Figlia di Zinovij Peškov e di Lidija Burago, nasce in Italia a Fezzano nella residenza di Aleksandr Amfiteatrov che era in quegli anni un centro d'incontri e dibattiti dei russi esuli: vivono qui a lungo il giornalista e rivoluzionario German Lopatin, lo scultore Er’zja , fanno continue visite Viktor Černov, Evgenij Kolosov e molti altri socialisti rivoluzionari.
Trascorre l’infanzia con i genitori a Capri a casa di Maksim Gor'kij; dopo la loro separazione rimane a vivere con la madre in Italia, mantenendo con il padre, di cui ha nostalgia, una fitta corrispondenza. In una lettera a Gor’kij da Tangeri del gennaio 1924 Zinovij Peškov parla con orgoglio dei successi della figlia: “Mia figlia Elizaveta cresce, mi scrive spesso lettere assai affettuose e studia con molto impegno” (Горький и его корреспонденты. С. 303).
Nel 1919, quando la madre si risposa con l’avvocato socialista Michele Fiaschi (1875–1933) e va a vivere a Carrara, anche Elizaveta si trasferisce da loro ed è felice della nascita della sorellastra Maria Vera Fiaschi (Mariuccia) nel 1922.
Nel 1924 e nel 1926 insieme al padre passa l’estate da Gor’kij a Sorrento, dove si sente come a casa (ne scrive nei suoi ricordi Anastasija Cvetaeva che era ospite dello scrittore insieme al poeta Boris Zubakin nello stesso periodo)
Nel 1926-1930 studia all’Istituto tecnico-commerciale di Carrara, poi all’Università di Roma nel Dipartimento di lingue romanze, dove fa amicizia con Nikolaj Benua che lavorava in quel periodo come scenografo al Teatro Reale dell'Opera. A Roma conosce il futuro marito Ivan Markov a casa del corrispondente della TASS Viktor Kin, dove s’incontravano tutti i sovietici di passaggio da Roma, da Isaak Babel’ a Samuil Maršak.
Nel 1934 si sposa con Markov e prende la cittadinanza sovietica; nasce a Roma il loro primo figlio Aleksandr (1934–1968). Nel 1937 segue il marito che rientra in URSS, il 17 febbraio 1938 nasce il loro secondo figlio Aleksej. Nello stesso anno iniziano le sue sventure: dopo la fucilazione del marito è chiusa nella prigione di Butyrki e condannata alla deportazione. Si occupano dei suoi figli il fratello del marito Petr Markov e Ekaterina Peškova (il maggiore farà carriera nell’esercito, il minore nel giornalismo).
Liberata nel 1944, è chiamata da Nikolaj Bijazi, amico degli anni romani quando era attaché militare dell'ambasciata dell'URSS, ad insegnare italiano e francese a Mosca all’Istituto militare di lingue straniere (Voennyj institut inostrannych jazykov), dove rimane 5 anni. Successivamente si stabilisce nel sud della Russia in un paesino vicino a Krasnodar, all’inizio degli anni Cinquanta sul Mar Nero a Soči, dove svolge umili lavori (portiera, infermiera) e infine è assunta come bibliotecaria e archivista al Museo etnografico.
Nel 1974 le viene permesso di recarsi in Francia alla tomba del padre al cimitero di Sainte-Geneviève-des-Bois a Parigi, conosce i suoi amici e colleghi francesi. Negli ultimi anni di vita riesce anche a rincontrarsi con la sorella Mariuccia sia in Russia che in Italia, dove viene 5 volte.
Bibliografia
Пархомовский М. Сын России, генерал Франции. М.: Московский рабочий, 1989.
“… Какой-то кусок моего сердца крепко сросся с тобой”: Из переписки Горького и Зиновия Пешкова. 1922–1925 гг. // Горький и его корреспонденты. М.: ИМЛИ РАН, 2005. С. 285–320.
Русское присутствие в Италии в первой половине ХХ века : энциклопедия / ред.-сост. А. д’Амелия, Д. Рицци. М. : Политическая энциклопедия, 2019.
Link
Пархомовский М. Елизавета Пешкова. Судьба единственной дочери Зиновия Пешкова // Журнал-газета “Мастерская”. 18.2.2014. http://club.berkovich-zametki.com/?p=9906
Свирида Я. В. Елизавета Пешкова работала в ВИИЯ vkimo.com›елизавета-пешкова-работала-в-виия/
Nella foto un'immagine di Elizaveta Peškova del periodo in cui insegna a Mosca (fine degli anni Quaranta).
Antonella d'Amelia
10 giugno 2020
