Russi in Italia

Sigizmund Stanislavovič Olesevič

Opolsky


Luogo e data di nascita: Babin (Volynskaja gubernija), 20 giugno (12 luglio) 1891
Luogo e data di morte: Parigi, 13 maggio 1972
Professione: pittore, grafico, illustratore

 

Discendente di una famiglia di origine polacca, dal 1898 studia a Odessa nell’atelier di K.K. Kostandi, esordisce nel 1910 con tre quadri (Bal’noe, Chopin, Sneg) ad un’esposizione di artisti polacchi, poi si trasferisce a Parigi, da dove nel 1914 invia a Odessa sette quadri per l’Esposizione pittorica primaverile (Vesennaja vystavka kartin), alla quale prendono parte anche gli artisti moscoviti del Fante di quadri e alcuni rappresentanti del Cavaliere azzurro, guidati da Vasilij Kandinskij. Acquista ben presto notorietà come pittore e grafico; nelle esposizioni le sue opere non passano inosservate, ne scrive, ad esempio, il critico della famosa rivista “Apollon” Michail Geršenfel’d nella rubrica Lettera da Odessa (1914, n. 5). Rientrato da Parigi nel 1916 partecipa ad una mostra dei giovani pittori odessiti (il futuro gruppo degli ‘indipendenti’) e attira l’attenzione sia per la quantità di quadri esposti (il catalogo ne registra 18) che per la loro qualità: “Echi del cubismo e del raggismo si alternano con influenze giapponesi, alcuni quadri sono tratteggiati con l’ingenuità tipica delle insegne di provincia, tanto amate dal gruppo del Fante di quadri. Tutte le sue opere producono una duplice impressione: al primo sguardo lasciano estranei per la fattura elaborata, ma poi – se ti avvicini – scopri sottolineature penetranti nei caratteri dei volti, un’inattesa e convincente audacia espressiva” (“Odesskie novosti”, 10 novembre 1916).

Nel 1917 inizia a collaborare con il giornale satirico “Bomba”, in cui pubblicano disegni e caricature anche altri artisti della scuola di Odessa, ad esempio Sandro Fazini, Vsevolod Nikulin, Jurij Oleša. I suoi disegni sono firmati con gli pseudonimi S. Olesevič, S. Oles, S. O., Sigismond e persino Sadao San, con un gusto per lo scherzo linguistico e l’anonimato che lo contraddistingue anche nelle opere grafiche pubblicate in Italia. Nel 1917 si lega alla Società degli artisti indipendenti (Obščestvo nezavisimych chudožnikov), nata sul modello della Societé des Artistes Indépendants francese, e partecipa alle loro esposizioni; collabora insieme a Sandro Fazini al settimanale “Jabločko”, pubblicando tre racconti parodici di gusto surreal-avanguardistico: Patologičeskij pejzaž (Paesaggio patologico), Prostužennaja portjanka (Ciocia raffreddata) e Vsegda snaruži. Chroničeskij roman iz svoevremennoj žizni (Sempre dal di fuori. Romanzo cronico di vita contemporanea). Di questo esordio letterario scriverà da Parigi allo scrittore Il’ja Il’f nel gennaio 1934: “i miei talenti letterari sparirono senza lasciar traccia dal momento in cui – 15 anni fa – ebbi l’inaccortezza di scrivere 2-3 poesie. Da allora un enorme calamaio mi è caduto sull’anima e non mi permette di scrivere”. Sempre insieme a Fazini è inoltre coinvolto nella decorazione del Teatro dell’Intermezzo, fondato nel maggio 1918, e del cabaret Kanarejka, frequentato soprattutto da attori, giornalisti e artisti. La sua amicizia con Fazini si protrarrà a lungo negli anni dell’emigrazione in Francia.

Nella primavera ed estate del 1919 – durante la presa del potere dei bolscevichi – come molti altri artisti tenta la via di una collaborazione con il nuovo potere: in maggio partecipa ad un concorso per preparare i manifesti dell’Armata rossa, è nominato responsabile temporaneo del Palazzo-Museo Russov (Dom Russova), partecipa a varie commissioni e iniziative culturali, s’impegna insieme ad Aleksandra Ekster e Maksimilian Vološin nella decorazione delle strade della città per la festa del Primo maggio.

All’inizio del 1920 decide di emigrare e durante il viaggio verso Parigi fa la conoscenza di Anton Giulio Bragaglia che decide di pubblicarne la grafica: suoi disegni e xilografie (anche in Italia si firma con vari pseudonimi, spesso come Opolsky) appaiono in ogni numero di «Cronache d’Attualità» dal 1920 al 1922 accanto ad insigni artisti italiani e europei: Archipenko, Modigliani, Derain, Picasso, Lev Zak, Duilio Cambellotti, Vinicio Paladini, ecc.

Nel gennaio 1920 la Casa d’Arte Bragaglia ospita una sua mostra, in cui presenta solo lavori grafici: disegni e xilografie, copertine di libri e caricature sia in bianco e nero che a colori. Un anno dopo l’esposizione Bragaglia gli dedica un lungo articolo su “Cronache d’Attualità”:

 

Con una sua prima esposizione a Roma il pittore Opolsky si fece senz’altro ammirare quale ‘illustratore’ di gusto agile e duttile, sì da mettersi in prima linea con i migliori disegnatori italiani. […] sia ch’egli illustri Balzac, sia che evochi una visione medievale, sia che ci conduca nell’atmosfera del romanticismo, o ci porti in Cina, egli è capace di restituirci lo spirito e il sapore dell’ambiente (1921, p. 63).


