Noto in Unione sovietica come grafico, illustratore e maestro nell'arte dell'incisione, è uno dei massimi esponenti della scuola moscovita di xilografia, ma comincia la sua carriera come pittore. Studia alla Scuola di pittura, scultura e architettura di Mosca (Moskovskoe učilišče živopisi, vajanija i zodčestva), allievo di
K. A. Korovin, V. A. Serov e A. M. Vasnecov (1904-10), e a Monaco nella scuola del pittore ungherese Simon Hollósy (1906).
Nell'autunno del 1910, completati gli studi, compie un viaggio di perfezionamento in Italia (visita Venezia, Roma, Pompei e la Sicilia), realizza una grande quantità di opere e raccoglie materiale su cui lavora negli anni successivi: del 1916 sono le acqueforti Ponte Rotto e Villa Borghese, quest'ultima stilisticamente molto vicina alla grafica di "Mir Iskusstva". Partito da Venezia, in ottobre arriva a Roma senza soldi e senza conoscenze ma, dopo un primo periodo di ambientamento, ne rimane incantato e decide di trascorrervi l'inverno. Entra in contatto con la locale comunità russa: fa amicizia con l'artista A. I. Savinov, come lui di Saratov, con il pittore Alekseev, primo segretario dell'ambasciatore russo K. N. Gul'kevič, vicino alla cerchia degli artisti, e frequenta la casa del mecenate Sergej Volkonskij, dove incontra Il'ja Repin. In compagnia di altri russi visita l'Esposizione Internazionale di Roma, il principe Volkonskij lo invita a presentare in pubblico alcune sue opere e gli compra un quadro. Nel novembre del 1911 scrive alla madre:
Sono cominciati ad arrivare gli ospiti del principe. Repin sedeva con il vecchio pittore Bakalovič, e io con Alekseev sul divano. È arrivato il conte Ivan Tolstoj, ex ministro dell'Istruzione Pubblica e presidente dell'Accademia delle Arti con la figlia, poi è arrivata la figlia di Lev Tolstoj, Tat'jana L'vovna, poi il fratello del compositore Čajkosvkij e una famosa danzatrice inglese. Il principe suonava l'armonium, e un coro papale di fanciulle cantava in italiano l'Ave Maria accompagnato dal pianoforte e dall'armonium (Razumovskaja, p. 19).
Alla fine dell'inverno, stanco della vita mondana, K. desidera tornare in Russia, ma non prima di vedere Capri, quindi si ferma due giorni a Napoli, visita Pompei e infine raggiunge l'isola. Gli studi capresi di K. sono diversi da quelli romani, eseguiti in uno stile più libero e personale, e anche la gamma dei soggetti si allarga, qui non lo interessano solo l'arte, il paesaggio e l'architettura, ma anche la vita del popolo, ritratta in diverse scene di genere, come La ragazza della Campania, Testa di ragazza italiana, Ragazza italiana con arance (1911, Galleria Tret'jakov).
Rientrato in Russia, partecipa con successo a numerose mostre, espone le sue opere italiane con il gruppo di "Mir Iskusstva" nel 1911 e nel 1912, e i suoi quadri sono acquistati da collezionisti e musei, tra cui nel 1913 la Galleria Tret'jakov. La maniera grafica di "Mir iskusstva" è solo una temporanea deviazione dalla tradizione realista della scuola moscovita, di cui K. sente il forte influsso soprattutto nello stile di Serov, già suo maestro. Stile che contraddistingue il lavoro svolto negli anni successivi, per esempio nel ciclo sulla campagna russa del 1912-13, quando K. esplora la zona del Volga e in particolare soggiorna a Tarusa, dove è ospite di Nadežda Volkonskaja, marchesa Campanari. Negli anni 1913-14, l'Accademia delle arti lo invia con altri artisti in India, Ceylon e Giappone, dove trova nuovi soggetti e nuova ispirazione per molte opere.
