Studia all'Istituto d'arte Stroganov di Mosca nel 1892-1893. Nel 1896 si trasferisce in Italia, dove vive tra Roma, Venezia, Napoli, Firenze e Capri. L'Italia entra nelle sue opere preminentemente in forma di paesaggi. In stretto contatto con la comunità artistica russa, frequenta in particolare i fratelli Aleksandr e Pavel Svedomskie, Fedor Bronnikov, Stepan Bakalovič e Aleksandr Ricconi. Nel 1905 espone un dipinto alla VI Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia (indicato come Joujanine Serge, cfr La Biennale di Venezia, Venezia 1996, p. 473). Nel 1906 partecipa all'esposizione di artisti russi allestita nella Sala di lettura di via Gregoriana, recensita da «Il giornale d'Italia»:
Nella sala di lettura di via Gregoriana gli artisti russi residenti a Roma hanno organizzato mostra. [...] Quella Ruskaia citalnaia è una istituzione veramente simpatica e utile. Mancava a Roma un luogo di riunione ove molti intellettuali russi - artisti e musicisti, letterati o professori - potessero incontrarsi, conoscersi e anche farsi conoscere al popolo che li ospitatava. La colonia russa, specialmente quella più colta, che vive di studio e di lavoro, mancava di unità e i suoi membri vafavano dispersi di caffè in caffè, quasi ostili l'uno all'altro, poco noti alla popolazione e poco desiderosi di farsi conoscere da lei. [...] Questo primo tentativo di una mostra di opere d'arte, è stata dunque una buona idea, un'idea che mi auguro porti buoni frutti e sia il ferme d'imprese più complete e più vaste. Fra le tele esposte sono soprattutto notevoli gli studi di paese del Kolmikow, un simpatico impressionista dalla tecnica larga e dal colorito armonioso; due quadri e alcune acqueforti divinamente disegnate della signorina Krasnuschkina; i pastelli del Glicenstein, di cui si ammirano anche due forti lavori di scultura; i ventagli floreali del Belin di cui mi piace citare fra gli altri una delicata armonia bianca e verde di fiori d'eucaliptus; un tramonto egiziano pieno di poesia del Bakalowicz; due paesi di Alessandro Swiedomsky, e due altri del Yugianine, le acqueforti dello Knuckiel, e molte e molte altre che rendono la piccola mostra degna d'interesse e d'incoraggiamento. Il quale incoraggiamento, che non dovrà mancarle da parte del pubblico italiano, potrà permetterle un giorno di offrirci una esposizione d'arte in cui tutte le attività russe, che non sono scarse né di scarso valore, possano essere degnamente rappresentate [«Il giornale d'Italia», 22 marzo 1906].
A quanto risulta dall'elenco manoscritto redatto da Enrico Glicenstein e conservato nell'Archivio della Biblioteca Gogol', Južanin espone in quest'occasione le opere Venecija e Kapri. Nel 1912 è nominato responsabile della scuola romana dell'Accademia d'arte imperiale. Nello stesso anno, alla morte di Ivan Petrovič Trutnev, diviene direttore della Scuola di disegno di Vilno, dove si trasferisce e svolge un ruolo di primo piano nella riforma dell'insegnamento. Nel 1915 la Scuola viene evacuata e dislocata a Samara, ne segue le sorti lo stesso Južanin: l'artista continua, infatti, ad insegnarvi sino a che nel 1922 le condizioni di salute precarie lo costringono a lavorare a casa. Muore a Samara nel 1933.
Sergej Južanin, Most v Venecii [Un ponte a Venezia], fine XIX-inizio XX secolo.