Pittore e scultore, studia all’Accademia reale di Belle Arti di Monaco dal 1890 al 1895. Nel 1896 sposa Helena Hirszenberg, sorella degli artisti Samuel e Leon. Approda a Roma nel 1897, dove vince il premio della Scuola di Belle Arti, chiave d’accesso all’Accademia romana. Nel 1906 Auguste Rodin invita Glicenstein a presentare le proprie opere al Grand Salon de Paris, commenta J. Cassou:
In Glicenstein we recognize, as Rodin did, a kindred spirit born to express human suffering, a heart in which suffering found a great echo. It was the lot of this man, endowed with the sculptor’s gift, to vibrate in unison with the tragic destiny of man and in turn to be completely subjugated by this destiny. In his work images surge forth, pure and elemental symbols (Cassou 1958, p. 7).
Nel contempo Glicenstein partecipa attivamente alla vita artistica della capitale romana. Nello stesso anno interviene alla mostra di artisti russi allestita nella Sala di lettura della Biblioteca Gogol' in via Gregoriana. In quest’occasione lo scultore non si limita a partecipare alla mostra, ma si occupa anche dell’aspetto organizzativo dell'evento: si conserva una nota manoscritta dell’artista con una lista degli artisti partecipanti e del valore delle loro opere (A.R.C. 35. I. 17). L’evento è recensito da «Il Giornale d’Italia»:
Nella sala di lettura di via Gregoriana gli artisti russi residenti a Roma hanno organizzato una mostra. […] Quella Ruskaia citalnaia [sic] è una istituzione veramente simpatica e utile. Mancava a Roma un luogo di riunione ove molti intellettuali russi – artisti e musicisti, letterati o professori – potessero incontrarsi, conoscersi e anche farsi conoscere al popolo che li ospitava. La colonia russa, specialmente quella più colta, che vive di studio e di lavoro, mancava di unità e i suoi membri vagavano dispersi di caffè in caffè, quasi ostili l’uno all’altro, poco noti alla popolazione e poco desiderosi di farsi conoscere da lei. […] Questo primo tentativo di una mostra di opere d’arte, è stata dunque una buona idea, un’idea che mi auguro porti buoni frutti e sia il germe d’imprese più complete e più vaste. Fra le tele esposte sono soprattutto notevoli gli studi di paese del Kolmikow, un simpatico impressionista dalla tecnica larga e dal colorito armonioso; due quadri e alcune acqueforti divinamente disegnate della signorina Krasnuschkina; i pastelli del Glicenstein, di cui si ammirano anche due forti lavori di scultura; i ventagli floreali del Belin di cui mi piace citare fra gli altri una delicata armonia bianca e verde di fiori d’eucaliptus; un tramonto egiziano pieno di poesia del Bakalowicz; due paesi di Alessandro Swiedomsky, e due altri del Yugianine, le acqueforti dello Knuckiel, e molte e molte altre che rendono la piccola mostra degna d’interesse e d’incoraggiamento. Il quale incoraggiamento, che non dovrà mancarle da parte del pubblico italiano, potrà permetterle un giorno di offrirci una esposizione d’arte in cui tutte le attività russe, che non sono scarse né di scarso valore, possano essere degnamente rappresentate. («Il Giornale d’Italia», 22 marzo 1906).
Nel 1906 parte alla volta della Germania, ma continua a lavorare attivamente in Italia, partecipando alla Biennale (espone alla VII, 1907, alla VIII, 1909, alla XII, 1920 ed alla XV, 1926). Dal 1914 al 1917 vive in Polonia. Nel 1918 si riunisce alla famiglia, trasferendosi in Svizzera. Dal 1921 al 1924 lavora ed allestisce mostre a Londra (British Museum, 1923), ritorna in Italia dal 1925 al 1928 dove espone le sue opere tra Roma (Palazzo Venezia, 1925) e Venezia (alla Biennale del 1926 presenta una mostra personale: 25 sculture, 30 incisioni, 21 disegni, 2 acquerelli, cfr Ventimiglia 1996, p. 438). Nel 1928 parte alla volta degli Stati Uniti assieme al figlio Emanuele Romano, anch’egli pittore, dove seguita a riscuotere successo e ad esporre le sue opere. Muore a New York il 30 dicembre 1942.
E. Glicenstein ritratto assieme al figlio E. Romano, NY 1940 ca
(http://www.aaa.si.edu/../glicentstein-and-son).
E. Glicenstein all'opera, in una fotografia di D. Beckerman, NY, 29 settembre 1929
(http://www.aaa.si.edu/../enrico-glicenstein).
The Player, 1935-1940
(http://www.brooklynmuseum.org/opencollection/../Enrico_Glicenstein)