La collaborazione dell’artista con la Casa d’Arte Bragaglia continua intensa anche negli anni successivi: il pittore illustra con segno primitivi sta l’edizione italiana della fiaba russa Storia dello zareviccio Ivan, della bella Elena e del lupo grigio, pubblicata nel 1921. Sono sue anche le illustrazioni della commedia eroicomica Meo Patacca di A. Jandolo e di Tre fanciulle del cuor mio di Gualtieri di San Lazzaro; sue le xilografie in bianco e nero e la copertina del volume Le bellezze della Divina Commedia, di cui è autore il poeta e drammaturgo romano, Gino Gori, fiancheggiatore del futurismo, tutte edite dalla Casa d’Arte Bragaglia nel 1921.

In Italia Olesevič inizia ad operare anche nel campo della scenografia; ad esempio nella primavera 1920 realizza insieme ad Aldo Molinari scenografie e costumi per l’esordio al teatro Quirino dei Balli russi Leonidoff, poi alcune scenografie per gli spettacoli del Teatro degli Indipendenti – ad esempio per Petits riens di Nicola Moscardelli, ‘evocazione settecentesca’ da un balletto di Mozart, andata in scena nel gennaio 1923 con costumi disegnati dal pittore futurista Antonio Fornari: “Sopra uno sfondo di piante futuristiche composte dal pittore polacco Olesievicz, abbiamo visto agitarsi Cloe e Dafne e il marchese e la marchesa in un gioco di incontri e di abbandoni, di minacce e di dichiarazioni, e terminare poi con una pacificazione generale e con un savio accomodamento fra le diverse parti. Sono questi appunto dei petits riens e non hanno altra pretesa fuori del cerchio garbato delle loro amabili facezie» (“La Tribuna”, 20 gennaio 1923).

Anche negli anni di emigrazione a Parigi Olesevič svolge una feconda attività artistica. Stretto un sodalizio proficuo con gli artisti polacchi, espone con loro al Salon d’Automne nel 1923 e nel 1924, al Salon des Indépendants e alla mostra Le XX siècle alle Tuileries nel 1928, alla esposizione alla Galerie Bonaparte nel 1929; nel 1935 è presente all’esposizione degli artisti polacchi che lavorano in Francia e nel 1938 alla mostra d’arte religiosa al Louvre. Una sua personale si tiene nell’aprile 1925 alla galleria Le Porique insieme alla moglie, l’artista Barbara Constant (pseudonimo di Varvara Prichod’ko, 1895-1966). Anche in Francia lavora spesso come grafico: illustra Jean d’Arc di Jean-Jacques Brousson e Napoléon di Honoré de Balzac per l’editore Duchartre; arricchisce di sei litografie la traduzione di Nos di Gogol’.

Sopravvissuto all’occupazione, alla guerra e alla difficoltà postbelliche, Olesevič muore in età avanzata a Parigi nel 1972.

Bibliografia

Bragaglia A.G. S. Opolsky // Cronache d’Attualità. Аgosto-settembre-ottobre 1921. P. 58–64.

Барковская О. «Красок дым волнующий и тонкий...»: О Сигизмунде Олесевиче // Всемирный клуб одесситов: альманах. 2005. Вып. 23. С. 208–217.

Нюренберг А. Одесса – Париж – Москва: Воспоминания художника. М.; Иерусалим: Мосты культуры; Gesharim, 2010.

d’Amelia A. Un artista russo-polacco alla Casa d’Arte Bragaglia negli anni Venti // Uomini, opere e idee tra Occidente europeo e mondo slavo / a cura di A. Mingati, D. Cavaion, C. Criveller. Trento: Università degli Studi di Trento, 2011. P. 147–166.

 

Link

Олесевич Сигизмунд Станиславович (псевд. Жан Олен) // Искусство и архитектура русского зарубежья www.artrz.ru/menu/1804645950/1804863467.html (дата обращения: 6.10.2020).

Боброва Л. Одесские парижане, или Туда и обратно

http://old2.booknik.ru/news/reportaji/odesskie-parijane-ili-tuda-i-obratno/#!lightbox[images]/0/ (дата обращения: 6.10.2020).

Художник Сигизмунд Станиславович Олесевич / Jean olin (1891-1972), украинский авангард

https://www.liveinternet.ru/users/6318384/post468053665 (дата обращения: 6.10.2020).

 

Antonella d'Amelia
2 novembre 2020



Copertina di "Cronache d'attualità" 1921, in cui Bragaglia scrive di Olesevič



Reclame fatta dalla Casa d'Arte Bragaglia alla fiaba di Olesevič Storia dello zareviccio Ivan, della bella Elena e del lupo grigio



Sigizmund Olesevič, Al caffè




Sigizmund Olesevič, Ritratto di Sandro Fazini (1917)



Sigizmund Olesevič, Incisioni delle Terme di Settimio Severo, esposte nel 1921 alla Casa d'Arte Bragaglia



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