Il suo vero nome è Leocadija Aleksandrovna Rabinovič. Secondo alcune fonti è nata a Danzica nel 1888.
Si allontana dalla Russia all’inizio della Prima guerra mondiale e giunge in Italia nel 1914; da Roma si sposta nel 1916 verso Torino, dove inizia a recitare (non si sono conservati i suoi primi film, girati con lo pseudonimo di Anna Karеnne o Diana Karren) ed entra in contatto con il regista e produttore Ernesto Pasquali (1883–1919), che nel 1909 fonda la compagnia “Pasquali film” che la lancia, facendone non solo un’attrice famosa ma anche una regista e sceneggiatrice.
Nel 1916 per la prima volta nel cinema italiano prende parte come attrice e regista al film Lea (da una pièce del leader politico Felice Cavallotti), per tutti gli anni Dieci continua a recitare, fare la regista e produrre film con le compagnie cinematografiche da lei fondate (“Karenne Film”) o rilevate (“Novissima Film”).
Tra le opere più significative di questo periodo si ricordano le pellicole Circe (1917) dal romanzo di Annie Vivanti, Justice de femme! (1917, prodotta dalla Karenne Film), Les demi-vierges (1917, prodotta dall’Ambrosio Film) dal romanzo dello scrittore Marcel Prevost, Pierrot (1917, Karenne Film), di cui realizza i disegni pubblicitari pubblicati nell’elegante periodico “In Penombra” nel 1918, La damina di porcellanа (1917, Novissima Film), Supremo grido! (1918), Sleima (1919, Tespi Film), Ave Maria (1920), La veggente (1922, Tespi Film), Per l’onore (1923, Karenne Film). Interpreta nei suoi film figure di donne indipendenti, dotate di grande forza interiore e capacità psicologiche. Sono di moda in questo periodo anche altre attrici russe (Berta Nelson, Ileana Leonidoff), ma sia i contemporanei che gli storici del cinema hanno messo in evidenza la capacità imprenditoriale di Karenne e il suo anticonformismo, causa spesso di difficoltà con la censura dell'epoca.
L'attrice interpreta il ruolo principale anche in numerosi film di registi italiani, quali Passione tzigana di Umberto Paradisi (1918), La peccatrice casta di Gennaro Righelli (1919), Redenzione (1919) di Carmine Gallone, Miss Dorothy (1919), Zoya (1920) e La fiamma e la cenere (1920) di Giulio Antamoro, Indiana di Umberto Fracchia (1920).
È inoltre una delicata disegnatrice, escono in questo periodo suoi disegni e acquarelli sui giornali (“Varietas”, “La donna”), prepara i manifesti per il film Pierrot, e le caricature della serie “Disegni fantastici”, pubblicati nel 1918 nella rivista “In penombra”.
La crisi del cinema italiano degli anni Venti spinge l’attrice a lavorare in Francia e Germania; per le sue partecipazioni ai film tedeschi si parla di compensi favolosi (500.000 marchi per ogni ruolo). Continua tuttavia a venire spesso in Italia: nel 1922 gira a Firenze il film Dante nella vita e nei tempi suoi di Domenico Gajdo; nel 1926 è a Venezia per il Casanova di Aleksandr Volkov; nel 1928 a Bologna interpreta il ruolo principale nella pellicola La vena d’oro di Guglielmo Zorzi.
Con l’affermarsi del cinema sonoro la sua carriera sembra avviarsi al tramonto, ma l’attrice si allontana prima dallo schermo per dedicarsi alla sua vita privata: nel 1924 – durante uno dei suoi soggiorni italiani – ha conosciuto a Roma il poeta russo Nikolaj Ocup, di cui diviene la musa e nel 1930 la moglie. La sua immagine idealizzata (Beatrice) si incontra in tutta l’opera poetica di Ocup, soprattutto nel poema Dnevnik v stichach (Diario in versi, 1950). Con tono malevolo invece la ricorda come “una donna tirannica di mezz’età” un memorialista della Russia parigina Vasilij Janovskij nel libro Polja Elisejskie (I Campi Elisi, p. 239).
Fonti archivistiche
Cineteca, Bologna. Archivio Vittorio Martinelli.
ACS. PS. A4. B. 50. F. Belokorska Diana Karenne di Alessandro.
Bibliografia
Janovskij V.S. Polja Elisejvskie. SPb.: Puškinskij fond, 1993.
Savio F. Karenne Diana // Enciclopedia dello spettacolo. Roma: UNEDI, 1975.
Chiti R. Diana Karenne // Dizionario dei registi dеl cinema muto italiano. Roma: Museo internazionale del cinema e dello spettacolo, 1997.
Янгиров Р.М. Каренн Диана. Европейские киноартисты в Америке. Яннингс и Мурнау // Киноведческие записки. 2002. № 58. С. 346–351.
Martinelli V. Le dive del silenzio. Bologna: Le Mani-Microart’S, 2001.
Jandelli C. Le dive italiane del muto. Palermo: Epos, 2006.
Dall’Asta M. Non solo dive: pioniere del cinema italiano. Bologna: Ed. Cineteca, 2008.
Янгиров Р.М. Хроника кинематографической жизни Русского зарубежья: В 2-х т. М.: Книжница / Русский путь, 2010. Т. 1.
Sulpasso B. Il processo di Maria Tarnowska // Kesarevo Kesarju. Scritti in onore di Cesare G. De Michelis. Firenze: FUP, 2014. P. 431–448.
Bernardini A. Le imprese di produzione del cinema muto italiano. Bologna: Persiani, 2015.
Nella foto Diana Karenne nel film Pierrot
Antonella d’Amelia
7 dicembre 2020