Durante la guerra lavora come illustratore per i giornali e realizza manifesti politici, introducendo nel suo repertorio temi bellici e rivoluzionari. Nel 1915 sposa K. S. Tichonova, studiosa di storia dell'arte, con cui dal 1918 al 1921 vive a Saratov, dove è impegnato in molteplici iniziative sul fronte artistico e propagandistico: produce manifesti, scenografie teatrali, si occupa di composizione tipografica, allestimento monumentale di feste di massa, e sperimenta nuove tecniche, come l'acquaforte e l'incisione su legno.
Dal 1921 al 1925 vive a Mosca, dove comincia ad occuparsi principalmente di xilografia, ma affina anche le tecniche di incisione su linoleum e l'acquaforte, e si occupa di grafica su piccole forme, come ex-libris e francobolli. La sua casa di Mosca diventa un luogo di ritrovo per artisti, tra i quali lo inserisce Vadim Falileev, incisore della generazione precedente:
Nel laboratorio dell'incisore e acquafortista V. D. Falileev ho trovato un amichevole sostegno, quando sono arrivato da Saratov. Ha subito notato i miei primi esperimenti xilografici per la serie degli ex-libris e ha deciso che sarei diventato un vero maestro dell'incisione, è grazie a lui che il mio primo libro "Ex-libris" è stato pubblicato. Nel laboratorio di Falileev sulla Jakimanka si riunivano artisti di tutte le correnti, critici, scrittori, tecnici poligrafi (Razumovskaja, p. 66).
K. è uno dei fondatori dell'associazione "Četyre iskusstva", con cui espone le sue opere in mostre collettive (1925, 1926, 1928, 1929). A partire dagli anni Venti comincia a lavorare come illustratore, attività sviluppata e affinata negli anni fino a raggiungere alti livelli qualitativi e quantitativi con decine di opere illustrate. Un importante filone di testi illustrati da K. è costituito dai narratori del romanticismo e dai grandi classici della letteratura russa ed europea (Gogol', Leskov, Puškin, Hofmann, Goethe, Balzac, Hugo, Byron, Dickens), ma sono molte anche le opere di autori contemporanei (Leonov, Šolochov, Gor'kij, Korolenko, Zweig), di poesia, e di narrativa per l'infanzia.
Stradivari nel suo laboratorio, 1926. Silografia su carta
http://dic.academic.ru/pictures/bse/jpg/0299732801.jpgNell'autunno del 1925 ottiene il permesso di una trasferta artistica in Italia e in Francia, dove ha ricevuto il Grand Prix in occasione dell'Esposizione internazionale di arti decorative e industriali di Parigi. I documenti d'ingresso nel Regno d'Italia registrano il suo arrivo a Venezia con la moglie Ksenija Tichonova, di 29 anni, il 27 dicembre. L'artista indica per referenze alle autorità italiane la marchesa Campanari, già frequentata nel 1911 in Italia e successivamente in Russia. A Venezia K. si dedica al disegno, all'acquaforte, all'acquarello, prediligendo la tematica architettonica nelle riproduzioni di Ca' d'Oro, Ca' Foscari, Ca' Pisani, dei ponti e di piazza San Marco, a cui sono dedicati il disegno
Venezia. Piazzetta (china, penna, sanguigna, 1925), e l'acquaforte a colori
Piazza San Marco (1926). Per gli acquarelli, K. usa non più di tre toni, pensandoli come studi per le incisioni a colori che realizzerà in seguito a Mosca:
Venecija,
Mostik,
Ka d'Oro,
Staryj most (1928).
