Discendente di una famiglia di commercianti di tè. Nel 1869 accompagna i genitori in un viaggio in Italia, che rimarrà nitidamente impresso nella sua memoria, e a Roma, città della "foresta inestricabile di colonne":
La mia governante moscovita si meravigliò molto che i miei genitori facessero un viaggio così lungo per ammirare "costruzioni in rovina e pietre antiche". "Ci sono abbastanza cose del genere da noi a Mosca". Di tutte quelle "pietre" a Roma ricordo solo una foresta inestricabile di colonne fittissime, quella terribile foresta della cattedrale di San Pietro da cui mi pare che invano la mia governante e io cercassimo l'uscita (Kandinskij 1974, II, p. 154).
Firenze e Venezia si legano invece nella memoria dell'artista al nero:
E poi l'Italia intera si colora di due impressioni nere. Passo con mia madre, viaggiando in una carrozza nera, su un ponte (l'acqua, sotto, credo fosse di un giallo sporco): venivo portato, a Firenze, in una scuola materna. E ancora una volta il nero: gradini che scendevano nell'acqua nera, su cui galleggiava una lunga barca, terribile, nera, con una cassa nera nel centro: salivamo di notte su una gondola. Dimostrai anche qui la dote che mi rese famoso "in tutta Italia" e strillai con tutte le mie forze (Kandinskij 1974, II, p. 154).
Nel 1871 si trasferisce con la famiglia a Odessa, dove rimane anche dopo la separazione dei genitori, accudito dalla zia Elizaveta Ivanovna Ticheeva. Torna a Mosca nel 1886, s'iscrive alla Facoltà di giurisprudenza ed economia politica, approfondisce il diritto contadino e l'etnografia. Nel 1889 compie un viaggio di studio nella Russia settentrionale per studiare il diritto rurale dei Komi, esperienza che lascerà un segno nella sua futura attività pittorica, accanto alle impressioni del soggiorno a Parigi del 1892 e della mostra degli impressionisti francesi a Mosca del 1895.
Scoperta la sua vera vocazione, rinuncia a una cattedra di diritto e nel 1896 si reca a Monaco con la prima moglie, Anna Šemjakina, per studiare arte prima presso la scuola di Anton Ažbe e poi in quella di Franz von Stuck. Frequenta la vivace vita artistica e culturale tedesca, stringe rapporti con
Sergej Djagilev,
Aleksej Javlenskij, conosce Eleonora Duse. Nel 1901 fonda "Phalanx", un gruppo di pittori e artisti interessati a diffondere l'esperienza delle avanguardie francesi attraverso esposizioni e attività didattica. Tra le sue allieve la pittrice Gabriele Münter, che diventerà la sua seconda compagna.
Affiche della prima mostra di Phalanx
http://www.artsait.ru/art/k/kandinsky/img/24s.jpgUna serie di viaggi lo portano nel 1902 fino in Africa. Di ritorno dalla Tunisia si concede con la nuova compagna una vacanza in Italia, visita le città di Palermo, Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Verona.
Conclusasi nel 1904 l'esperienza di Phalanx, dopo un soggiorno a Dresda e Odessa, sul finire del 1905 torna in Italia con Gabriele Münter, prima a Milano e poi a Genova e Nervi; in dicembre la coppia si ferma sulla Riviera Ligure, a Rapallo, alla Casa Vallebella (Ragazzi 2001), dove rimane sino a maggio. Prima di recarsi a Parigi si concede una gita a Como e a Bellagio. Il passaggio in Liguria è testimoniato sia dalle memorie e fotografie scattate da G. Münter, sia da suoi dipinti:
Rapallo, il porto;
Baia di Rapallo;
Rapallo, veduta da Portofino;
Rapallo, veduta dalla finestra;
Santa Margherita;
Sestri Levante, barche di pescatori) e disegni (
Rapallo, Bagni Luisa;
Rapallo, piccolo ponte vicino al mare;
Rapallo, Sant'Anna;
Rapallo, oratorio dei Bianchi e Torre civica ecc.
