Nel 1914 si reca in Italia per occuparsi di pittura e decide di rimanerci per sempre: si stabilisce a Roma, entra in contatto con la colonia russa e per la prima volta nel 1917 espone i suoi lavori (Ritratto della moglie, Arancio e 3 Studi di Capri) alla Esposizione degli amatori e cultori di Belle Arti, residenti a Roma, che si tiene nei locali della Biblioteca Gogol’ in via delle Colonnette; partecipano alla mostra circa un centinaio di artisti famosi, tra cui Natal’ja Gončarova, Michail Larionov, Stepan Bakalovič, Boris Iofan, Grigorij Mal’cev, Vsevolod Subbotin e molti altri.
Agli esordi Žirmunskij dipinge ritratti psicologici e realistici, poi comincia a fare esperimenti con la luce italiana e con il paesaggio: ritrae piazze, angoli e case di antiche città italiane (Assisi, Perugia, Urbino, Montepulciano), è affascinato dalla natura dell’Umbria e del Lazio.
Nel 1920 partecipa alla XII Biennale veneziana, presentando nel padiglione russo 3 paesaggi capresi; nel 1923 espone a Milano nelle sale del Castello Sforzesco 20 vedute (Olevano Romano, Perugia, Assisi) che sono notate e apprezzate dalla critica. La Società umanitaria milanese gli acquista 8 quadri, oggi conservati alla Galleria d’arte moderna di Milano e alla Villa Reale di Monza.
Dal 1924 al 1929 si trasferisce a Trieste, dove nel 1913 si era stabilito il fratello Konstantin con la moglie Raisa (1893–1971), sorella del linguista che nel 1927 viene a farle visita (ACS. PS. 1927 A16. B. 66. F. Girmunsky Vittore e Tatiana). Nel nuovo ambiente stringe amicizia con Arthur Nathan (1891–1944), singolare pittore di origine ebraica in contatto con gli ambienti della pittura metafisica, cui dedicherà il libro Arturo Nathan peintre (Paris: Arion, 1935). Li unisce l’appartenenza all’ambiente ebraico, la scelta pittorica fatta contro la volontà della famiglia (i due padri avevano fantasticato per loro un redditizio futuro di commercianti), ma anche la frequentazione dell’élite intellettuale e del Circolo artistico di Trieste (Nathan era legato a Bobi Bazlen, alle pittrici Leonor Fini e Linuccia Saba, conosceva Umberto Saba e Italo Svevo).
A Trieste Žirmunskij collabora anche attivamente con il Comitato italiano di assistenza agli emigrati ebrei, presieduto dall’avvocato Angelo Sullam e attivo tra il 1921 e il 1939, per sostenere i profughi ebrei provenienti dall’Europa Orientale e dai territori dell’ex Impero russo. Nel 1926 ottiene la cittadinanza italiana.
Numerose sono le personali dell'artista sullo scorcio degli anni ‘20-‘30: al Circolo artistico dal 13 al 31 marzo 1926 (Mostra personale del pittore Giacomo Girmunschi. Trieste: Tip. moderna M. Susmel, 1926), a Livorno nel 1931 (Mostre personali dei pittori Ludovico Cavaleri, Giacomo Girmunschi: catalogo. Livorno: Stamp. Belforte, 1931) e nel 1932 (Mostre personali dei pittori Bruno Croatto, Alberto Cecconi, Giacomo Girmunski, Egidio Valenti: catalogo. Livorno: Stamperia Belforte, 1932), a Roma nella Sala Fontanarosa dal 1 al 10 dicembre 1932 (Mostra personale delle opere del pittore Giacomo Girmunschi), e nel 1934 a Milano alla galleria Milano (Esposizione personale del pittore Giacomo Girmunschi: 12–13 marzo 1934, S.A. Galleria Milano, Via Croce Rossa 6. Milano, 1934).
Nell'arco degli anni Trenta pubblica diversi articoli d’arte in "La Rassegna mensile di Israel”, fondata a Firenze nel 1925 da Dante Lattes e Alfonso Pacifici, collabora con il Museo d’arte di Tel Aviv. Dopo la promulgazione delle leggi razziali fasciste nel 1938 il suo nome sparisce dal panorama italiano, non figura né negli elenchi degli internati (http://www.annapizzuti.it/database/rubrica.php), né degli ebrei viventi in Italia nel 1940-1945 (http://www.cdec.it/ebrei_stranieri/).
Riappare nel dopoguerra, quando nel 1948 è chiamato a organizzare alla Quadriennale di Roma la prima mostra retrospettiva su Arthur Nathan ed espone dell’amico, morto il 25 novembre 1944 nell’ospedale del campo di Biberach, molti paesaggi e disegni, eseguiti nelle Marche, con questo commento: “nelle sue tele, nei suoi disegni, ad eccezione dei primi autoritratti e dell’unico ritratto della sorella eseguiti dal vero, la realtà quotidiana «torbida e maligna» è stata bandita senza pietà e vi regna sovrano il sogno dell’artista poeta, sogno che in certe tele è minaccioso, tragico ed inquietante, e in altre invece è sereno, anche se impregnato di una affascinante malinconia" (Rassegna Nazionale di Arti Figurative. Promossa dall’Ente autonomo Esposizione Nazionale Quadriennale d’arte di Roma. Roma, Istituto Grafico Tiberino, 1948, p. 15).
Non si conosce né data né luogo della morte.
Pubblicazioni
Girmunschi G.. Ulvi Liegi (Luigi Levi) // La Rassegna mensile di Israel 1930. № 7-8, pp. 407-409.
Isacco Levitan // La Rassegna mensile di Israel 1931. № 7. P. 293–300.
Il pittore Clemente Pugliese-Levi // La Rassegna mensile di Israel 1932. № 1–2. P. 49–52.
Di alcune forme di architettura nell’antico Israele // La Rassegna mensile di Israel 1932. № 6. P. 242–246.
Arturo Nathan, il Sognatore // La Rassegna mensile di Israel 1932. № 1–2. P. 78–81.
Girmounsky J. Arturo Nathan peintre. Paris: Arion, 1935.
Fonti archivistiche
ASMAE. AP. B. 1545. F. Passaporti e certificati identità.
ACS. PS. 1921 A11. B. 12. F. 4 Sudditi russi.
ACS. PS. 1925 A2. B. 12. F. Girmunski Giacomo Saverio.
ACS. PS. 1926 A16. B. 40. F. Girmunsky Massimo.
ACS. PS. 1927 A16. B. 66. F. Girmunsky Vittore e Tatiana.
ACS. PS. 1928 A16. B. 85. F. Girmunsky Arone e moglie e figlio Giacomo.
ACS. PS. G1. B. 202. F. 451. Sf. 76 Trieste. Gruppo sionistico.
Bibliografia
Il pittore Giacomo Girmunschi // La Rassegna mensile di Israel 1930. № 1. P. 43–44.
Aversano L. Giacomo Girmunschi, lirico del paesaggio // La Rassegna mensile di Israel 1933. № 5. P. 245–247.
Lucchese E. "… vi si leggeva chiaramente della sua vita difficile, delle sue serene disperazioni". Una premessa, con qualche novità, all’edizione critica delle lettere di Arturo Nathan a Carlo Sbisà, in Arthur Nathan, Lettere all’amico Carlo Sbisà. 1940-1943, a cura di Andrea Del Ben, Treviso, ZeL Edizioni, 2016, pp. 7-21.
Antonella d'Amelia
25 giugno 2020