Evgenij ArkadŽevič AnanŽin
E. Čarskij, Gleb Arkad'ev
Luogo e data di nascita: San Pietroburgo, 20 novembre 1888
Luogo e data di morte: Venezia, 22 febbraio 1965
Professione: studioso del Medioevo, giornalista, menscevico
Nasce in una nobile famiglia, durante la Prima guerra mondiale il padre è generale governatore di Sebastopoli. Studia a San Pietroburgo (Gornyj institut) e fin dagli anni studenteschi prende parte all’attività di gruppi rivoluzionari. Nel 1904 lascia la Russia per proseguire gli studi in Germania, Belgio e a Parigi, all'École des Hautes Études en sciences sociales, dove sviluppa interessi di carattere storico-filosofico e letterario; nello stesso tempo continua l’attività politica e nel gennaio 1905 è arrestato nel corso di una manifestazione di protesta davanti all’ambasciata russa di Parigi. Liberato si sposta in Svizzera, a Ginevra e a Berna frequenta i circoli dei fuoriusciti politici russi (a Berna incontra anche Lenin), avvicinandosi alle posizioni dei menscevichi. Da questo momento per molti anni la sua vita è caratterizzata da frequenti spostamenti.
Fino al 1913, anno in cui completa gli studi all'École des Hautes Études, vive tra Parigi, Berlino, San Pietroburgo e la Svizzera, si lega a esponenti dell’ala menscevica del partito socialdemocratico, quali
Georgij Plechanov, Julij Martov, Pavel Aksel'rod, collabora con gli organi di stampa del movimento menscevico "Naša Zarja" e "Luč", firmando con gli pseudonimi E. Čarskij e Gleb Arkad'ev. In questo periodo entra anche in contatto con gli ambienti del socialismo italiano e – stando alle sue memorie – nel 1914 assiste al
XIV Congresso del Partito socialista ad Ancona, incontra Mussolini, allora direttore dell’"Avanti!", e a Milano
Angelica Balabanova. Stringe rapporti più duraturi con il gruppo che fa capo a Filippo Turati (1857-1932) e Claudio Treves (1869-1933). Dal 1915 per quasi cinque anni vive perlopiù in Italia: a Nervi, in Piemonte, a Roma (conosce
Vladimir Zabughin e
Boris Jakovenko), a Milano, dove collabora con
Karl Vejdemjuller alle pubblicazioni periodiche dell'
Istituto russo. Quindi torna in Svizzera e di lì, nel 1920, parte per la Russia assieme alla moglie Ivetta Miserec (?- prima di marzo 1948).
La permanenza di Anan´in nel paese d’origine ha trovato riflesso nella parte finale delle suе note autobiografiche (
Iz vospominanij revoljucionera), dove si parla dei suoi incontri con esponenti politici quali
A.V. Lunačarskij,
G.V. Čičerin, A.S. Enukidze (1877-1937), V.A. Antonov-Ovseenko (1883-1938) e altri, tra cui di nuovo Angelica Balabanova. Il viaggio non dura a lungo e circa un anno dopo la partenza Anan'in riesce a lasciare la Russia: con l’aiuto di
Jurgis Baltrušajtis si reca a Kaunas, dove rimane alcuni mesi in attesa del visto per l’Italia. Rientra in territorio italiano nel 1921 e da questo momento in avanti – a parte alcuni soggiorni in Svizzera (tra cui uno prolungato, dal 1943 al 1948), e in Francia (tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta vive a Nizza tenendo lezioni all’Università locale) – si radica in Italia, stringendo rapporti con molti esponenti della cultura italiana.
Anan'in è stato uno dei rappresentanti dell’emigrazione russa che ha avuto il maggior numero di contatti con intellettuali italiani e ha collaborato più ampiamente con la stampa e con le case editrici italiane (cfr.