Nel 1904 espone al Salon d'automne a Parigi, città dove rimane per circa un anno a partire dal 1906. Nel 1907 espone alla LXXVII Mostra internazionale di Roma, presentando due tele intitolate
Venezia.
Nel 1908 torna a Berlino dove assiste a una conferenza di Adolf Steiner sull'antroposofia che contribuirà alla sua elaborazione teorica successiva. Si trasferisce poi a Monaco, dove si lega a Paul Klee con il quale fonda il "Neue Künstlervereinigung München" (La nuova associazione degli artisti di Monaco), formazione che espone nel 1909 le proprie opere alla galleria Thannhauser ed è fortemente criticata per le innovazioni introdotte.
Nel 1911 dà vita insieme a Franz Marc al movimento "Der Blaue Reiter" (Il cavaliere azzurro), promotore di un almanacco e di tre grandi mostre dell'avanguardia europea a Monaco (1911, 1912) e a Berlino (1913). Al 1911 risale la pubblicazione del volume
La spiritualità nell'arte e la prima personale dell'artista a Berlino alla galleria Der Sturm.
Dopo un breve soggiorno in Svizzera allo scoppio della Prima guerra mondiale rientra in patria. Nel 1916 in Russia conosce la sua seconda moglie Nina Andreevskaja (le circostanze dell'incontro, nato da un contatto telefonica, sono narrate nelle memorie dalla stessa Nina, N. Kandinskij 1985) che sposa l'11 febbraio 1917. Dalla loro unione nascerà il figlio, Vsevolod, morto prematuramente. In patria si dedica alla nuova arte nata con la rivoluzione, all'insegnamento universitario; collabora con il Commissariato per la promozione intellettuale e partecipa alla creazione di più di 20 nuovi musei nella provincia russa. Il soggiorno russo che si conclude nel 1921 rimane significativo soprattutto per l'incontro con Kazimir Malevič. Nel 1922, in occasione di un viaggio in Germania per ricerca, lascia definitivamente la Russia ed è chiamato ad insegnare decorazione murale al Bauhaus.
Nel 1930 intraprende un nuovo viaggio in Italia e visita Bologna, Venezia, Verona, Rimini e Ravenna, città quest'ultima che lo colpisce profondamente. In questi anni partecipa alla formazione artistica "Abstraction-création", della quale fa parte anche Piet Mondrian. All'avvento dei nazisti nel 1933 fugge in Francia a Neuilly-sur-Seine.
Il rapporto con l'Italia si caratterizza sino agli anni Trenta come esperienza personale dell'artista. Anche se nel 1920 su "Valori Plastici" (n. 1-2, pp. 21-23) era stato pubblicato il suo saggio,
Pittura come arte pura, questo non aveva stimolato studi o approfondimenti della sua pittura; anzi nella presentazione Kandinskij era definito voce del "verbo bolscheviko" e testa del "movimento artistico e... comunista russo" (ivi, p. 21).
Un più concreto riconoscimento giunge nel 1934, grazie all'interessamento di Alberto Sartoris e Giuseppe Ghiringhelli, che espone i suoi lavori a Milano alla
Galleria Il Milione (24 aprile-9 maggio), presentando 45 acquerelli e 30 disegni. La mostra si rivela un momento fondamentale per il cammino dell'astrattismo italiano, che sviluppa nei confronti del pittore e teorico russo un vivace rapporto dialettico di filiazione (come nel caso di Carla Badiali) o di negazione. Nel volume
Kn, pubblicato nel 1935 dalla Galleria il Milione, il pittore Carlo Belli dedica a Kandinskij un intero capitolo, elaborato prima della mostra italiana (Carmel 2007, p. 18).
