Dal 1904 soggiorna più volte in Italia; come confessa nel 1957 nello scritto autobiografico O sebe (Di me), da allora l’Italia “mi è entrata nel sangue – per la sua natura, l’arte, la mentalità del popolo, il suo sembiante azzurro” (p. 26). Nel 1908 passa l’inverno a Roma, visita “per giornate intere musei, palazzi, rovine, catacombe”, ma non prova “l’estasi” di Firenze, “tutto è più serio, severo, talvolta più triste, sempre sulla soglia dell’Eternità” (Dalekoe, p. 157). Negli anni 1913-1918 s’impegna nella traduzione dell’Inferno dantesco che riprende più tardi nell’emigrazione a Parigi (uscirà nel 1961).
Le impressioni italiane nutrono tutta l’opera di Zajcev, gli suggeriscono i temi di alcuni racconti (Raffaello, 1922) e degli schizzi del ciclo L’Italia (1923).
Buon conoscitore della cultura italiana, negli anni del comunismo di guerra partecipa alacremente a Mosca all’attività dello “Studio italiano”, un circolo culturale fondato nel 1918 dal letterato Odoardo Campa che porta avanti un programma di divulgazione della cultura italiana, cui aderiscono con entusiasmo gli “italianizzanti” russi – Konstantin Bal'mont, Jurgis Baltrušajtis, Vjačeslav Ivanov, Nikolaj Berdjaev, Valerij Brjusov, Pavel Muratov, Michail Osorgin (i lavori durano fino al 1923, quando lo studio è chiuso d'autorità dal governo sovietico). Inoltre insieme a Michail Osorgin, Boris Grifcov, Vladislav Chodasevič e altri lavora alla “Knižnaja lavka pisatelej”, la libreria, in cui gli scrittori vendevano libri e loro opere manoscritte (un antecedente del samizdat), trascrivendole personalmente a mano; di questa attività scrive con dovizia di particolari nei ricordi del volume Moskva, 1973.
Nel 1921 è eletto presidente della sezione moscovita della Associazione panrussa degli scrittori; quale membro del Comitato di soccorso agli affamati, nello stesso anno è arrestato dalla Čeka e passa un breve periodo nella prigione Lubjanka. Nel 1922 grazie all’aiuto del Commissario del popolo per l’istruzione Anatolij Lunačarskij ottiene il visto per l’estero (“per cure mediche”) e in giugno insieme alla moglie Vera Alekseevna Orešnikova (1878-1965) e alla figlia Natal’ja (1912-2008) lascia la Russia e si stabilisce a Berlino. In Germania lavora moltissimo, partecipa alle serate letterarie, pubblica su quotidiani e riviste (“Dni” e “Russkaja Volja”, di orientamento social-rivoluzionario, “Zveno” di Pavel Miljukov, e altri), prepara una raccolta delle proprie opere per l’editore Zinovij Gržebin, è eletto vicepresidente dell’Unione degli scrittori e giornalisti emigrati.
Da settembre a dicembre 1923 vive in Italia, a Cavi di Lavagna, termina il romanzo Zolotoj uzor (Il ricamo d’oro) che esce nel 1926 ed è tradotto in italiano da Rinaldo Küfferle nel 1930.
In novembre, su invito di Ettore Lo Gatto e del Comitato di soccorso agli intellettuali russi, partecipa a Roma presso l’Istituto per l’Europa Orientale ad un ciclo di lezioni sulla cultura russa in rapporto alla cultura italiana (vi prendono parte gli scrittori Muratov e Osorgin, i filosofi Berdjaev, Boris Vyšeslavcev, Lev Karsavin, Fedor Stepun e altri). Le relazioni sono pubblicate sulla rivista di Lo Gatto “Russia” (Conferenze di russi sulla Russia a Roma // Russia. 1923, № 3–4, pp. 505–528); lo slavista italiano ne scrive diffusamente anche nel libro di ricordi I miei incontri con la Russia.
A questo soggiorno italiano del 1923 Zajcev dedica 33 anni dopo il ciclo di racconti Latinskoe nebo (Il cielo latino), in cui rievoca quei giorni: “Facemmo lezione un giorno sì e uno no, oppure ogni due giorni, ciascuno alla sua maniera. Berdjaev solennemente, Frank con profondità, Vyšeslavcev brillantemente, Osorgin con allegria…” (Latinskoe nebo, p. 168).
Dal 1924 Zajcev si stabilisce a Parigi e partecipa attivamente alla vita dell’emigrazione francese (Aleksej Remizov, Dmitrij Merežkovskij, Zinaida Gippius, Ivan Šmelёv, ecc.), ma mantiene contatti con l’Italia grazie a Lo Gatto che di frequente si reca a Parigi a far visita ai suoi amici scrittori. Nell’emigrazione si dedica soprattutto alla memorialistica (Italija, 1953; Dni, 1959; Moskva, 1973), ripercorre gli anni russi pre-rivoluzionari, tentando di ricostruirne la molteplicità e ricchezza.
