Nasce a Kiev in una famiglia nobile di origine polacca; ha un fratello minore, Michail Michajlovič, violoncellista. Nel 1904 termina l'Aleksandrovskij Licej di San Pietroburgo, dove ha come compagno di studi il letterato Evgenij Aleksandrovič Znosko-Borovskij (1884-1954). Nel dicembre 1907 comincia la sua collaborazione con lo Starinnyj Teatr (Teatro antico) e trova in
Nikolaj Evreinov non solo il geniale iniziatore della sua carriera teatrale, ma anche un caro amico.
Nella stagione 1907-1908 si organizza allo Starinnyj Teatr il ciclo dedicato al medioevo francese: ancora studente alla Scuola statale d'arte drammatica, Miklaševskij esordisce come primo attore e di particolare rilievo sono le sue interpretazioni come protagonista di
Dejstvo o Teofile (Le miracle de Théophile) di Rutebeuf nella traduzione di Aleksandr Blok con costumi di Ivan Jakovlevič Bilibin (1876-1942), e della pastorale
Igra o Robene i Marion (Jeu de Robin et Marion) di Adam de la Halle nella traduzione di Evgenij Vasil'evič Aničkov (1866-1937) con scenografia di
Mstislav Dobužinskij. Nella stagione 1911-1912 si organizza il ciclo dedicato al
Siglo de Oro: esordisce stavolta come regista con
Blagočestivaja Marta (Marta la Piadosa) di Tirso de Molina, che però si rivela un insuccesso.
Nel 1911 Miklaševskij termina gli studi alla Scuola statale d'arte drammatica, e nell'estate di quell'anno visita Spagna, Italia, Francia, Germania. Comincia a pubblicare i suoi primi scritti teatrali, e al lavoro artistico affianca quello impiegatizio presso la Cancelleria di Stato. A partire dall'inverno 1912, svolge in molte città d'Italia quelle accurate ricerche che saranno alla base del suo primo libro:
La commedia dell'arte ili Teatr ital'janskich komediantov XVI, XVII, XVIII stoletij (La Commedia dell'Arte o Il teatro dei commedianti italiani dei secoli XVI, XVII, XVIII). La monografia di Miklaševskij nasce in relazione alle conferenze introduttive a un ciclo di spettacoli sulla Commedia dell'Arte previsto per l'autunno 1914 allo Starinnyj Teatr. Tuttavia, la guerra e le molteplici difficoltà quotidiane impediscono lo svolgimento delle rappresentazioni e rallentano l'uscita del volume ad esse correlato: basilare si rivela l'interessamento della colta attrice Natal'ja Il'inična Butkovskaja (1878-1948) – cofondatrice insieme a Evreinov e al barone Nikolaj Vasil'evič Osten-Drizen (1868-1935) dello Starinnyj Teatr – che riesce a farlo stampare in più riprese a Pietrogrado, presso la tipografia Sirius, tra il 1914 e il 1917.
Nel frontespizio è segnalato che l'opera ha ricevuto, nella pubblica seduta del 19 settembre 1915, la menzione d'onore dell'Accademia delle Scienze. Dai ringraziamenti, datati 30 giugno 1914, è possibile ricostruire le principali tappe delle ricerche italiane di Miklaševskij e i suoi contatti: visita la Reale Accademia delle Scienze di Roma e il presidente, lo scienziato Pietro Blaserna (1836-1918), gli permette di visionare gli acquarelli della biblioteca; consulta gli Archivi dell'Accademia Carrara di Bergamo, dove è guidato dal conte Gianforte Suardi (1854-1931); lavora con profitto nella biblioteca di Luigi Rasi (1852-1918) a Firenze e beneficia dei consigli di quest'ultimo. Dal ricco indice bibliografico – di cui un estratto è conservato alla Biblioteca di Casa Goldoni a Venezia – si evince che Miklaševskij ha studiato anche presso la Biblioteca Braidense e il Museo alla Scala di Milano, i Musei Civici di Venezia, la Biblioteca Comunale di Perugia, la Biblioteca Nazionale di Napoli, la Biblioteca Nazionale di Torino, la Biblioteca Estense di Modena. A Firenze consulta testi presso Biblioteca Nazionale, e a Roma presso la Biblioteca Corsiniana, la Biblioteca Casanatense e la Biblioteca Vittorio Emanuele. Con ogni probabilità, visita pure Pavia.
