Russi in Italia

Fёdor Aleksandrovič Ocep


Luogo e data di nascita: Mosca, 19 febbraio 1895
Luogo e data di morte: Ottawa, 20 giugno 1949
Professione: regista cinematografico

Dopo una breve esperienza come critico cinematografico durante gli studi universitari, debutta come sceneggiatore nella trasposizione filmica del racconto di Puškin Pikovaja dama (La donna di picche, 1916) di Jakov Protazanov, uno dei maggiori successi dell'epoca prerivoluzionaria. Negli anni successivi continua a lavorare a sceneggiature adattate da testi letterari, fra le quali, sempre da Puškin, Metel' (La tempesta, 1919) di Nikolaj Malikov, e Polikuška (1919) da Lev Tolstoj, scritto insieme a Valentin Turkin e Nikolaj Efros e diretto da Aleksandr Sanin. Per Protazanov scrive la sceneggiatura del film di fantascienza Aelita (1924), mentre l'anno successivo esordisce come attore nel film Šachmatnaja gorjačka (La febbre degli scacchi, 1925) di Vsevolod Pudovkin e Nikolaj Spikovskij.
Debutta alla regia col film Miss Mend (1926), diretto insieme a Boris Carnet, e l'anno successivo con Zemlja v plenu (1927, Il calvario di una donna, noto in Italia anche con il titolo Il passaporto giallo), interpretato dalla moglie, Anjuška Sudakevič, più tardi lanciata ad Hollywood dal produttore Samuel Goldwin con il nome di Anna Sten. Nel 1929 dirige con lo pseudonimo "Prometeus" il film Zivoj trup / Der lebende Leichnam (Il cadavere vivente, 1929, dall'omonima pièce di Tolstoj), una produzione russo-tedesca che ottiene un discreto successo anche all'estero. Alla fine degli anni Venti lascia l'Unione Sovietica e prosegue la carriera di regista in vari paesi fra cui Germania, Francia, Italia, Spagna, Stati Uniti e Canada.

Nel 1934, alla II Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia, viene presentato il suo film Amok. L'attesa è grande, in quanto il film "tratta un delicato e drammaticissimo tema di vita e di morte, nella cornice di forti passioni esasperate dalla languida pesantezza del clima" (Elena di Romania e Aspasia di Grecia assistono al Festival, «Gazzetta di Venezia», 11 agosto 1934, p. 5). Il film viene proiettato la sera del 12 agosto e ottiene pareri discordanti. Attaccato dall'«Osservatore romano» per "adulterio, erotismo e il delitto contro la maternità", viene apprezzato da altre testate:

l'atmosfera del film si mantiene sempre tesa e inquieta; una sorda concitazione invade le figure maggiori del romanzo, il clima tropicale pesante e deteriore si trasfigura e si traduce nello sviluppo interiore e psicologico del dramma, sempre gravato da una cupa e irresoluta disperazione (L'undicesima serata della Biennale del Cinema, «Gazzetta di Venezia», 12 agosto 1934, p. 5).

Nel settembre 1937 Ocep si reca di nuovo a Venezia, non solo in veste di spettatore per la V Mostra d'arte cinematografica, ma anche come regista per le imminenti riprese di Tarakanova. Per la pellicola era stata creata una società con fondi italo-francesi, la Film Tarakanova, e il film di fatto viene contemporaneamente girato in italiano e in francese. Regista della versione francese è Ocep, di quella italiana Mario Soldati. Così lo scrittore ricorda la vita sul set:

Il settembre del 1937 mi trovavo a Venezia. Ero ai miei primi passi: dirigevo uno dei miei primi film. Dirò, anche qui, la verità: non lo dirigevo: ero pagato per fingere di dirigerlo. [...] Siccome passavo la giornata a mimare senza nessuna fatica le fatiche del direttore di film, la sera ero fresco e riposato. La sera, i miei colleghi e collaboratori, che veramente facevano il film, divoravano un pranzo frettoloso, si buttavano affranti sui letti soffocati dalle zanzariere, nelle stanza buie e ancora calde del sole, che, per tutto il giorno, il vicino muro della calle vi aveva riverberato, e si abbandonavano subito a un sonno agitato dalla stanchezza (Mario Soldati, Cinematografo, Palermo, Sellerio, 2006, pp. 47-48).

Il quartier generale della troupe ha sede presso il Dopolavoro nautico alle Zattere, mentre le riprese vengono effettuate in diverse postazioni fra cui Piazza e Piazzetta San Marco, il Palazzo Ducale, la loggia Foscara di Palazzo Ducale, il Canal Grande e i canali di San Trovaso, San Nicolò dei Mendicoli e dei Miracoli, il Rio dei Mendicanti, i Giardini della Giudecca e, in terraferma, nel parco di Villa Reale a Stra. Una delle scene principali viene girata la notte del 22 settembre in piazza San Marco:

Uno spettacolo eccezionale era offerto stanotte, intorno alla mezza, ai frequentatori tardivi di Piazza San Marco. Una imponente adunata di riflettori, montati su alte impalcature, concentrava i suoi fuochi nel tratto di Piazzetta compreso tra la Loggetta del Sansovino e la Porta della Carta. [...] Contrariamente alle promesse della radiosa giornata settembrina, proprio a mezzanotte, quando gli operatori stavano per dare il primo colpo di manovella, è cominciata a cadere una pioggerella non troppo fine, che ha consigliato a sloggiare buona parte del pubblico elegantissimo di signore e di invitati che s'era raccolta intorno a S. E. il Ministro Catalano, al comm. Luigi Freddi, direttore generale per la cinematografia, ai vice podestà Cesellati e Macciotta, sulla Loggetta del Sansovino. Le attrici, però, le ballerine, molte delle quali avevano le gambe nude sotto la succinta e vaporosa vestina settecentesca, le comparse, le maschere, rimasero imperterrite con i loro bellissimi costumi sotto la pioggia al comando del regista Ozep, per girare le scene prestabilite, nella cornice del Carnevale di Venezia, tra le baracche del mangiatore di fuoco, dei venditori di fritole e di "buzzolai", della donna serpente, delle ballerine ungheresi, della scimmia ammaestrata e del "Mondo nuovo". La scena figura la principessa Tarakanova, che deve raggiungere una persona che l'attende presso la porta della Carta. La principessa cerca di fendere la folla, ma è travolta nel gaio tumulto del Carnevale, che l'incalza da ogni parte e la trascina nel turbine d'una tarantella indiavolata. [...] Mentre scriviamo, l'azione, che dovrebbe durare fino alle cinque del mattino, è sospesa per la pioggia. E attori e comparse coperti alla meglio con fazzoletti e scialletti, con "golf" e sciarpe e giubbotti, aspettano, sotto i portici del Palazzo Ducale che la pioggia smetta... o che smetta il regista (Tarakanova in Piazzetta San Marco, «Gazzetta di Venezia», 22 settembre 1937, p. 5).

Le scene in Piazza San Marco vengono quindi riprese due giorni dopo alle 10 di sera alla presenza del conte Volpi di Misurata, Presidente della Biennale, mentre il resto del film viene girato a Cinecittà. Il film non è particolarmente apprezzato dalla critica, anche se Filippo Sacchi dalle colonne del «Corriere della Sera» scrive:

L'esecuzione tecnica ammirevole nell'insieme, sarà fuori d'Italia un'eccellente propaganda per Cinecittà e una prova d'efficienza (F. Sacchi, «Corriere della Sera», 19 marzo 1938, per altri giudizi vedi stampa nazionale, dal 17 al 19 marzo 1938).
Durante la Seconda guerra mondiale, Ocep, come molti stranieri, è internato in un campo di concentramento in Francia fino al maggio 1940, dopo la guerra emigra in America.

Scheda dei film girati o presentati a Venezia
Amok (1934), regia: Fedor Ocep; sceneggiatura: André Lang, H. R. Lenormand dal racconto omonimo di Stephan Zweig; fotografia: Curt Courant; musica: Karol Rathaus; scenografia: Lazar Meerson; interpreti: Marcelle Chantal, Jean Yonnel, Valerij Inkizinov, Jean Servais; produzione: Carlyle Productions.
La principessa Tarakanova (1938), regia: Fedor Ocep; direttore della versione italiana Mario Soldati; sceneggiatura: Hans Jacoby, André Lang, Evelina Levy; fotografia: Curt Courant; musica: Renzo Rossellini, Antonio Veretti; scenografia: Andrej Andreev, Ettore Corsi; costumi: Jurij Annenkov; interpreti: Annie Vernay, Pierre Richard-Willm, Roger Karl, Memo Benassi, Anna Magnani; produzione: Chronos Film.

Fonti archivistiche
ACS. PS. PolPol. B. 929. F. Otzep Theodoro.

Bibliografia
La cinematografia italiana nel momento attuale, «Gazzetta di Venezia», 19 agosto 1937, p. 3.
Pasinetti F., Commenti e critiche, «Il meridiano di Roma», 12 settembre 1937.
La ripresa di "Tarakanova", «Gazzetta di Venezia», 24 settembre 1937, p. 4.
Si gira a Venezia "Tarakanova", «Gazzetta di Venezia», 16 settembre 1937, p. 5.
Enciclopedia dello spettacolo, Roma, Le maschere, 1960, vol. VII, pp. 1441-1442.
Filmlexicon degli autori e delle opere, Roma, Ediz. di Bianco e Nero, 1962, vol. V, pp. 205-207.
Godin D., Fedor Ozep. A Brief Biography, «Griffithiana», n. 35-36, ottobre 1989, pp. 66-74.
Gobetti P., Gli esordi di Soldati,  «Nuovo spettatore», n. 14, 1992, pp. 175-192.
Гиоева Т. Оцеп Федор Александрович // Русское зарубежье 1997. С. 479–481.
Enciclopedia del cinema, Istituto della Enciclopedia Treccani, Roma 2003, vol. IV, p. 343.
Янгиров Р.М. Хроника кинематографической жизни Русского зарубежья: В 2-х т. М.: Книжница / Русский путь, 2010. Т. 2.

Nota

Nelle fonti bibliografiche il nome si incontra anche come Fyodor, Fiodor, Fédor e il cognome come Ozep, Otsep, Otzep e Otzoup.

Matteo Bertelé
Scheda aggiornata il 7 dicembre 2020


Locandina del film La principessa Tarakanova (1938).



La moglie del regista, l'attrice Anna Sten



Manifesto del film Aelita di Jakov Protazanov



Manifesto del film Miss Mend, prima regia di Fedor Ocep nel 1926



Scena dal film Pikovaja dama (La donna di picche, 1916) di Jakov Protazanoв



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