Archivio di Evgenij Anan'in). Tra le sue conoscenze ci furono personalità importanti della cultura italiana della prima metà del Novecento, sia di orientamento antifascista quali Piero Gobetti (1901-1926), Luigi Einaudi (1874-1961), Ernesto Codignola (1885-1965), Antonino Anile (1869-1943), Luigi Salvatorelli (1886-1964), sia vicini al regime quali Giovanni Gentile (1875-1944) ed altri. Ebbe contatti intensi anche con slavisti come Federigo Verdinois (1844-1927) e Ettore Lo Gatto (1890-1983).
Negli anni Venti e Trenta vive con la moglie perlopiù a Roma (al momento della richiesta di cittadinanza italiana, 1936, dichiarerà di essere vissuto a lungo anche a Napoli e Venezia, ma non è chiaro quando collocare cronologicamente questi soggiorni) e svolge un’intensissima attività pubblicistica e scientifica. Articoli di Anan'in negli anni Venti compaiono su periodici di varia natura, dal quotidiano cattolico «Il popolo» (organo del Partito Popolare Italiano) al settimanale indipendente
«Echi e commenti» (diretto in quegli anni dall'economista Achille Loria, vicino al socialismo), dall'accademica
«Nuova rivista storica» (su cui scrive regolarmente fino agli anni Cinquanta) a una serie di periodici culturali espressione dell’ala più “intellettuale” del fascismo.
È noto che nel novembre del 1924 Anan’in si rivolse a Gobetti, proponendogli un articolo sulla situazione della Russia contemporanea per la sua rivista
«La Rivoluzione liberale», ma ricevette un rifiuto, motivato dalla diversa opinione che i due avevano degli eventi rivoluzionari in Russia e dell’affinità tra bolscevismo e fascismo, che Anan’in affermava e Gobetti invece negava. L’articolo respinto da «Rivoluzione liberale» non risulta poi pubblicato come tale, ma probabilmente alcune sue parti confluirono in due articoli che Anan’in pubblicò su «Echi e commenti» nel 1926:
L’evoluzione del comunismo in Russia (№ 7. P. 3) e
L’industrializzazione della Russia (№ 33. P. 15-16). Tuttavia è nella rivista
«Critica fascista», diretta da Giuseppe Bottai (1895-1959), ministro dell’Istruzione dal 1936 al 1943, che trovano maggiore spazio le analisi di Anan'in sulla Russia sovietica: qui compaiono sette ampi contributi, pubblicati tra il 1927 e il 1930, dedicati a vari temi d’attualità, argomento anche di altri due articoli pubblicati nel 1930 su
«Nuova Antologia» (№ 1391. P. 105-119; № 1408. P. 248-266).
Fra il 1933 e il 1937 Anan'in pubblica su
«Leonardo. Rassegna bibliografica mensile» e su
«Bibliografia fascista», in quegli anni diretta da Alessandro Pavolini (1903-1945), che dal 1939 al 1943 è ministro della cultura popolare, numerose recensioni a libri di storia e attualità, per la maggior parte stranieri. Come studioso, Anan'in si occupa soprattutto di cultura italiana rinascimentale. Il suo opus magnum, pubblicato con i buoni uffici del filosofo Benedetto Croce (1866-1952), è la monografia
Pico della Mirandola. Sincretismo religioso-filosofico. 1463-1494 (Bari: G. Laterza e Figli, 1937), in cui sottolinea come l’aspetto più rilevante della filosofia di Pico fosse la sintesi tra le dottrine più diverse, non solo quelle di ispirazione cristiana e pagana, ma anche quelle di derivazione ebraica e araba.
