Russi in Italia

Georgij Aleksandrovič Krol’


Luogo e data di nascita: Pietroburgo, 3 agosto 1893
Luogo e data di morte: Mar nero, 1932
Professione: regista, sceneggiatore

Giorgio Kroll, russo, uomo colto e di spirito nuovo
(L. Pirandello)


Regista, sceneggiatore, allievo di Mejerchol'd, nel 1919 emigra dalla Russia con la moglie, Raisa Samojlovna Gurevič e raggiunge a Torino la famiglia di lei, che si era rifugiata presso Riccardo e Cesarina Gualino. Dal 9 al 20 luglio 1920 la coppia è a Roma e entra in contatto con  Ol'ga Signorelli, che la introduce nella vita artistica romana.
Il 1 agosto sono a Berlino da dove Georgij Krol' scrive ad O. Signorelli  per spiegarle che Ivan Stepanov non ha trovato loro lavoro e che quindi hanno preferito recarsi nella capitale tedesca. Secondo i documenti conservati all'Archivio Centrale dello Stato, alla fine del dicembre dello stesso anno, i coniugi Kroll ottengono il visto per l'Italia, al quale però rinunciano perché a Berlino si presentano delle buone occasioni di lavoro. Nell'agosto del 1923 si recano a Venezia. Al loro ritorno a Berlino Georgij Krol' si ammala e chiede a Ol'ga Signorelli un aiuto per ritornare in Italia. Nel novembre dello stesso anno risiedono così tra Napoli, Sorrento e Capri. A febbraio meta della coppia è Cortina e in aprile l'Alta Savoia. Nell'estate del 1924 si recano a Parigi. Alla fine di ottobre dello stesso anno Georgij Krol' è impegnato in una tournée in Italia con la compagnia di Anatolij Dolinov (1869-1945) che lo porta  nei teatri di Milano, Modena, Rimini e Ravenna. In ottobre la compagnia debutta al Salone Margherita di Roma. Gli spettacoli proseguono fino al gennaio 1925 toccando anche la Campania, la Sicilia e la Tunisia.

Nella primavera del 1925 i Krol' sono a Roma, dove iniziano collaborare con Luigi Pirandello e la sua compagnia del Teatro d'arte di Roma, entrando in rapporto anche con molti protagonisti della Scuola romana e del futurismo. Il 14 maggio 1925, al Teatro Odescalchi, va in scena la tragedia mimica in un atto La morte di Niobe, con musiche di Alberto Savinio, le coreografie dello stesso Krol', le scenografie e i costumi di Giorgio De Chirico. Interpreti della tragedia la moglie del regista, Raisa, nel ruolo di Niobe, nonché le giovani sorelle Signorelli Elena, Maria e Vera. L'opera di Savinio risulta però piuttosto ostica per il pubblico del teatro romano, come testimoniano anche alcune recensioni apparse sui giornali dell'epoca:

Ecco una prova dolorosa di incomunicabilità: fra un autore e il suo pubblico - che non sappiamo se e quanto fosse prevenuto, ma certo non è stato attento, né ... cortese. Noi annunziammo l'altro ieri questa novità con parole che volevano preparare lo spettatore e salvare lo spettacolo da un caso di incomunicabilità: fargli sapere, allo spettatore, che si sarebbe trovato di fronte alla rappresentazione mimica del mito di Niobe, in forme moderne. Il fenomeno di incomprensione si è verificato: e non sappiamo dire a che punto sia la linea che segni il confine giusto fra la responsabilità del pubblico e quella dell'Autore. Saremo sinceri. Qualcuno doveva pur esserci tra gli spettatori che non sapeva che cosa sia il mito di Niobe: e naturalmente non ci ha capito assolutamente nulla [...]. La musica e la composizione dell'orchestra cui erano mancati per un contrattempo dell'ultimo momento gli strumenti di percussione, musica non somigliante a nessun altro genere di orchestrazione e d'ispirazione finora conosciuti, ha alzato anch'essa la sua brava barriera fra l'Autore e il pubblico: e si sa che tutte le barriere di tal genere finiscono col trasformarsi in fortilizii di offesa e di difesa. Ma l'Autore ha preso il tutto con lo stesso coraggio ridente e sprezzante - e non anche provocatore? - con cui s'era ardito di rimpastare l'antichissimo mito. Alla fine lasciò la bacchetta del direttore - aveva diretta egli stesso l'esecuzione - e saltò sul palcoscenico come uno che non abbia voglia né di piangere né di fermarsi. Notturna, livida, torbida anche la scena dipinta da Giorgio De Chirico. Raissa Lork che era Niobe, e le sorelle Morino e tutti gli altri, si sono mossi secondo le intenzioni dell'Autore e gli insegnamenti del maestro Giorgio Kroll, con una turbata e sinistra armonia. Seguì una replica della "Gaia Morte" [Il Pellegrino" di C. Vildrac, "La morte di Niobe" di A. Savinio 1925, p. 5].