Dopo aver visto Venezia e Verona, i Kravčenko si muovono alla volta della Toscana, dove visitano Firenze, Siena, Pisa, San Gimignano e infine giungono a Roma. A distanza di quindici anni K. torna ai suoi luoghi prediletti della capitale: Ponte Rotto, Castel Sant'Angelo, Villa Borghese, la campagna romana. Le impressioni dei paesaggi romani e della vita popolare si riflettono nelle illustrazioni (incisioni su legno) realizzate nel 1932 per l'opera di
M. Gor'kij Skazki ob Italii.
Sotto l'influsso emotivo del viaggio in Italia nasce anche l'ispirazione per una delle incisioni migliori di K.,
Stradivari v svoej masterskoj (1926), realizzata per i programmi dei concerti del Quartetto di Stato Stradivari (Gos. Kvartet im. Stradivari). Prima di arrivare alla composizione finale dell'opera, K. realizza decine di schizzi, prove e varianti, in una delle quali inserisce due grandi finestre da cui è visibile una veduta panoramica di Cremona. L'artista sa che lo studio di Stradivari era senza finestre, tuttavia non vuole rinunciare alla suggestiva prospettiva della città, e la raffigura nell'ultima versione come se dipinta sulle pareti del laboratorio.
La trasferta europea di K. culmina nella primavera del 1927 con una mostra delle sue incisioni a Parigi, curata dall'editore Quatre Chemins. Con questo viaggio si chiude un periodo nell'esperienza artistica di K., che tornato in Unione Sovietica si rivolge a nuove prospettive: i temi sociali e nazionali, tratti dalla vita e dalla letteratura, hanno il sopravvento sulle vedute liriche e paesaggistiche, e la grafica applicata predomina sulla pittura da cavalletto, che l'artista continua a praticare, ma senza esporla. Realizza cicli dedicati a diverse città sovietiche: Mosca, Novgorod, Leningrado, ma anche New York, che visita nel 1929. Nel 1930 va nel Dneprostroj e si confronta per la prima volta con la tematica industriale, che svilupperà anche in seguito con una trasferta nel Donbass per prepararsi all'Esposizione pansovietica "Industria del socialismo" (1939); nel 1934 si reca con un gruppo di artisti nel Caucaso, da ciascuno di questi viaggi nasce un ciclo di incisioni o acqueforti (
Dneprostroj, 1930-31;
Po Kavkazu, 1934). Negli anni Trenta esegue una serie di stampe a colori sulla metropolitana di Mosca e un ciclo sul Mausoleo di Lenin, e si cimenta nel ritratto, in particolare realizza un'ampia serie di incisioni che ritraggono scrittori, tra cui Belinskij, Puškin, Bayron, Gor'kij e molti autori sovietici.
Negli ultimi dieci anni della sua vita K. si stabilisce a Nikolina Gora, nella campagna nei dintorni di Mosca e dal 1935 al 1940 insegna all'Istituto artistico moscovita.
Inverno ai confini della città
http://www.artsait.ru/foto.php?art=k/kravchenko/img/1
Opere realizzate durante il viaggio in Italia 1910-11
Tempera. Venezia;
Canal grande (Museo Statale delle arti figurative A. S. Puškin);
Duomo (Museo Statale delle arti figurative A. S. Puškin);
Venezia;
Roma;
Vista del Campidoglio dal Palatino (Museo Statale delle arti figurative A. S. Puškin);
Vecchio rione di Roma;
Villa Borghese;
Foro Romano;
Rovine di Roma antica;
Arco di Tito (Museo Statale delle arti figurative A. S. Puškin. Mosca);
Sulle rive del Tevere;
Isola Tiberina;
Rovine;
Pini;
Capri. Marina Grande (Museo A. M. Gor'kij. Mosca);
In riva al mare;
Mare e pietre (Museo A. M. Gor'kij. Mosca);
Il mio terrazzo;
Rocce in riva al mare;
Capri (Museo Statale Russo. San Pietroburgo);
Italia. Palermo;
Ragazza italiana con arance (Galleria Tret'jakov. Mosca);
La ragazza della Campania;
Testa di ragazza italiana.
China, penna, sanguigna. Roma:
Ponte Rotto (Galleria Tret'jakov);
Via (Museo Statale delle arti figurative A. S. Puškin);
Pini (Collezione privata);
Tevere.