Gli studi sull’Umanesimo e sul Rinascimento avevano assunto in quel periodo un ruolo centrale nella ricerca filosofica europea e attraversavano una vivace ripresa anche in Italia: nello stesso 1937 vide la luce anche Giovanni Pico della Mirandola: vita e dottrina di Eugenio Garin (Firenze: F. Le Monnier), che sarebbe diventato in seguito uno dei maggiori studiosi novecenteschi del Rinascimento. La concomitanza con l’uscita del libro di Garin forse non favorì un’accoglienza positiva del libro di Anan'in: se è vero che l’autore ricevette numerose attestazioni di stima, occorre anche dire che una parte del mondo accademico rilevò un certo dilettantismo nell’impostazione dell’opera. A esempio di ciò può essere citata la polemica che oppose Anan'in al filosofo Giuseppe Saitta (1881-1965), il quale pubblicò una recensione aspramente negativa al volume su Pico («Leonardo». 1937. № 7-8. P. 250-251), a cui Anan'in replicò sulla «Nuova rivista storica» (1937. P. 435), ricevendo in risposta da Saitta un articolo contenente un elenco degli “imperdonabili errori” contenuti nel suo libro (Polemica // «Leonardo». 1938. № 6. P. 254-255); a sua volta Anan'in contrattaccava con un nuovo articolo (Ancora a proposito di G. Pico della Mirandola. Replica al Prof. G. Saitta // «Nuova Rivista Storica». 1939. P. 253).
Anan'in contava su numerosi appoggi negli ambienti accademici vicini al regime e nel corso degli anni Trenta fece ripetutamente ricorso agli influenti conoscenti per sostenere le richieste finanziarie che lui stesso, ma più frequentemente la moglie Ivetta per conto del marito, rivolgeva con insistenza al capo del governo Mussolini. Un cospicuo fascicolo conservato nell’archivio della Segreteria particolare del Duce (ACS. SPD. CO. Anagnine Eugenio. 509.105. Scrittore russo) contiene informazioni particolareggiate sui sussidi ripetutamente a lui concessi tra il 1936 e il 1942, e sulle petizioni in suo favore firmate da intellettuali fascisti quali Giovanni Gentile, Carlo Formichi (1871-1943), Gioacchino Volpe (1876-1971), Francesco Ercole (1884-1945), Emilio Bodrero (1874-1949), Giuseppe Cardinali (1879-1955). Dalla stessa fonte si apprende anche che nel 1937 Anan'in aveva cercato di ottenere la direzione del Centro nazionale di studi sul Rinascimento (dopo il 1942 Istituto nazionale di studi sul Rinascimento), fondato nel luglio di quell’anno. La direzione era invece stata assegnata a Giovanni Papini (1881-1956), cui Anan'in si era inizialmente rivolto, in quanto suo vecchio conoscente, affinché intercedesse presso il Duce per la sua nomina. L’episodio ebbe uno strascico polemico, del quale furono protagonisti tanto Ivetta (lettera del 5.7.37 a Giulio Barella, direttore amministrativo dell’organo del Partito fascista «Popolo d'Italia», in cui riporta i giudizi negativi del marito sugli scritti di argomento rinascimentale di Papini), quanto Anan'in stesso (Anagnine E.G. Papini e il Rinascimento // Nuova Rivista Storica». 1939. P. 109-113).
Nel dicembre 1937, per interessamento di Gentile, Anan'in ottenne la cittadinanza italiana, cosa che avrebbe dovuto favorire una sua stabilizzazione presso qualche istituzione culturale (lettera del 24.3.1937 di G. Gentile a Osvaldo Sebastiani, Segretario particolare del Duce dal 1934 al 1941). Tuttavia questo non avvenne, e i coniugi Anan'in continuarono a dibattersi nelle difficoltà economiche anche una volta trasferitisi in Svizzera, nel 1943. Lì Anan'in tenne lezioni all’Università di Ginevra, continuò le sue ricerche spostando i propri interessi verso la cultura spirituale del medioevo italiano, e diede lezioni di russo, tra l’altro alla principessa Maria José, moglie dell'ultimo re d'Italia Umberto II di Savoia. Con lei lo mise in contatto, con ogni probabilità, Luigi Einaudi, futuro presidente della Repubblica italiana, allora in esilio in Svizzera, che nel suo diario ricorda così l’incontro con Anan'in, avvenuto a Ginevra il 20 aprile 1944: “Al pomeriggio alle 17 dagli Anagnine. Alloggetto abbastanza grande, ma senza mobili. Tutto per terra. Danno il tè a noi; ma non possono prenderlo loro, perché hanno solo due tazze. Sono, inaspettatamente anche lui, ambedue russi. Fuggiti verso il 1921. Lui figlio di un generale, nobiltà, cavalli, carrozze. Ora in miseria. Come siano vissuti non si sa. La maggior parte del tempo in Italia, girovagando. Lui è uno studioso serio, sul Rinascimento, Croce gli fece pubblicare un libro su Pico della Mirandola. […] Avevano un alloggio a Roma, con mobili e libri, che abbandonarono. Arrivarono qui con valigie piene di carte di lui, manoscritti. Vestono stracciatamente. Ma il peggio è che lui, in questi stenti, è sempre malato. […] Ha gli occhi buoni, con una faccia tipicamente russa” (Einaudi L. Diario dell’esilio 1943-1944. A cura di P. Soddu. Torino: Einaudi, 1997. P. 126, 127).
