Russi in Italia

Igor' Emmanuilovič Grabar'


Luogo e data di nascita: Budapest, 13 (25) marzo 1871
Luogo e data di morte: Mosca, 16 maggio 1960
Professione: storico dell'arte, pittore

Dopo gli studi alla Facoltà di Giurisprudenza di San Pietroburgo, nel 1894 entra all'Accademia imperiale di Belle Arti (Imperatorskaja Akademija Chudožestv), studia con il pittore Il'ja Repin, successivamente si perfeziona a Monaco con Anton Ažbe. Nel 1895 compie il suo primo viaggio in Italia (Venezia, Firenze, Roma, Napoli), è profondamente colpito dai capolavori della scuola veneziana (Tintoretto, Tiziano, Veronese, Tiepolo). Dal 1903 partecipa alle esposizioni di "Mir iskusstva" (Il mondo dell'arte) a San Pietroburgo, alla grande mostra di arte russa, organizzata da Sergej Djagilev nel 1906, alla VII Biennale veneziana del 1907, dove espone i quadri Mattinata fresca, Il the della mattina, I fiori, La brina, L'autunno. Nel 1911 è presente a Roma all'Esposizione internazionale, ideata per il Cinquantenario dell'unità d'Italia, espone l'olio "Delphinium" (1908).
Del 1906 è il suo secondo viaggio in Italia, di cui scrive con dovizia di particolari nell'autobiografia La mia vita: visita Venezia, Bologna, Firenze, Pisa, Roma, Napoli, Ercolano, Pompei, Capri e Sorrento. In questo periodo avvia quel lavoro di studioso dell'arte russa ed europea che lo renderà famoso: scrive per diverse riviste ("Mondo dell'arte", "La bilancia", "Apollon"), è redattore dell'imponente Storia dell'arte russa in 6 volumi (1909-1916) e autore di innumerevoli monografie nella collana "Russkie chudožniki" (Artisti russi). Significativo riconoscimento della sua attività è l'ampio saggio, dedicatogli da Vittorio Pica su "Emporium" (1908. № 163, pp. 3-16) con numerose riproduzioni dei suoi quadri.
Al 1909 risale la sua scoperta dell'architettura del Rinascimento (visita Verona, Padova, la Sicilia), "percorre a piedi tutte le ville" di Palladio, le disegna e fotografa (La mia vita, p. 223).
Dopo il 1917 Grabar' diventa una figura significativa del mondo culturale sovietico: è professore dell'Università di Mosca (Teoria e tecnica del restauro), dal 1918 al 1930 dirige i laboratori di restauro. Nel 1918-1923 a Mosca è tra i fondatori dello «Studio Italiano, ideato dal letterato fiorentino Odoardo Campa, al quale parteciparono tutti gli "italofoni" russi: Pavel Muratov, Vjačeslav Ivanov, Valerij Brjusov, Michail Osorgin, Boris Zajcev, Konstantin Bal'mont, Jurgis Baltrušajtis, Nikolaj Berdjaev e molti altri.
Nel 1926 ritorna in Italia insieme alla moglie Valentina Meščerina (1892–1959) e conosce Ettore Lo Gatto, al quale lo legherà una lunga amicizia (nel 1930 dipinge il ritratto dello studioso e il ritratto della moglie Zoja Voronkova).
Dal 1924 alla fine degli anni Quaranta si dedica alacremente anche all'attività pittorica, dipingendo soprattutto ritratti di amici, studiosi e musicisti.


Pubblicazioni
Grabar' I.E. Pis'ma 1917-1941. Mosca, Nauka, 1977.
Grabar' I.E. Moja žizn'. Avtomonografija. Etjudy o chudoznikach. Mosca, Respublika, 2001.

Fonti archivistiche
Galleria Nazionale d'Arte moderna, Roma.
Archivio Centrale dello Stato, Roma. PS. 1926 A16. B. 41. F. Grabar Igor e Valentina.
ASMAE. MinCulPop. B. 307. F. Lo Studio italiano di Mosca.

Bibliografia
Accattoli A. Lo studio italiano a Mosca (1918–1923) nei documenti dell’Archivio Storico-diplomatico del Ministero degli Affari Esteri italiano // Europa Orientalis. 2013. Vol. 32. P. 189–209.

Antonella d'Amelia
16 aprile 2020



Avtoportret v šube (Autoritratto in pelliccia). Olio, anni '40



Ritratto di Ettore Lo Gatto. Olio, 1930




Delphinium. Olio, 1908



Igor' Grabar', La brina (1904)



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