Lega russa per il risorgimento della Patria in stretta unione con gli Alleati
La "Lega Russa per il risorgimento della Patria in stretta unione con gli Alleati
" viene costituita nell'agosto 1918 presso la cancelleria dell'ambasciata russa (Via Sapri, 4 a Roma) per iniziativa di S. E. l'ambasciatore
Michail Girs con l'attiva collaborazione del segretario dell'ambasciata Nikolaj Dubjackij e di tutti i diplomatici. Ha come fine una coalizione delle forze antibolsceviche per ristabilire l'ordine in Russia. Vi afferiscono tutti i russi "contrari all'anarchia e al bolscevismo", come recita un fonogramma riservato del Ministero dell'Interno italiano. La principale finalità che la Lega dichiara di voler conseguire è ottenere l'appoggio delle "potenze dell'Intesa per abbattere il governo bolscevico", sostenere il governo provvisorio di Omsk e combattere le tendenze separatiste di singole regioni della Russia (Ucraina, provincie baltiche etc.). Presidente della Lega è il generale Evgenij Miller. Tra i più significatvi esponenti della Lega ricordiamo il prof.
Evgenij Šmurlo, delegato a Roma dell'Accademia delle Scienze di Russia,
Ivan Stepanov e
Boris Jakovenko, redattori del giornale antibolscevico "La Nuova Russia", il console
Georgij Zabello, il primo segretario dell'Ambasciata
Ivan Persiani, il giornalista
Michail Pervuchin, il filologo classico
Vladimir Zabugin, il sociologo
Karl Vejdemjuller e moltissimi altri (nell'elenco conservato al GARF sono elencati 108 membri).
La descrizione delle finalità della "Lega Russa per il risorgimento della patria in stretta unione con gli Alleati" (elencate in un dossier riservato) coincidono in gran parte con quelle della Lega monarchica russa. In un documento successivo dell'Ufficio d'investigazione (27 aprile 1919) si definisce confusamente "Lega dei russi residenti in Italia con programma antibolscevico e diretta a sostenere la opportunità dell'intervento dell'Intesa in Russia". Le finalità sono elencate in uno dei suoi bollettini:
- È di urgente necessità che le grandi democrazie amiche della Russia riconoscano ufficialmente il potere statale centrale creato dalla rinascente democrazia russa, vale a dire il Governo Provvisorio di tutta la Russia, sorto dalla parte sana dell'Assemblea Costituente Russa e residente a Omsk.
- È ugualmente necessario che si presti un aiuto reale ed energico al Governo Provvisorio di Omsk e a tutte le organizzazioni antibolsceviche sulla periferia della Russia per condurre a fine la loro lotta contro il bolscevismo quale elemento di composizione sommamente inumano, nemico giurato e pericolosissimo di ogni vera libertà democratica.
- L'unità della Russia è in pari modo nell'interesse di quest'ultima, come in quello dei popoli che abitano il suo territorio e delle grandi democrazie Alleate, ed è perfettamente conforme al principio dei diritti delle nazionalità, purché questo principio sia adoperato nel suo reale significato e con piena giustizia.
- Da quanto detto risulta necessario di combattere le tendenze separatiste di singoli parti della rinascente Patria Russa, p. e. delle regioni situate presso ll mare Baltico e, tanto più, della Piccola Russia, chiamata Ucraina, che è, dal punto di vista etnografico, colturale ed economico, una parte organica del corpo statale russo pieno di vita. Se disgregate, tutte le parti suddette dovrebbero inevitabilmente sottoporsi all'influenza invadente economica e politica della Germania, sempre abbastanza forte e minacciosa, soprattutto se accresciuta dalle provincie tedesche dell'Austria, ed esser in tal modo ridotte allo stato di sue semplici colonie.
- La Russia non deve esser privata delle coste del Mare Baltico e del Mar Nero, poiché sarebbe altrimenti tagliata, come due secoli indietro, fuori delle relazioni dirette economiche e colturale coll'Europa Occidentale.
- L'esperienza di questa guerra ha dimostrato fino a qual punto riesce insopportabile per la Russia di trovarsi chiusa nel Mare Nero. Sarebbe inutile dimostrare a lungo che tragico svantaggio è risultato, da questo fatto anche per le democrazie occidentale. Esser sempre padrona di uscire da casa sua è necessario per la Russia quanto respirare è necessario per un essere vivente. La democrazia russa deve avere garanzie reali da questo punto, onde poter comunicare liberamente e direttamente per via di mare aperto coi mercati mondiali. Questa è una condizione sino qua non del libero sviluppo della sua produzione, sviluppo che è assolutamente indispensabile per l'esistenza statale stessa della Russia, soprattutto se la si vuole veramente indipendente per servire da contrappeso alla Germania. D'altra parte la libertà della Russia da questo lato è nell'interesse dell'Europa Occidentale e, in prima linea, dell'Italia, perché in questo modo il suo vettovagliamento (in grano ed altro) e le materie prime (combustibili e metalli) le sarebbero assicurate, e nello stesso tempo l'entità del mercato russo si accrescerebbe indicibilmente".
Della "Lega Russa per il risorgimento della patria in stretta unione con gli Alleati" viene costituita anche una sezione di Firenze in Viale duca di Genova 30, che intende "esplicare la sua azione in stretta e cordiale unione con i sodalizi patriottici fiorentini" e chiede nel giugno 1918 al prefetto di Firenze il suo "prezioso" appoggio "per il fine patriottico che si propone". La presidenza del consiglio direttivo è affidata al conte Ivan Musin-Puškin, come consiglieri figurano: il capitano Sergej Korenev (Sergio de Koreneff), Adrian Charkevič (Adriano Harkevitch), Georgij Sutov (Giorgio de Southoff) e Vasilij Jarcev (Basilio Yartseff).
Dopo un anno circa di attività svolta attraverso pubblicazione di opuscoli, banchetti a giornalisti ecc., la Lega entra – verosimilmente per mancanza di fondi – in un periodo di grave crisi e quasi completa inattività politica, e permane come unico segno di vitalità la pubblicazione di un bollettino antibolscevico.
Fonti archivistiche
Archivio Centrale di Stato, Roma. Ministero dell'Interno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Affari generali e riservati, 1922, cat. A11, b. 13, f. Lega russa n. 6.
ASMAE. AP. 1915–1918. B. 174
Archivio Centrale di Stato, Roma. PS. UCI. B. 102. F. 3206.
Archivio Centrale di Stato, Roma. PS. PCM. Guerra Europea. B. 80. F. 51.
ГА РФ. Ф. 5806. Д. 28. Л. 1-2.
АВРИ. Ф. 190.
Bibliografia
A. Tamborra, Esuli russi in Italia 1905-1917, Bari, Laterza, 1977.
A. Venturi, Rivoluzionari russi in Italia, Milano, Feltrinelli, 1978.
G. Petracchi, La Russia rivoluzionaria nella politica italiana. Le relazioni italo-sovietiche 1917-1925. Roma-Bari: Laterza, 1982.
A. Venturi, L’emigrazione socialista russa in Italia, "Movimento operaio e socialista" 1987, № 3, pp. 269–297.
Миронова Е.М. Русское посольство в Италии // Русские в Италии. Культурное наследие эмиграции. М., 2006. С. 13–43.
Гардзонио С., Сульпассо Б. Осколки русской Италии. М., 2011.
Agnese Accattoli, Vladimir Kejdan
Scheda aggiornata al 3 luglio 2020
Indietro