Ultima nata insieme al gemello Fedor dei sei figli del basso
Fedor Ivanovič Šaljapin e della ballerina italiana Iole Tornaghi, lascia l'Unione Sovietica dopo la rivoluzione per stabilirsi in Italia. Qui recita per un certo periodo nella compagnia teatrale di
Tat'jana Pavlova: il 5 dicembre 1925 è in scena al Teatro Manzoni di Milano con
Gutlibi di Giovacchino Forzano, regia di Tat'jana Pavlova.
Nel 1926 sposa Ermete Liberati, un giornalista molto attivo nella vita teatrale italiana, autore di musiche e testi per il teatro, che organizza le esibizioni romane del suocero Fedor Šaljapin e lo segue in diverse
tournées internazionali. Dopo la nascita dei figli, Lidia e Franco, smette di recitare, ma il matrimonio con Liberati finisce qualche anno dopo e i figli rimangono a Roma con i nonni paterni, quando la madre lascia l'Italia.
Nel 1935 risulta separata legalmente dal marito ma ancora residente a Milano, in via Paganini 9. Secondo le fonti italiane a questo indirizzo sarebbe domiciliata anche la madre Iole Tornaghi, che in seguito si stabilirà a Mosca e non rientrerà nel paese d'origine prima del 1960. Lo confermerebbe anche una lettera ricevuta da Tat'jana alla fine del 1937, intercettata dalla polizia italiana, da cui si evince che la moglie di Šaljapin "data la torbida situazione politica, non si arrischia di lasciare la Russia per venire in Italia, come la figlia vorrebbe" (Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Polizia Politica, Fascicoli personali, b. 288, f. Chaliapine Fedor).
A partire dalla seconda metà degli anni Trenta Tat'jana e la sorella
Lidija sono sorvegliate dalla polizia politica italiana: le due artiste teatrali, che "si dimostrano animate da sentimenti di simpatia verso il nostro paese", destano sospetti per i frequenti viaggi a Berlino e a Parigi, per la loro amicizia con
Maksim Gor'kij, con elementi ebrei e antifascisti e per le tendenze filo-bolsceviche. Nel 1938 Tat'jana risulta alla polizia ancora in possesso del passaporto italiano e spesso presente a Milano, anche se già residente a Berlino. In effetti, si trasferisce in Germania, dove si risposa e rimane durante la guerra, per trasferirsi in seguito a New York, dove nel 1960 sposa il suo terzo marito, Minas Nikolaevič Černov. Raccoglie in un volume intitolato
Glazami dočeri le memorie della sorella Lidija dedicate al padre (New York 1997) e nel 1976, rimasta sola, torna a Roma, dove vivono i due figli e un nipote.
Muore nel 1993 durante un soggiorno a Mosca, dove si era recata per partecipare alle celebrazioni per i 120 anni dalla nascita del padre, e viene sepolta come lui nel cimitero di Novodevičij.
Bibliografia
«Kommersant'», n. 28, 17.02.1993.
I. Barančeva,
Šaljapiny v Italii, «Mecenat i Mir», n. 29-32, 2004.
I. Barančeva,
Skreščenie sudeb, ili Ulybka Šaljapina, «Mecenat i Mir», n. 33-36, 2006.
D. Ruocco,
Tatiana Pavlova, diva intelligente, Roma, Bulzoni, 2000, p. 250.
Fonti archivistiche
Archivio Centrale dello Stato, Roma, Ministero dell'Interno, Polizia Politica, Fascicoli personali, b. 288, f. Chaliapine Fedor.
Archivio Centrale dello Stato, Roma, Ministero dell'Interno, Polizia Politica, Fascicoli personali, b. 1239, f. Scialapin Lidia.
Archivio Centrale dello Stato, Roma, Ministero dell'Interno, Polizia Politica, Fascicoli personali, b. 719, f. Liberati Ermete.
Nota
Nelle fonti italiane s'incontra Tatiana Scialapin.
Siti interessantihttp://moscow-tombs.ru/1993/shalyapina_tf.htmNell'immagine Iole Tornaghi Šaljapina con i cinque figli. Tat'jana siede in braccio alla madre
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Shalyapina_I._with_children_1910.jpgAgnese Accattoli
Scheda aggiornata al 18 febbraio 2010