La carriera di Miklaševskij è segnata anche dalla collaborazione con
Vsevolod Mejerchol'd, tra il 1913 e il 1917, allo Studio di Via Borodinskaja: come specialista delle problematiche connesse alla Commedia dell'Arte, scrive per la rivista "Ljubov' k trëm apel'sinam" ("L'amore delle tre melarance"), così chiamata per ricordare una celebre opera di Carlo Gozzi, ma nota pure come "La rivista del Dottor Dappertutto". Sono usciti nove numeri, tra il 1913 e il 1916, e notevole risalto è dato alle ricerche di Miklaševskij, che in quel periodo è chiamato alle armi. Nel 1916 la tipografia Sirius pubblica anche
Krovažadnyj turka i volšebnik Maggi (Il turco sanguinario e il mago Maggi), un suo scenario per una commedia in tre atti.
Negli anni della guerra civile, come ricorda Michail Fëdorovič Andreenko-Nečitajlo (1894-1982) nella raccolta di racconti
Perekrëstok (
Il crocevia), Miklaševskij è direttore del Teatro da Camera di Odessa. Tra il 1920 e il 1924, scrive per le riviste "Žizn' iskusstva" e "Teatr". Collabora anche con il Teatr Muzikal'noj Dramy (Teatro del dramma musicale) e insegna recitazione alla FEKS.
Nel 1922 la rivista "L'Europa Orientale", segnalando l'attività della Società per lo studio della civiltà italiana a Pietrogrado nell'anno scolastico 1921-1922, indica tra i corsi della Facoltà di storia del teatro quello del ‘prof. Miklaszevski' intitolato
Il teatro veneziano del Settecento. Con le ricerche e i viaggi in Occidente, l'artista sviluppa una personale ammirazione per Antonio Sacco (1708-1788), il celebre Arlecchino italiano che nel XVIII secolo recitò alla corte della zarina Anna Ioannovna e per il quale Carlo Goldoni scrisse
Il servitore di due padroni, di cui forse sogna di essere l'erede russo.
Al prestigioso incarico didattico del 1921-22 è riconducibile una dichiarazione di Miklaševskij del 1921: «Sono semplicemente un ciarlatano col berrettaccio di carta e il mio posto non è in cattedra ma sul palcoscenico». In patria, invece, è stato ricordato e apprezzato più come studioso che come uomo di scena, e il suo libro sulla Commedia dell'Arte è alla base dei principali studi novecenteschi russi sull'argomento – primo fra tutti quello di Aleksej Karpovič Dživelegov (1875-1952). Nel 1922 è ricordato dal critico Èdvard Aleksandrovič Stark (1874-1942) in un libro sullo Starinnyj Teatr stampato dalla tipografia Sirius, mentre nel 1923 Evreinov lo menziona ripetutamente nel saggio
Tajna čërnoj polumaski (Il segreto della mezza maschera nera), da poco ristampato in Russia.
In patria Miklaševskij fa esperienze importanti anche sul set. Come attore, recita in film prodotti dalle case Sevzapkino e Kino-Sever. Collabora con le riviste "Kino-Nedelja" e "Kino-Gazeta"; intorno al 1924 gira il film
Piroksilin (Pirossilina).
A inizio 1924 esce l'ultimo libro di Miklaševskij edito in patria:
Gipertrofija iskusstva (L'ipertrofia dell'arte). Il 15 giugno 1924 assiste a Leningrado al debutto di
D. E., uno spettacolo sull'Europa futura in cui Mejerchol'd unisce, nella ricerca espressiva, cinema, teatro, danza: la sua recensione è pubblicata da "Žizn' iskusstva" mentre si sta preparando a lasciare per sempre il paese. Nell'agosto 1924 emigra in Occidente: dopo una sosta a Nizza, si stabilisce a Parigi e si sposta per lavoro in Germania e in Italia.
Con l'esilio, si intensifica il lavoro di Miklaševskij in ambito cinematografico.
Nel 1926 è a Venezia per le riprese del film
Casanova (1927) di
Aleksandr Volkov, di cui è aiuto regista nonché comparsa
en travesti in una breve sequenza. Per quest'ultimo lavora anche in
Geheimnisse des Orient (Segreti d'Oriente, 1927-1928), noto anche con il titolo
Shéhérézade, e in
Le Diable blanc (Il diavolo bianco, 1929). Prende parte alla realizzazione di una ventina di film, tra cui
Die Apachen von Paris (Gli Apache di Parigi, 1927) di Nikolaj Malikov,
Hurrah! Ich Liebe! (Evviva! Io amo!, 1928) di Wilhelm Thiele e il celeberrimo
Napoléon (1925-27) di Abel Gance.