All’inizio del 1948 (o alla fine dell’anno precedente, cfr. lettera di Anan'in a Einaudi del 7.3.1948. Fondazione Luigi Einaudi, Fondo Luigi Einaudi, Torino) muore “dopo lunga e penosa malattia” la moglie Ivetta. Rientrato in Italia, dopo qualche anno Anan'in trova infine quella sistemazione stabile alla quale aveva aspirato per tutto l’arco del suo esilio: nel 1953, su invito di un insigne slavista e antropologo che teneva allora la cattedra di lingua e letteratura russa a Venezia, Evel Gasparini (1900-1982), ottiene l’incarico di assistente straordinario presso l’Università Ca’ Foscari. Fino all’anno della sua morte tiene lezioni di storia della Russia e della cultura russa e abita presso la foresteria universitaria.
Gli anni del dopoguerra furono assai produttivi per Anan'in, che, oltre a scrivere corrispondenze per «Russkaja mysl’» e altre riviste dell'emigrazione russa, riprese i propri studi e pubblicò due grossi lavori: Il concetto di rinascita attraverso il Medio Evo. V-X sec. (1958) e Dolcino e il movimento ereticale all’inizio del Trecento (1964). Negli operosi anni veneziani condusse vita appartata, producendo tra l’altro alcune opere di carattere didattico-divulgativo sulla letteratura e la storia russa, e dedicandosi alla scrittura delle sue memorie. I problemi economici che lo avevano tormentato in vita, tuttavia, sembrano averlo inseguito anche dopo la morte, a poco tempo dalla quale Gasparini scriveva al Ministero della Pubblica Istruzione una lettera in cui segnalava il fatto che “a favore del compianto prof. Anagnine è stata aperta, quando era ancora in vita, una sottoscrizione fra il personale e gli studenti (...) che è servita a coprire solo in parte i debiti da lui lasciati”, e chiedeva un intervento straordinario del Ministero per far fronte alle pendenze rimaste (lettera del 6 aprile 1965, Archivio Storico dell’Università di Venezia Ca’ Foscari).
Pubblicazioni
La rinascita proletaria e socialista in Russia // Critica Sociale. 16-30 maggio e 1-15 luglio 1914.
Federico Nietzsche e l’Italia // Nuova antologia. 1929. Vol. 265. P. 332-352.
Massimo Gorki. 1868-1936 // Rassegna italiana. № 219-20. Agosto-settembre 1936.
Il problema del rinascimento // Nuova rivista storica. 1934. Fasc. VI. P. 555-573.
Pensieri su Puškin, in Alessandro Puškin nel primo centenario della morte, a cura di Ettore Lo Gatto. Roma: Istituto per l’Europa orientale, 1937. P. 107-122.
Pico della Mirandola. Sincretismo religioso-filosofico. 1463-1494. Bari: G. Laterza e Figli, 1937.
Il concetto del Rinascimento // Romana: rivista mensile degli istituti di cultura italiana all’estero. 1939. № 5-6. P. 35-57.