Capri: Serie di disegni su carta.
Serie realizzate durante il viaggio in Italia 1925-26
Roma:
Ponte Rotto; Castel Sant'Angelo (Museo Statale Russo);
Piazza con fontana;
Fonte;
Villa Borghese. Fontana;
Monte Pincio;
I dintorni di Roma;
Angolino romano.
Venezia:
Vista sul palazzo Ca' d'Oro (Galleria Tret'jakov);
Ca' d'Oro; Piazzetta (Galleria Tret'jakov);
Ponte Rialto (Museo Statale Russo);
Canal Grande;
Ponticello;
Piazzetta;
Venezia;
Barche.
Siena:
Stradina;
Piazza del mercato;
Piazza cittadina;
Siena;
Piazza.
Firenze:
Lungarno;
Ponte sull'Arno;
Ponte Vecchio.
San Gimignano:
Torri (Museo Statale delle arti figurative A. S. Puškin);
Strada;
Piazza.
Incisioni su legno e linoleum e acqueforti realizzate su materiale italiano
A Capri (1914, incisione su linoleum);
Stradivari nel suo laboratorio (1926, incisione su legno. Museo Statale delle arti figurative A. S. Puškin; Galleria Tret'jakov; Museo Statale Russo; Museo Statale di arte russa. Kiev; Pinacoteca Statale di Odessa e altri musei);
Roma. Fontana al Pincio (1928, incisione su linoleum. Museo Statale delle arti figurative A. S. Puškin; Galleria Tret'jakov);
Venezia (1928, incisione a colori. Museo Statale delle arti figurative A. S. Puškin);
Venezia. Ca' d'Oro,
Venezia. Ponticello,
Venezia. Ponte Vecchio (tutte del 1928, incisioni a colori. Museo Statale Russo);
Roma. Villa Borghese (1916, acquaforte);
Roma. Ponte Rotto (1916, acquaforte. Museo Statale delle arti figurative A. S. Puškin, Museo Statale Russo);
Venezia. Piazza San Marco (1926, acquaforte, acquatinta. Museo Statale delle arti figurative A. S. Puškin, Museo Statale Russo);
Stradina italiana (1926, acquaforte. Museo Statale Russo).
Illustrazioni di opere letterarie realizzate con materiale italiano
M. Gor'kij,
Skazki ob Italii, Moskva-Leningrad, Academia, 1932.Frontespizio, illustrazioni, fregi iniziali e finali, capilettera. (Incisioni su legno. Museo Statale delle arti figurative A. S. Puškin, Museo Statale di Letteratura. Mosca, Museo A. M. Gor'kij. Mosca).
E. De Amicis,
Dnevnik škol'nika. Copertina (1914-16, disegni).
Mostre in Italia
1924, XIVª Biennale di Venezia
1927, IIIª Esposizione internazionale di arti decorative di Milano
1927, IIª Esposizione internazionale dell'incisione moderna di Firenze.
1930, XVIIª Biennale di Venezia
1932, XVIIIª Biennale di Venezia
1934, XIXª Biennale di Venezia.
Bibliografia
Bol'šaja sovetskaja enciklopedija, Moskva, Sovetskaja enciklopedija, 1973.
Russkie chudožniki. Enciklopedičeskij slovar', SPb., Azbuka, 1998, p. 291.
S. Razumovskaja,
Aleksej Il'ič Kravčenko, Moskva, Sovetskij chudožnik, 1962.
Fonte archivistica
Archivio Centrale dello Stato, Roma, Ministero dell'Interno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Affari generali e riservati, 1926 A16, b. 50, f. Kravcenko Alexis.
Nell'immagine autoritratto di Kravčenko, 1923
http://www.nasledie-rus.ru/podshivka/pics/7715-pictures.php?picture=771509.
Agnese Accattoli
Scheda aggiornata al 26 giugno 2020