Nel 1927 la monografia di Miklaševskij sulla Commedia dell'Arte esce a Parigi in un'edizione riveduta, a firma Constant Mic (versione abbreviata e occidentalizzata del suo nome), con dedica a Charlie Chaplin (1889-1977). Tale pubblicazione si lega alla 'rivalità' che oppose lo studioso russo a Pierre-Louis Duchartre (1894-1983), di cui nel 1924 era uscita
La Comédie Italienne: l'improvisation, les canevas, vies, caractères, portraits, masques des illustres personnages de la Commedia dell'Arte (seconda edizione nel 1925, entrambe edite a Parigi dalla Librairie de France; traduzione inglese nel 1928:
The Italian Comedy: the improvisation, scenarios, lives, attributes, portraits and masks of the illustrious characters of the Commedia dell'Arte, authorised translation from the French by Randolph T. Weaver, London, Harrap & Co., 1928; rist. New York, Dover Publications, 1966). Parecchi critici, fra cui Silvio d'Amico (1887-1955), capiscono che il libro di Duchartre è un plagio.
Nella nota introduttiva alla bibliografia dell'edizione francese del 1927, Miklaševskij scrive:
L'édition russe de cet ouvrage contient une bibliographie comprenant 342 noms. M. Duchartre a eu l'amabilité de la reproduire assez fidèlement dans la deuxième édition de sa Comédie Italienne, ce qui me dispense de la donner ici encore une fois, le lecteur curieux pouvant trouver les renseignements nécessaires dans le livre de M. Duchartre ou bien dans l'édition russe de mon livre qu'on trouvera dans les grandes bibliothèques publiques de l'Europe (C. Miclachevsky, La Commedia dell'Arte, Petrograd 1914 et 1917). Je me bornerai donc à citer ici les ouvrages parus après 1914 (date de la première publication de mon livre), ainsi que les ouvrages dont je n'ai eu connaissance qu'après la publication de ma bibliographie et qui ne figurent ni dans mon livre, ni dans celui de M. Duchartre. Je tiens aussi à citer quelques ouvrages sur la décoration théâtrale de la Renaissance italienne, qui ne figurent pas dans le première bibliographie (p. 235).
Positiva è la recensione di "Comoedia" nel maggio 1927; tra gli intellettuali che apprezzano il volume francese, ristampato a Parigi nel 1980, spiccano i nomi di Benedetto Croce, Mario Apollonio, Allardyce Nicoll. Nel 1961 esce la traduzione polacca, su probabile impulso di Jerzy Grotowski, che nel 1958 aveva seguito come borsista i corsi di regia del GITIS di Mosca.
Miklaševskij menziona Chaplin, l'artista coevo che gli ricorda maggiormente i comici dell'Arte, anche in
Zvukovoe kino (
Il cinema sonoro), un testo tecnico di letteratura cinematografica uscito a Berlino nel 1929, che raccoglie un bilancio della sua esperienza come operatore per la UFA e che attesta la sua buona conoscenza delle realtà russa, tedesca e americana: i progressi della tecnica, i brevetti, gli incassi, le statistiche, i film meglio riusciti, il sistema di produzione, i diritti d'autore.
Dalla corrispondenza con la baronessa Marija Dmitrievna Vrangel' (1857-1944), oggi conservata a Stanford, affiorano valutazioni di Miklaševskij sul cinema americano e sulla possibilità degli esuli russi di tentare la strada di Hollywood.
Miklaševskij è considerato il vero autore della sceneggiatura del film sonoro, in bianco e nero,
La Kermesse héroïque (1935) di Jacques Feyder, prodotto dalla Tobis (in America proiettato con il titolo
Carnival in Flanders), che ha vinto la coppa per la miglior regia alla Mostra del Cinema di Venezia del 1936.
A Parigi, Miklaševskij lavora per la casa di produzione cinematografica
Albatros e partecipa con altri artisti emigrati all'attività del Teatr Russkoj Dramy (Teatro del dramma russo), curando allestimenti teatrali in lingua russa per un vasto pubblico di connazionali. Nella capitale francese gestisce anche un negozio di antiquariato, ricco di maschere e di libri antichi sulla Commedia dell'Arte.
Nel 1940 "L'Europa Orientale" pubblica il controverso saggio
La Commedia delle maschere come problema storico di Stefan Stefanovič Mokul'skij (1896-1960), che ritratta la sua iniziale posizione di studioso della Commedia dell'Arte e i cui accenti polemici si rivolgono "prima di tutto contro un gruppo dei competenti teatrali e dei critici, che si son fatto un feticcio della Commedia dell'Arte, e ne hanno alterata l'essenza sociale, la funzione ideologica di classe. Tra questi apologeti e bardi della Commedia dell'Arte, con alla testa un regista e critico borghese ora emigrante, K. M. Miklaševskij io trovo anche me stesso ad una certa tappa del mio sviluppo di studioso di storia del teatro. Perciò la mia polemica è fondata non soltanto contro gli altri, ma anche contro le mie antiche erronee concezioni" (p. 218).
