Nato da una nobile famiglia russa di origine polacca, frequenta l'Accademia militare. Costretto a lasciare la Russia nel 1921 (secondo altre fonti nel 1922) si rifugia a Berlino, dove studia scenografia con il regista teatrale austriaco Max Reinhardt, decora i teatri "Sinjaja ptica" e "Raduga" e collabora con il cabaret "Chauve-Souris" di Nikita Baliev; frequenta i pittori Ivan Bilibin,
Lev Zak e
Jurij Annenkov.
Dopo aver conosciuto l'attore
Ivan Mozžukin, comincia a lavorare come scenografo e costumista per il cinema con lo studio
Film Albatros: i suoi costumi per
Casanova di
Aleksandr Volkov (1927) vengono ammirati sullo schermo e all'"Exposition des maquettes" tenuta a Parigi nel 1927 presso la Galerie Simonson. Cura inoltre i costumi e realizza il manifesto del film di Jean Epstein
Le Lion des Mogols (1924), premiato all'"Exposition des arts décoratifs" a Parigi nel 1925, e i costumi di
Geheimnisse des Orients ovvero
Schéhérazade (1928) di Volkov. Tra le scenografie di film da lui curate in Francia, si ricordano
Le Prince Charmant (1924) di Viktor Turžanskij, L’Affiche (1925) di Epstein, Feu Mathias Pascal (1925) da Pirandello di Marcel L’Herbier, Monte-Cristo di H. Fescourt (1929, suoi anche i costumi), La principessa Tarakanova (1938) di Fedor Ocep. Nel 1927 la compagnia di distribuzione cinematografica L'Alliance Cinématographique Européenne (ACE) affida a Bilinskij la preparazione di cartelloni e materiale promozionale per il lancio francese del film di Fritz Lang
Metropolis. I cartelloni disegnati per
Metropolis hanno un enorme successo e sono tutt'oggi considerati di gran valore (una cospicua collezione è conservata alla Cinemathèque di Parigi). Bilinskij si interessa all'arte cinematografica soprattutto per la possibilità che questa offre di raggiungere una perfetta sintesi di immagine, movimento e suono. Per sostenere la propria attività, nel 1928 fonda a Parigi l'Alboris, una società di pubblicità cinematografica.
A partire dal 1930, collabora con l'Opéra Russe, fondata a Parigi da
Marija Kuznecova, per la quale cura le scenografie e i costumi dell'opera
Russlan et Ljudmilla (1930) e dei balletti
L'amour sorcier ed
Étude de Bach.
Nel 1934 decora gli interni del famoso cabaret russo
Sheherazade sulla rue de Liège. Qualche anno dopo crea i costumi e le scenografie di
Pelléas et Melisande di Debussy, andato in scena alla Royal Opera di Londra nel maggio 1937, in occasione delle celebrazioni per l'incoronazione di Giorgio VI.
Nel 1939, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, Bilinskij lascia la Francia e si reca a Roma con la moglie, l'italiana Franca Phelan, figlia (naturale) del chirurgo Epifanio Scaglia. Qui si divide tra Roma, dove lavora per la storica casa di produzione Titanus Film di Gustavo Lombardo, e Catania, dove si trova la clinica del suocero e dove nel dicembre 1939 nasce la figlia.
È scenografo, e talora costumista, di diversi film:
Tredici uomini e un cannone (1936) di G. Forzano,
Senza cielo (1940) di A. Guarini (scenografie e costumi),
È caduta una donna (1941) di A. Guarini,
Ridi, pagliaccio! (1941) di C. Mastrocinque,
Amore imperiale (1941) di Volkov (scenografie e costumi),
Paura d'amare (1942) di G. Amata,
Documento Z 3 di A. Guarini (1942),
La pantera nera (1942) di D. Gambini,
L'angelo bianco (1943) di G. Antamoro,
La carne e l'anima (1944) di
Vladimir Striževskij,
La Storia di una capinera (1945) e
Orizzonte di sangue (1942) di G. Righelli,
Il marito povero (194
6) di G. Amata,
Lo Sconosciuto di San Marino di V. Cottafavi
(1948), con Aurel Milloss, Anna Magnani e Vittorio De Sica. Di
Orizzonte di sangue di G. Righelli realizza anche i manifesti (nel 1942).
In Italia Bilinskij prosegue anche l'attività teatrale. È autore delle scene e dei costumi di
Il tenente Virgola di G. Achille, andato in scena per la regia di
Petr Šarov al Teatro Odeon di Milano il 5 marzo 1941, di
Santa Giovanna di G. B. Shaw, andato in scena al Teatro Argentina di Roma il 14 aprile 1943. Cura invece solo le decorazioni per
Col cappello sulle ventitrè di R. Morbelli, andato in scena al Salone Margherita di Roma il 26 febbraio 1945.