Nel frattempo il matrimonio con Raisa è naufragato: lo spettacolo sembra segnare simbolicamente il passaggio di Raisa dal primo compagno della sua vita, Georgij Krol', al secondo Giorgio De Chirico che, di lì a poco, sposerà. I due si erano conosciuti già dai primi anni Venti e si erano frequentati nel salotto romano di Ol'ga Signorelli. Nel dicembre 1925 Raisa raggiunge de Chirico a Parigi, mentre Krol' rimane a Roma continuando a collaborare con Pirandello, come testimonia un biglietto del carteggio tra Pirandello e Adriano Tilgher del 19 novembre in cui lo scrittore siciliano raccomanda all'amico il valente regista e coreografo russo:

Mio caro Tilgher,
viene a voi, accompagnato da questo mio biglietto, il signor Giorgio Kroll, russo, uomo colto e di spirito nuovo, che mi propone la fondazione di una scuola accanto al mio "Teatro d'Arte". Io gli ho risposto che accetterei la proposta solo se avessi voi con me per questa impresa. Prestategli ascolto, e poi, dopo avervi pensato, datemi una risposta.
Vostro, sempre, cordialissimarmente
[Lettera di Pirandello a Tilgher del 25 novembre 1925].

Roma è anche lo scenario dell'incontro di Krol' con Mejerchol'd in viaggio in Italia. Non è chiaro quando Krol' abbia lasciato l'Italia per ritornare in Urss, ma Ol'ga Signorelli ha una delega per il ritiro della sua corrispondenza e la gestione dei suoi affari datata 3 novembre 1925 (con firma autenticata dal console generale dell'Urss).
In seguito Krol' ritorna in Unione Sovietica dedicandosi alla regia e alla sceneggiatura cinematografiche. Al 1927 risale Storona lesnaja con Georgij Kolosov, Pavel Kuzner e Nina Lezen. Nel 1928 gira Rodnoj brat con Nikolaj Simonov, Varvara Sošal'skaja e Petr Kuznecov. Nel 1929 dirige e sceneggia Smertnyj nomer, tratto dal racconto di Boris Zitkov Udav, con Illarion Pevcov e Ljudmila Semenova. Pachari Morja del 1930, con Arnol'd Arnol'd e Evgenij Kumejko, esalta il collettivismo nella narrazione della vicenda di un pescatore solitario che entra a far parte di una squadra di pescatori. Nel 1931 insieme a Marija Itina e Pavel Stel'mach cura la sceneggiatura del film per bambini Zakon druzby per la regia di Česlav Sabinskij (tra gli interpreti Vladimir Tulub'ev e Fedor Slavskij).

Nota
Nei documenti d'archivio e nelle fonti a stampa s'incontra come Giorgio Kroll.

Fonti archivistiche
Fondazione Giorgio Cini, Venezia, Archivio Signorelli.
Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Affari generali e riservati, 1920, cat. A11, b. 11, f. Kroll Giorgio ed altra n. 262.

Bibliografia
Il Pellegrino" di C. Vildrac, "La morte di Niobe" di A. Savinio, «Corriere d'Italia», 16 maggio 1925, p. 5.
V. E. Mejerchol'd, Perepiska, Moskva, Iskusstvo, 1976.
L. Sciascia, Pirandello e il pirandellismo, con lettere inedite di Pirandello a Tilgher, Caltanisetta-Palermo 1953.

Link utili
http://www.russiancinema.ru/ 

Elda Garetto, Laura Piccolo



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