Il suo vero cognome è Fradkin.
Inizia la sua carriera come attore teatrale al Teatro drammatico di Mosca (Moskovskij dramatičeskij teatr), nel 1914 debutta come Nikolaj Rostov nel film Guerra e pace di Vladimir Gardin, prodotto dalla casa di produzione di Paul Timan, poi collabora con registi famosi, quali Jakov Protazanov, Evgenij Bauer e Pёtr Cardynin, lavora nello studio cinematografico di Dmitrij Charitonov insieme ad una delle più amate attrici del cinema muto russo, Vera Cholodnaja. Di lui in quegli anni scrive nella sua autobiografia Tat’jana Pavlova, ricordando le prove per una messinscena moscovita della Dame aux Camélias: “come è accaduto spesso nella mia vita e nei momenti più difficili, l’amico e regista Sanin ebbe l’abilità di ridarmi fiducia. Questi, con grande cuore, veniva a provare a casa mia e trascinava anche l’attore cinematografico Runitch che era stato prescelto per la parte di Armando. Runitch era un divo dello schermo, ma era buono e non superbo, né riottoso. Io, lui e Sanin non facevamo che rpovare, senza stanchezze, a piena voce, cosicché tutto il palazzo, dove io abitavo, finì col ribellarsi e protestare, sia per i pianti nostri, come per le grida selvagge di Sanin che ci guidava” (T. Pavlova, Autobiografia, p. 228).
Nel giugno 1918 si sposta in Crimea, da dove all’inizio del 1919 emigra in Italia, a Torino. Qui esordisce con la cosiddetta “troupe russa” della Ambrosio Film. Nell’autunno 1919 insieme a Tat’jana Pavlova recita in Storia di un peccato di Carmine Gallone, nel 1920 in Lord Bluff di Aleksandr Rozenfel’d; il successo maggiore è ottenuto dalla partecipazione con Tat’jana Pavlova e Michail Vavič al film L’orchidea fatale di Aleksandr Ural’skij e Rozenfel’d.
Nel settembre 1920 partecipa insieme al regista Georgij Krol’ alla fondazione a Berlino della “Unione degli operatori cinematografici russi” ed è eletto presidente. Rinnova i contatti con lo studio cinematografico di Dmitrij Charitonov, emigrato in Germania.
Nel 1920 gira nel film La catena di Ural’skij e Rozenfel’d, nel 1921 nell’Automobile errante di Arturo Ambrosio, positivamente recensita da “La rivista cinematografica” (30 giugno 1921). È il suo ultimo lavoro in Italia. Dal 1922 si stabilisce a Berlino, dove continua a recitare con successo. Tra i suoi film più famosi degli anni dell’emigrazione si ricordano Die Bestie im Menschen (1920) dal romanzo di Zola, Danton (1921) di Dmitrij Buchoveckij, in cui interpreta Desmoulins, Die höllische Macht (1922) di Robert Wiene, Marie Antoinette. Das Leben einer Königin (1922) di Rudolph Meinert, in cui è partner di Diana Karenne, Prater (1924) e Das goldene Kalb (1925) di Peter Paul Felner, Tagebuch einer Kokotte (1929).
Nel 1924-1925 insegna recitazione all’Accademia cinematografica di Parigi, nel 1926 torna al teatro ed entra nella compagnia del Teatro drammatico russo di Riga, recita in jiddish nei teatri ebraici di Riga e Kaunas; da qui all’approssimarsi della guerra emigra nel 1939 insieme alla moglie, la ballerina Nina Pavliščeva (1896-1979) a Johannesburg in Sud Africa.
Bibliografia
Lord Bluff. Commedia in 4 parti // La rivista cinematografica. 1920. № 19. P. 17.
Martinelli V. I cineasti russi esuli in Italia // Griffithiana. 1989. № 35–36. P. 4–12.
Martinelli V. Il cinema muto italiano 1920. I film del dopoguerra. Roma: Nuova ERI, Edizioni RAI, Centro Sperimentale di Cinematografia, 1995.
Martinelli V. Il cinema muto italiano 1921. I film degli anni venti. Roma: Nuova ERI, Edizioni RAI, Centro Sperimentale di Cinematografia, 1996.
Nusinova N. I russi in Europa. Il cinema della prima emigrazione // Storia del cinema mondiale. L’Europa. Vol. 1. Torino: Einaudi, 1999. P. 359–377.
Pavlova T. Autobiografia // Ruocco D. Tatiana Pavlova diva intelligente. Roma: Bulzoni, 2000. P. 171–242.
Янгиров Р. Рабы немого, 1920–1930-e годы. М.: Русский путь, 2007.
Янгиров Р.М. Хроника кинематографической жизни Русского зарубежья: В 2-х т. М.: Книжница / Русский путь, 2010. Т. 1.
Bianca Sulpasso
7 dicembre 2020