Evreinov si ritira dalle scene nella primavera 1944, poco dopo la scomparsa di Miklaševskij, come si racconta nel libro di memorie
Pamjatnik mimoletnomu. Iz istorii èmigrantskogo teatra v Pariže (Monumento all'effimero. Dalla storia del teatro d'emigrazione a Parigi).
Miklaševskij muore accidentalmente il 16 dicembre 1943, di ritorno dalle prove di
Samoe glavnoe, tradotto in italiano nel 1925 da
Raisa Ol'kenizkaia Naldi con il titolo
Ciò che più importa per la messa in scena di Pirandello, con Lamberto Picasso (1880-1962) nel ruolo di Arlecchino, impegnato nel sontuoso allestimento previsto per il 25 febbraio 1944, giorno del 65° compleanno di Evreinov. Per rispettare l'ordinanza tedesca di non circolare per le strade dopo le 11 di sera, esce dal teatro indossando ancora il tricot d'Arlecchino della scena finale del Carnevale danzante, e così vestito è ritrovato il giorno dopo, morto per avvelenamento da gas, mentre in casa la radio è ancora accesa. I necrologi sono pubblicati da "Parižskij Vestnik" il 25 dicembre 1943 e il 22 gennaio 1944. Nessuno ha mai saputo se, dietro questo fatale incidente domestico, si nasconde un suicidio o un omicidio.
L'amico Evreinov ricorda Miklaševskij anche nella sua
Histoire du théâtre russe. Invece il 'rivale' Duchartre continua solo nel travagliato percorso di studi teatrali e pubblica:
La Commedia dell'Arte et ses enfants (Paris, Edition d'art et industrie, 1955) con prefazione di Jean-Louis Barrault (1910-1994),
L'imagerie populaire russe et les livrets graves: 1629-1885 (Paris, Gründ, 1961) e
Le recueil Fossard (Paris, Librairie Théâtrale, 1981).
Un tricot d'Arlecchino usato da Lamberto Picasso per le rappresentazioni di
Ciò che più importa è oggi conservato presso la Biblioteca Museo dell'Attore di Genova.
Pubblicazioni
La commedia dell'arte ili Teatr ital'janskich komediantov XVI, XVII, XVIII stoletij, Petrograd, Sirius, 1914-17 [ed. it. della prima parte della monografia:
La Commedia dell'Arte o il teatro dei commedianti italiani nei secoli XVI, XVII e XVIII, a cura di Carla Solivetti, Venezia, Marsilio, 1981].
O pol'ze maski, «Teatr i iskusstvo», n. 21, 1914, pp. 464-466.
Osnovnye tipy "Commedia dell'Arte", «Ljubov' k trëm apel'sinam», n. 3, 1914, pp. 73-78.
Ob akrobatičeskij elementach v technike komikov dell'arte, «Ljubov' k trëm apel'sinam», nn. 1-3, 1915, pp. 77-79.
Krovažadnyj turka i volšebnik Maggi. Scenarii komedii v trëch dejstvjach, Petrograd, Sirius, 1916.
Čto takoe improvizacija?, «Žizn' iskusstva», nn. 610-612, 1920, pp. 2-3.
Sud nad rampoj, «Žizn' iskusstva», nn. 653-660, pp. 2-3.
Kostjum v teatre, «Teatr», n. 5, 1923, p. 1.
Ital'janskaja narodnaja komedija, in
Očerki po istorii evropejskogo teatra (Antičnost'. Srednevekovie. Vozrozdenie), pod red. A. A. Gvozdeva i A. A. Smirnova, Petrograd, Academia, 1923, pp. 125-141.
Malen'kij fel'eton (Po povodu postanovki D. E.), «Žizn' iskusstva», n. 26, 1924, pp. 7-8.
Perspektivy budeščego teatra, «Žizn' iskusstva», n. 3, 1924, pp. 3-4.
Gipertrofija iskusstva, Leningrad, s.e., 1924.
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La Commedia dell'Arte ou Le théâtre des comédiens italiens des XVI, XVII et XVIII siècles, Paris, Editions de la Pléiade, 1927 [rist. Paris, Librairie Théâtrale, 1980].
Zvukovoe kino, Berlin, Petropolis, 1929.
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Comment on monte un film sonore, «Pour vous», 5 giugno 1930, n. 81, p. 2.
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Komedia dell'Arte czyli teatr komediantów wloskich XVI, XVII, XVIII wieku. Trad. di Slava e Michal Browinscy, Wrocław-Warszawa-Kraków, Zaklad Narodowy im. Ossolinskich-Wydawnictwo, 1961.
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