Al 1934 risale invece l'attacco sulla rivista fascista "Il Selvaggio" di Mino Maccari, che in un trafiletto dal titolo
Nuovi arrivi si scaglia contro "l'ebreo russo" Kandinskij, "autore delle più ridicole baggianate che si siano viste", nonché "pezzo grosso dei sovieti", cacciato dalla Germania dai "Nazi" ("Il Selvaggio" 1934, nn. 6-7, p. 32). Dopo una lettera di Ghiringhelli al direttore della rivista, Kandinskij stesso scrive al giornale una lettera dal titolo
Il coraggio delle proprie opinioni, nella quale in bell'italiano risponde alle accuse di Maccari, specifica di non essere ebreo, "né tanto meno comunista" e smonta tutte le ingiuste accuse rivoltegli di essere un marxista e un pezzo grosso dei sovieti («Il Selvaggio», 1934, n. 8, p. 44). Alla lettera segue un commento violento di Maccari, il quale ribadisce che le opere del pittore russo sono "cascami inqualificabili", nati nell'alveo "del sovversivismo ebraico" (
ivi).
Nel 1936 Kandinskij è di nuovo in Italia, a Forte dei Marmi ospite di Alberto Magnelli e Susi Gerson. In questa occasione, visita Firenze e Pisa e stringe amicizia con Giovanni Antonio Colonna di Cesarò, traduttore di
La spiritualità nell'arte, pubblicato da Ernesto Bonaiuti nel 1940 nelle Edizioni di "Religio".
Oltre al rapporto epistolare con Ghiringhelli, in Italia Kandinskij stringe anche rapporti con i futuristi, in particolare con Filippo Tommaso Marinetti, con il quale intrattiene una corrispondenza tra il 1926 e il 1932. Cruciale il momento in cui il pittore si rivolge a Marinetti, Accademico d'Italia, perché interceda presso il governo della Sassonia-Alhalt ed eviti la chiusura del Bauhaus; inutilmente Marinetti invierà alle autorità tedesche un telegramma, la scuola viene comunque chiusa.
Il vero riconoscimento dell'artista in Italia è postumo e collegabile alla Biennale di Venezia del 1950, dove sono presentate due sue personali: nel padiglione sovietico e in quello tedesco.
Alla diffusione della sua arte e della sua memoria hanno contribuito G. Münter con la donazione nel 1957 delle opere salvate dalla epurazione nazista del 1937 alla Galleria cvica di Monaco di Baviera, e soprattutto la moglie Nina che nel novembre 1979 ha fondato la Société Kandinsky (con sede al Centre Pompidou di Parigi). Tra le esposizioni più significative dell'artista la grande mostra parigina del 1963 al Musée national d'Art moderne, la retrospettiva dello stesso anno al Guggenheim Museum di New York e la prima personale in URSS nell'aprile 1989, in cui sono esposte circa duecento sue opere conservate nei musei sovietici.
Gli interessi di Kandinskij hanno toccato anche il teatro come luogo d'incontro tra colore, luce, suono e movimento: ha messo in scena a Dessau nel 1928
Quadri di un'esposizione di Modest Musorgskij. Diverse compagnie hanno scelto di dar vita ai suoi lavori per le loro
performances: in Italia si ricordano
Moduli in viola alla Biennale di Venezia del 1984 nella messinscena di Giulio Turcato (già messo in scena da Turcato nel 1972 a New York al Guggenheim Museum) con la coreografia di Min Tanaka;
Suono giallo, realizzata nel 1985 dalla compagnia Solari-Vanzi con le luci di Stefano Pirandello al Fabricone di Prato;
Quadri di un'Esposizione realizzato nel 1994 e nel 2007 da Fabrizio Crisafulli.
Principali pubblicazioni tradotte in italiano
W. Kandinsky,
Pittura come arte pura, «Valori Plastici», II (1920), n. 1-2, pp. 21-23.
Omaggio a Baumeister, "Il Milione", 1935, n. 41.
V. Kandinsky,
Della spiritualità nell'arte particolarmente nella pittura, prima versione italiana di G.A. Colonna di Cesarò, Roma, Edizioni di "Religio", 1940.
Sguardi sul passato (trad. dal francese), Venezia, Cavallino, 1962.
Il cavaliere azzurro, Bari, De Donato, 1967.
