Terminata la facoltà di Giurisprudenza dell’università di Mosca nel 1897, comincia a pubblicare feuilletons sulla rivista “Kur’er” che lo fanno notare da Maksim Gor'kij, nel 1898 è suo ospite regolare a Nižnij Novgorod; insieme a Ivan Bunin, Nikolaj Telešov (1867–1957) e Fedor Šaljapin viene coinvolto nell’attività della casa editrice “Znanie”. Nel 1905 scrive il racconto Gubernator (Il governatore) che rispecchia le vicende dell’uccisione del Granduca Sergej Aleksandrovič da parte del terrorista Ivan Kaljaev.
Dopo la morte per parto della moglie Aleksandra Veligorskaja (1881–1906), disperato nel novembre 1907 si rifugia a Capri vicino alla casa di Gor’kij: è indifferente alle animate discussioni che si svolgono nel circolo gor’kiano sulla rivoluzione, l’impegno letterario, la filosofia, poi pian piano questa atmosfera intellettuale lo riavvicina alla scrittura. Nel gennaio 1907 scrive Giuda Iscariota, dove affronta la figura del traditore, inizia i drammi Savva, La vita dell’uomo e Anatema.
Nel maggio 1907 giunge a Capri in incognito Pёtr Rutenberg, l’organizzatore dell’uccisione del pope Gapon; la sua personalità gli dà l’idea del racconto T’ma (La tenebra), incentrato sul tradimento nella lotta politica – tema di continuo dibattuto nel circolo gor’kiano. Il racconto non piace a Gor’kij che accusa l’amico di aver distorto l’immagine del rivoluzionario. I loro rapporti si deteriorano, Andreev si allontana dall'ambiente rivoluzionario (Gor’kij continua tuttavia a seguire con attenzione l’evolversi della produzione di Andreev).
Nel dicembre 1910 Andreev è di nuovo in Italia, ma non va a far visita a Gor’kij; ci tornerà solo nel gennaio 1913 per un breve periodo per cercare di spiegare all’amico la sua posizione. Non riesce però a riprendere il filo della passata amicizia. Poco interessato ad allacciare rapporti con la cultura italiana, Andreev si dedica soprattutto alla fotografia, riprende rocce, pini, agavi e panorami dell’isola (nel suo archivio a Leeds sono conservati oltre 300 negativi della natura caprese).
Negli anni successivi continua a pubblicare sugli almanacchi “Sipovnik”, allo scoppio della Prima guerra mondiale scrive Il Belgio vivrà, nel 1916 collabora come redattore della sezione letteraria con la rivista legale “Russkaja volja”, s’infiamma per la rivoluzione di febbraio, ma ben presto si avvede del pericolo incombente sulla Russia - la vittoria del bolscevismo. Nel 1917 si trasferisce nella sua tenuta in Finlandia, dove scrive le sue ultime opere: Requiem (1917), Diario di Satana (1918, rimasto incompiuto), e il famoso appello alle potenze dell’Intesa S.O.S. (1919). Muore all’improvviso per un attacco cardiaco.
Negli anni Dieci e Venti Andreev gode di grande popolarità in Italia: la prima traduzione italiana del dramma Mysl’ (ll pensiero) appare già nel 1904 in “Nuova Antologia”; negli anni successivi i suoi testi sono tradotti da importanti personalità, le sue opere teatrali sono messe in scena da compagnie teatrali famose.
Rasskaz o semi povešannych (I sette impiccati), racconto di denuncia contro le repressioni zariste dei reati politici. esce appena un anno dopo la pubblicazione in Russia (Roma: Enrico Voghera, 1909); Žizn’ čeloveka (La vita dell’uomo) appare nella traduzione di Odoardo Campa (Lanciano: R. Carabba, 1913); Krasnyj smech (Il riso rosso), racconto dai toni grotteschi sugli orrori e le conseguenze delle guerra, è tradotto da Cesare Castelli per l’editore milanese Sonzogno nel 1915; Eleazar è volto in italiano dal poeta Clemente Rebora (Lazzaro e altre novelle, Firenze: Vallecchi, 1919); Igo vojny. Priznanija malen’kogo čeloveka (Sotto il giogo della guerra. Confessioni di un piccolo uomo) è subito tradotto da Lydia e Francesco Paresce (Firenze: Vallecchi, 1919). Nello stesso anno il segretario personale di Marinetti Decio Cinti riedita il racconto I sette impiccati (Milano: Sonzogno, 1919) e traduce Iuda Iskariot (Giuda Iscariota. Milano: Sonzogno, 1919). Nel 1920 Antonio Gramsci pubblica a puntate su “L'Ordine nuovo” il racconto T’ma (Tenebra. Novella di Leonida Andreief // L’Ordine nuovo. 1920. № 17, pp. 135–136; № 18, pp. 143–144; № 19, p. 152; № 20, p. 161; № 21, pp. 167–168; № 22, p. 176; № 23, p. 184); nella traduzione di Piero e Ada Gobetti escono nel 1921 i drammi Savva (Venezia: La Nuova Italia, 1921) e Dal racconto che non sarà mai finito (“Arte e vita” 1923. № 1. Р. 19–23); nella traduzione di Ksenija Pamfilova è pubblicato Anatema (Roma: La Bilancia, 1923).
Altrettanto numerose sono state le messinscene dei suoi drammi: tra i primi nel 1915 al Teatro Quirino di Roma l’attore Alfredo Sainati presenta Korol’, zakon i svoboda, tradotto in italiano come Il Belgio vivrà, recensito negativamente da Lucio D’Ambra che lo definisce un pamphlet politico, privo di struttura drammaturgica (D’Ambra L. Il Belgio vivrà, dramma di Leonida Andreieff // Nuova Antologia. 1915. Vol. 179, № 1047, pp. 105–110). Grande successo riscuote invece Anfisa, presentata dalla compagnia di Virgilio Talli al Teatro Argentina nell’ottobre 1919 con l’attrice Maria Melato nel ruolo principale; successivamente l’attrice presenterà per la prima volta in Italia il dramma La vita dell’uomo nell’aprile 1923 al Teatro Olimpia di Milano, e rimetterà in scena Anfisa con la compagnia Melato-Betrone nel novembre 1929 al Teatro Costanzi.
Tra le diverse messinscene del teatro di Andreev ricordiamo Tot, kto polučaet poščečiny (Quello che prende gli schiaffi) con l’attore Lamberto Picasso al Teatro Argentina nel settembre 1922, che riceve il plauso della critica (Una novità di Andreieff a Roma // Corriere della sera. 21.9.1922); la messinscena di Mysl’, realizzata dalla compagnia di Annibale Betrone a Milano al Teatro Manzoni nel settembre 1922.
Nel 1934 Emma Gramatica, che aveva recitato anni prima in Anfisa, presenta al teatro Argentina il dramma Ne ubij! (Non ammazzare!), negativamente valutato da Silvio D'Amico che considerava falsa e ipocrita tutta la drammaturgia andreeviana (D’Amico S. Teatro drammatico. Non ammazzare! di L. Andreieff // Nuova Antologia. 1934. № 1488, pp. 305–306).
Bibliografia
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Link
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http://www.chukfamily.ru/kornei/prosa/kritika/o-leonide-andreeve
http://www.magister.msk.ru/library/trotsky/trotl478.htm