Le drâme de Leopardi. Rome-Paris: Scuola Tip. Italo-Orientale, 1941.
Iz vospominanij revoljucionera 1905-1923 гг. New York: Inter-University Project on the History of Menshevik Movement, 1961.
Storia della Russia moderna. Roma: Studium, 1951.
La letteratura russa dalla fine del XIX sec. al 1930. Roma: Studium, 1954.
Il concetto di rinascita attraverso il Medio Evo. V-X sec. Milano-Napoli: Riccardo Ricciardi Editore, 1958.
Antologia della letteratura russa da Čechov al 1930, a cura di E. Anagnine e G. Longo. Roma: Studium, 1963.
Dolcino e il movimento ereticale all’inizio del Trecento. Firenze: La nuova Italia, 1964.
Fonti archivistiche
ACS. PS. 1921 A11. B. 12. F. Anaguine Eugenio.
ACS. PS. 1928 A16. B. 54. F. Agnagnine Eugenio fu Arcadio e moglie Ivette.
РАИ. Архив Евгения Ананьина.
Centro studi Piero Gobetti, Torino.
Archivio Storico dell’Università di Venezia Ca’ Foscari. Fascicolo Anagnine.
Archivio Ernesto e Maria Codignola, fascicolo Anagnine Eugenio.
Fondazione Primo Conti, Fiesole (FI). Archivio Papini, Fascicolo Anagnine Eugenio.
Scuola Normale Superiore di Pisa, Archivio Garin, Carteggio, lettera del 25 dicembre 1936, GT A532, 001.
Fondazione Giovanni Gentile, Fondo Giovanni Gentile, Serie I. Corrispondenza, sottoserie 2: lettere inviate a Gentile, Corrispondenti, A, busta 4, Anagnine Eugenio.
Biblioteca Comunale Antonio Baldini di Santarcangelo di Romagna, Fondo Gioacchino Volpe, fascicolo Anagnina [sic!] Eugenio.
Archivio Contemporaneo Gabinetto Vieusseux, Fondo Emilio Cecchi, biglietto del 24 aprile 1954, EC. I. 267.1.
Fondazione Luigi Salvatorelli, Fondo Luigi Salvatorelli, fasc. Anagnino [sic!] Eugenio.
Bibliografia
Tamborra A. Esuli russi in Italia dal 1905 al 1917. Roma-Bari: Laterza, 1977 (2 ed. Esuli russi in Italia dal 1905 al 1917. Riviera ligure, Capri, Messina. Soveria Mannelli: Rubbettino, 2002).
Longo G. Ricordo di Eugenio Anagnine // Annali di Ca’ Foscari. Serie orientale. 1965. T. IV. P. 171-173.
Зубов Г. Памяти Евгения Аркадьевича Ананьина // Русская мысль. 1965. 4 мая. № 2303. C. 4.
Гардзонио С. Евгений Ананьин – русский рeволюционер и исследователь итальянской культуры // Статьи по русской поэзии и культуре ХХ века. Москва: Воделей, 2006. C. 238-245.
Саббатини М. Евгений Ананьин и Пьеро Гобетти: письма о России (1924-1925) // Безпокойные музы : К истории русско-итальянских отношений XVIII–XX вв. Сост. А. д’Амелия. Salerno: Collana di Europa Orientalis, 2011. T. 2. P. 343-359.
Larocca G. I corrispondenti russi di Luigi Einaudi // Archivio russo-italiano X. Salerno, Collana di Europa Orientalis, 2015. P. 203-216.
Гардзонио С., Сульпассо Б. Осколки русской Италии. Исследования и материалы. Кн. 1. М.: Викмо-ДРЗ–Русский путь, 2011.
Шруба М. Словарь псевдонимов русского зарубежья в Европе (1917-1945). М.: НЛО, 2018.
Daniela Rizzi
28 maggio 2020
Copertina del volume Pico della Mirandola. Sincretismo religioso-filosofico. 1463-1494 (Bari: G. Laterza e Figli, 1937).
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