Fratello minore di
Aleksandr Aleksandrovič, trascorre l’infanzia a Zavod-Michajlovskij, villaggio del governatorato di Perm’ dove si trova la tenuta avita degli Svedomskie. È qui che i fratelli iniziano a cimentarsi nella pittura, ispirandosi alla natura del luogo e dei suoi abitanti. Come Aleksandr, studia all’Accademia di Belle Arti di Düsseldorf, quindi a Monaco con Mihaly Munkàcsy, specializzandosi in pittura storica e di genere (Poljak 1974, 226). Nel 1873 riceve dall’Accademia imperiale d’arte il titolo di
početnyj vol’nyj obščnik, e nel 1885 viene chiamato da Adrian Prachov a dipingere, insieme a M. Nesterov, V. Vasnecov, M. Vrubel’, V. Kotarbin’skij, l’interno della Cattedrale di San Vladimir a Kiev. Il fratello Aleksandr parte al suo seguito, aiutandolo nel lavoro.
Nel 1875 si trasferiscono a Roma, ma lo stretto legame dei fratelli con la terra d’origine perdura: come “uccelli migratori” ogni estate tornano nella tenuta avita, e le loro opere ricevono una calorosa accoglienza in patria, lo stesso P. M. Tret’jakov acquista per la sua collezione Meduza [Medusa] di Pavel Aleksandrovič, Ulica v Pompee [Strada di Pompei], Na beregu Tibra [Sulle rive del Tevere] di Aleksandr Aleksandrovič. “Ospiti in Russia, nella Città eterna come a casa” commenterà Nesterov (1959), alla domanda di Žabotinskij “è da tanto che vivete qui?”, rispondono “ormai siamo degli oriundi: venticinque anni!”. Il loro studio di Via Margutta è sovente ricordato nelle memorie dei contemporanei (cfr Nesterov 1959) e spesso nelle tele di Pavel Aleksandrovič Roma figura con i tratti delle bellezze locali. In tal senso Žabotinskij riporta un’annotazione dello Svedomskij “senior”:
Tra gli schizzi salta agli occhi un viso incredibilmente bello di ragazza, ritratto en face.
- Si tratta di una romana – bella, non è vero?
- È una ciociara (contadina)? – domandai io.
- O no! Quelle di rado si prestano a posare per simili quadri. Probabilmente si tratta di una giovane della classe media.
Muore a Roma e viene sepolto al cimitero acattolico di Testaccio. Gran parte dell’archivio privato e dei dipinti vengono conservati dalla nipote, Anna Svedomskaja, che nel 1924 li porterà a San Remo dove, a tutt’oggi, si conserva considerevole parte dell’eredità artistica dei fratelli artisti.
Fonti archivistiche:
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, Archivio della Biblioteca Gogol'.
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Artisti russi a Genova e nelle Riviere fra Ottocento e Novecento. Passaggi e presenze in Liguria in
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