Nel 1945 è l'ideatore delle scene e dei costumi per il balletto
Schiaccianoci, coreografia di Aurel Milloss, in scena al Teatro Adriano di Roma il 21 febbraio (orchestra stabile della Regia Accademia di Santa Cecilia, Compagnia Balletti Romani di Milloss) e nel 1947 è l'autore delle scene e dei costumi di
Follie viennesi, sempre con la coreografia di Aurel Milloss, presentate il 22 febbraio al Teatro alla
Scala di Milano. Al Teatro alla Scala le decorazioni di Bilinskij torneranno in dono dopo la sua morte, il 26 agosto 1952, con
Idillio viennese, ancora
con la coreografia di Miloss. Gli ultimi lampi del suo genio li dedica all'
Apocalisse di San Giovanni: 30 acquerelli realizzati durante il periodo della guerra, che l'artista progetta di esporre a Parigi.
Tra i contatti di Bilinskij con l'emigrazione russa in Italia, gioca un ruolo significativo
Olga Resnevič Signorelli, che nel 1945 lo mette in contatto con Marco Spaini
(1887–1969), funzionario del Casinò di San Remo e antroposofo. Dall'Italia Bilinskij mantiene contatti di lavoro con l'ambiente parigino. Durante una di queste trasferte si ammala e nel 1948 muore a Catania.
Nel 1956 a Catania viene eretto a cura di amici di Bilinskij, in primo luogo dello scultore catanese Pietro Pappalardo, un monumento funebre nel "Viale degli Uomini Illustri" nel cimitero della città.
Tra le mostre postume dedicate alla sua opera, si ricordano quella tenuta alla Capannina di Porfiri (Roma) dal 3 novembre 1955 al 5 gennaio 1956 e quella presso la Galleria Ernesto Bowinkel nel 1960 a Capri. La mostra più recente si è tenuta a Parigi nel 1999 (Mairie du 7e arrondissement, Paris).
Pubblicazioni
B. Bilinsky,
Le Costume, in
L'Art cinématographique, vol. VI, Paris, 1929.
Necrologi«Novoe russkoe slovo» (New-York), 7 marzo 1948, n. 13100.
«Rul'» (Berlin), 5 febbraio 1948, n. 2187.
«Russkaja mysl'» (Pariž), 6 febbraio 1948, n. 43; 12 marzo 1948, n. 48.
«Russkaja mysl'» (Pariž), 18-24 giugno 1993, n. 3984.
Bibliografia
Sergej Ščerbatov,
"L'Apocalypse" inachevée. A la mémoire du peintre B. Bilinsky. Lettre de Rome, «Russkaja mysl'», n. 48, 12.3.1948.
C. Ford,
Bilinsky, in S. D'Amico (a cura di),
Enciclopedia dello Spettacolo, Roma, Ed. Le Maschere, 1954, t. 2, p. 514.
Un monumento funebre in memoria di Boris Bilinsky, «Il corriere di Sicilia», 2 febbraio 1956
.
Inaugurato il monumento al pittore Boris Bilinsky, «Il Giornale d'Italia», 4 febbraio 1956
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Benedetto al cimitero il monumento a Bilinsky, «L'isola», 4 febbraio 1956
.
Eretto un monumentino per lo scenografo Bilinsky, «L'ora», 4 febbraio 1956
.
Bilinsky Boris, in
Film Lexicon degli autori e delle opere, Roma, Ed. Bianco e Nero, 1958, vol. 1, p. 657.
Boris Bilinsky (1900-1948) (161 œuvres), Vente à Bayeux, Hôtel des Ventes, 25 avril 1993, commissaire-priseur Bailleul, 1993.
F. Albera,
Albatros: des Russes a Paris, 1919-1929, Milano, Ed. Mazzotta, 1995.
R. Clementi-Bilinsky,
Un fonds oublié: les archives de Boris Bilinsky, «CinémAction», 4 trimestre 2000, n° 97, pp. 74-80.
R. Clementi-Bilinsky, N. V. Ryžak,
Boris Konstantinovič Bilinskij, chudožnik teatra i kino,
in
Russkie v Italii; Kul'turnoe nasledie emigracii. Moskva, Russkij put', 2006, pp. 442-447.
Boris Bilinskij con la moglie a Venezia nel 1938 (archivio della famiglia Bilinsky, Parigi)