sono comunque esposte in Italia: nel 1920 è presente alla XII Biennale di Venezia, Sezione Pittura, con l'acquarello
Schizzo per il Ballo Russo Baba Jaga.
Stravinskij, Djagilev, Cocteau e Eric Satie a Parigi
Disegno di Larionov
en.wahooart.com Gli anni francesiA Parigi l’artista torna alla pittura oggettiva. Dipinge nature morte, interni, quadri sui motivi degli spettacoli teatrali. Espone da solo e con Gončarova nelle gallerie parigine Sauvage (1918), Barbazanges (1919), Les Feuillets d’Art (1920), W. Hirshman (1929), L’Époque (1931) e Le Cadran (1939). Crea le scenografie per gli spettacoli
Symphonie classique su musica di Prokof’ev al Teatro Pigalle (1931),
Sur le Borysthène di Prokof’ev al Grand Opéra (1932).
Dal 1934 collabora con i nuovi
Balletts Russes del Colonel de Basil, per i quali cura ancora le scene e i costumi di
Les Contes russes (Londra, agosto 1934),
Le soleil de nuit (New York, Londra, Melbourne, febbraio 1935), mentre per la compagnia di L. Vojzikovskij cura le scenografie di
Port Saïd (Londra, settembre 1935).
I suoi quadri sono esposti a New York (Brooklyn Museum, 1923, Grand Central Palace, 1924), L’Aia (1924), Bruxelles (1928), Birmingham (1928), Belgrado (1930), Wilmington, negli Stati Uniti (1932), Londra (1935), Praga (1935). In Italia espone tra maggio e ottobre 1936 all'Esposizione internazionale delle arti decorative e industriali moderne e dell'architettura presso la Triennale di Milano, dove è insignito di una medaglia d'argento.
A Parigi partecipa a diverse esposizioni (“Quarante sept artistes” e “Les cent du Parnasse” nel Café du Parnasse nel 1921) e mostre collettive di artisti russi presso le gallerie: La Boёtie, 1921; Salon d’Automne, 1921; Café La Rotonde, 1925; Quatre-Chemins, 1928; Zak, 1930; L’Époque, 1931, 1932; d’Alignan, 1931; La Renaissance, 1932; L’Époque, 1932; Zak, 1936. Prende parte anche all’organizzazione di feste da ballo per gli artisti, offre il ricavato dei suoi quadri a favore del Comitato per l’aiuto agli scrittori e scienziati russi (1928), dell’Unione degli scrittori e giornalisti russi (1938), della Colonia Moscovita (1939) e, qualche anno dopo, a favore dei prigionieri di guerra sovietici (1945) e del Comitato di Korovin (1958). È vice-presidente dell’Unione degli artisti russi in Francia.
Nel 1925 collabora all’allestimento del padiglione sovietico all’Esposizione internazionale di Arti Decorative e Industriali moderne a Parigi e nel 1928 è uno degli organizzatori della Mostra di arte francese contemporanea a Mosca. Scrive al tempo stesso per le riviste russe “Čisla”, “Paralleli”, “Russkoe iskusstvo”, raccoglie materiali sulla storia dell’arte russa dell’inizio del XX secolo, inizia la stesura delle sue memorie, redige appunti d’arte, che completa con schizzi. Prepara infine un volume di memorie sul balletto russo.
Nel 1939 ottiene la cittadinanza francese.
Dopo la guerra la sua attività artistica subisce un calo. Partecipa tuttavia alle mostre organizzate dall’Unione dei patrioti russi (1945; “V čest’ pobedy”, 1946) e dal Comitato “Francia - URSS” (1945).
La sua arte torna a suscitare interesse dopo una serie di retrospettive dedicate ai 'pionieri' dell’avanguardia. Sue esposizioni personali si tengono nel 1948 nella galleria parigina Deux Îles, nel 1956 nella Galerie de l’Institut di Parigi, nel 1961 a Londra, Basilea, Bristol e Leeds. Nel 1960 le sue opere vengono esposte alla XXX Biennale di Venezia e nel febbraio 1961 presso la Galleria Schwarz di Milano.
Nel 1950, mentre è impegnato con una compagnia di danza inglese a Londra, è vittima di un ictus che gli provoca la paralisi della mano destra e lo costringe a interrompere la sua attività. Rimasto vedovo nel 1962, muore a Fontenay-aux-Roses il 10 maggio 1964 e viene sepolto nel cimitero di Ivry nei pressi di Parigi.
Pubblicazioni
M. Larionov, N. Gončarova,
Radiantismo, trad. dal russo di Nina Antonelli, illustrazioni degli autori, Roma, 1917.
Cura le illustrazioni di A. Blok,
Les douze, La Cible, Paris, 1920.
Esposizioni italiane
Larionov-Gontcharova, catalogo della mostra alla Galleria Schwarz, introduz. di M. Seuphor, Milano, 1961.
8 pittori russi, Galleria Lorenzelli, Milano, 1971.
Nathalie Gontcharova e Michel Larionov, catalogo della mostra alla Galleria Niccoli, introduz. di C. Belloli, Parma, 1982.
Natalija Gončarova Michail Larionov, catalogo della mostra alla Fondazione Antonio Mazzotta, 25 febbraio-26 maggio 1996, Edizioni Gabriele Mazzotta, Milano, 1996.
Bibliografia
"La tribuna", 12 aprile 1917.
E. Garetto,
Pis'ma N. S. Gončarovoj i M. F. Larionova k Ol'ge Resnevič Sin'orelli, «Minuvšee», n. 5, 1988, pp. 170-176.
G. Di Milia,
Tatlin, Larionov, Gončarova e il Gruppo 13, in
Arte russa e sovietica nelle raccolte italiane, catalogo della mostra presso la Galleria Civica di Modena, Nuova Alfa Editoriale, Bologna, 1993, pp. 9-16.
V. Benini,
"Stupiscimi!", Léonide Massine, ballerino, coreografo e collezionista al Teatro Costanzi di Roma fra il 1914 e il 1917, «Toronto Slavic Quarterly», 21, 2007.
Fonti archivistiche
Fondazione Giorgio Cini, Venezia.
Archivio Signorelli: 3 lettere in russo, [1916-1920].
Siti interessanti
http://www.silverage.ru/paint/larionov/larionov_bio.htmlhttp://www.russianavantgard.com/Nella foto Larionov in un ritratto di Juan Gris da
http://bibliophilierusse.blogspirit.com/Raffaella Vassena
Scheda aggiornata al 15 agosto 2013