L’ultimo viaggio in Italia è del 1949, Zajcev visita di nuovo, anche se al volo, Genova, Milano, Venezia, Firenze; si ferma a Roma per un giorno e va a salutare Vjačeslav Ivanov: “l’incontro fu amicale ma triste, il poeta poteva a stento muoversi per la stanza; ci abbracciammo e baciammo, ambedue capivamo che non ci saremmo più rivisti…” (Dni. Naš Casanova, pp. 2–3).
Pubblicazioni
Зайцев Б.К. Данте и его поэма. Москва: Вега, 1922.
Италия. Пб.; Берлин: З.И. Гржебин, 1923.
Zajtsev B. Ricamo d’oro: romanzo / trad. integrale dal russo, introd. e note di R. Küfferle. Milano: Corbaccio, 1930.
Zajtzev B. L’Athos, Milano: Casa editrice Bietti, 1933.
Италия. New York: Литературный фонд, 1953.
О себе // Возрождение. 1957. № 70. С. 25–29.
Дни. Наш Казанова // Русская мысль. 3.2.1959. № 1325. С. 2–3.
Данте А. Божественная комедия: Ад / пер. Б.К. Зайцева. Paris: YMCAPress, 1961.
Латинское небо // Далекое. Washington: Interlanguage Literary Associated, 1965. С. 164–178.
Данте: судьба // Возрождение. Париж, 1965. № 166. С. 7–11.
Москва. Мюнхен: Echo Press, 1973.
Рафаэль // Осенний свет: повести и рассказы. М.: Советский писатель, 1990. С. 409–428.
Zajcev B. I miei amici scrittori, a cura di Julia Dobrovol’skaja, Venezia, Libreria Editrice CaFoscarina, 1992.
Дни / сост., подгот. текста и примеч. А.К. К лементьева; предисл. О. Ростовой. Москва: Русский путь; Париж: YMCA-Press, 1995.
Дневник писателя / вступ. ст., подгот. текста и коммент. А.М. Любомудрова. Москва: Дом русского зарубежья им. А. Солженицына: Русский путь, 2009.
Zaitsev B. Monte Athos: Un pellegrinaggio nel cuore spirituale del cristianesimo ortodosso, Roma, Castelvecchi, 2012.
Fonti archivistiche
ACS. PS. 1923 A16. B. 39. F. Saitzew Boris e famiglia.
Fondazione Giorgio Cini, Venezia. Archivio di Angelo e Olga Signorelli (contine 9 lettere in russo a Olga Signorelli, 1937-1965)
Bibliografia
Giusti W. L’Italia di Boris Zajcev. Trieste: Istituto di Filologia Slava, 1956.
Lo Gatto E. I miei incontri con la Russia. Milano: Mursia, 1976.
Грифцова М.И. Из воспоминаний об Институте итальянской культуры в Москве // Дантовские чтения: 1979 / под общ. ред. И. Бэлзы. Москва: Наука, 1979. С. 260–266.
Комолова Н.П. Италия в судьбе и творчестве Бориса Зайцева. Москва: ИВИ РАН, 1998.
Комолова Н.П. Италия в русской культуре Серебряного века: Времена и судьбы. Москва: Наука, 2005.
Романович А. Италия в жизни и творчестве Б.К. Зайцева // Русская литература. 1999. № 4. С. 55–67.
Леонтьев Я.В. У них была общая любовь – Италия // Россия и Италия. Вып. 4. Встреча
культур. Москва: Наука, 2000. С. 215–226.
Анри (Глушкова) Н.Б. Италия в творчестве Б.К. Зайцева // Проблемы изучения жизни и творчества Б.К. Зайцева. Вып. 3: Третьи междунар. Зайцевские чтения. Калуга: Гриф, 2001. С. 167–173.
Комолова Н.П. Борис Зайцев и Павел Муратов // Там же. С. 283–294.
Kara-Murza A. Firenze russa, Roma: Teti editore, 2005.
Accattoli A. Lo Studio Italiano di Mosca (1918–1923) nei documenti dell’Archivio del Ministero degli Affari Esteri italiano // Europa Orientalis. 2013, pp. 189–209.
Link
http://www.treccani.it/enciclopedia/boris-konstantinovic-zajcev_(Enciclopedia-Italiana)/
https://w.histrf.ru/articles/article/show/zaitsiev_boris_konstantinovich
http://nekrassov-viktor.com/AboutOfVPN/Nekrasov-Zaycev-Boris.aspx
http://almanax.russculture.ru/archives/881
Antonella d'Amelia
21 giugno 2020