Lo spirituale nell'arte, Bari, De Donato, 1968.
Punto, linea, superficie, Milano, Adelphi, 1968.
W. Kandinsky,
Tutti gli scritti, in due volumi, Milano, Feltrinelli, 1974.
Principali esposizioni in Italia
Esposizione internazionale di Roma 1904.
Esposizione internazionale di Roma 1905.
Esposizione internazionale di Roma 1907.
Biennale di Venezia, Padiglione tedesco, 1930.
Kandinsky, Milano, Galleria il Milione, 1934.
Collettiva, Milano, Galleria il Milione, 1939.
Collettiva, Milano, Galleria Ciliberti, 1946.
Arte astratta e arte concreta, Milano, Palazzo reale, 1947.
XXIV Biennale di Venezia, 1948.
Wassily Kandinsky, XXV Biennale di Venezia, 1950.
Kandinsky e altri, Roma, Galleria l'Obelisco, 1951.
Wassily Kandinsky, Milano, Galleria del Naviglio, 1951.
Kandinsky e Severini, Venezia, Galleria della Chiocciola, 1952
"Opera grafica" di Kandinsky, Venezia, Galleria Il Cavallino, 1952.
Kandinskij, Javlenskij, Klee, Marc, Werefkin, Roma, Galleria l'Obelisco, 1956.
Guggenheim "viaggiante", Roma, Galleria d'arte moderna, 1957-1958.
Wassili Kandinsky, Milano, Galleria Naviglio, 1960 (inaugurata da Nina Kandinskaja).
L'espressionismo. Pittura, scultura, architettura, Firenze, Palazzo Vecchio, 1964.
Contributo russo alle avanguardie plastiche, Milano, Galleria del Levante, 1964.
Omaggio a Carlo Cardazzo con opere di Wassily Kandinsky, Milano, Galleria del Naviglio, 1967.
Il cavaliere azzurro - Der Bleue Reiter, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna, 1971.
Kandinsky, Milano, Galleria Levi, 1972.
Alle o
rigini dell'astrattismo, Milano, Palazzo Reale, 1979-1980.
Kandinsky, Roma, Galleria Anna D'Ascanio, 1980.
Kandinsky. 43 opere dai musei sovietici, Roma, Musei Capitolini, 1980 (poi a Venezia, Palazzo Correr, 1981).
Kandinsky-
Feininger, Roma, Galleria Giulia, 1983 (poi alla Galleria Blu di Milano).
Kandinsky a Parigi 1934-1944, Milano, Palazzo Reale, 1985.
La rivoluzione in salotto. Porcellane sovietiche 1917-1930, Venezia, Palazzo Fortuny, 1988.
Arte russa e sovietica 1870-1930, Torino, Lingotto, 1989.
Da Kandinsky a Chagall, Mestre, Santa Maria delle Grazie, 1990.
Kandinsky: Acquerelli dal Museo Guggenheim, Roma, Palazzo delle Esposizioni, 1991.
Kandinsky tra Oriente e Occidente, Firenze, Palazzo Strozzi, 1993.
K&K (Kandinskij e Klee), Milano, Galleria Blu, 1995.
Kandinsky. Opere dal Centre Pompidou, Milano, Fondazione Mazzotta, 1997.
Arte in due. Coppie di artisti in Europa 1900-1945, Torino, Palazzo Cavour 2003.
Kandinsky e l'astrattismo in Italia 1930-1950, Milano, Palazzo Reale, 2007.
Chagall Kandinsky Malevic. Maestri dell'Avanguardia Russa, Como, Villa Olmo, aprile-luglio 2009.
Kandinsky - Color Experience, Montcatini Terme, dicembre 2018-gennaio 2019.
Sestri Levante. Barche di pescatori, 1905
http://www.undo.net/Magazines/foto/1011039998.17522.2.jpg
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Fonti archivistiche
Soprintendenza alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea. Roma, Archivio bioiconografico, Wassily Kandinsky, cass. 16, 2.
Laura Piccolo