Russi in Italia

Ivan Aleksandrovič Markov


Luogo e data di nascita: Borki (governatorato di Tver'), 27 dicembre 1903
Luogo e data di morte: Kommunarka Moskvskoj oblasti, 20 giugno 1938
Professione: rivoluzionario, agente dei servizi segreti

Di famiglia contadina, studia alle scuole rurali e in una facoltà operaia; nel 1925 si laurea all’Università di Mosca in Scienze sociali, padroneggia alla perfezione francese e italiano. Nel 1926 entra nel Partito Operaio Socialdemocratico Russo(b) e diventa collaboratore dei servizi segreti (NKVD, Narodnyy Komissariat Vnutrennikh Del). Come tale fino al 1931 lavora in Francia, stringe amicizia con lo scrittore comunista Henry Barbusse. Nel 1932 è trasferito in Italia, a Roma, ufficialmente come segretario della Società Anonima Petrolea, in realtà come assistente del responsabile dei servizi segreti. La polizia italiana segue con molta attenzione tutti i suoi contatti e spostamenti: Markov incontra regolarmente i collaboratori dell’ambasciata sovietica, in particolare il console generale Vladimir Rembelinskij (1872-1943), il corrispondente della TASS Viktor Kin, Matil’de Afanas’evna Richterman, che collaborava con l’ufficio del Commercio estero. Nelle relazioni della polizia italiana si evidenzia che Markov gode di rispetto e grande influenza nella Società Anonima Petrolea, che è un uomo energico e autoritario, di straordinaria intelligenza, capace di azioni dannose per l’Italia (ACS. PS. PolPol. B. 777. F. Marcoff Jean di Alessandro, agente Soc. Petrolea Roma).

Nel 1936 Markov ha anche contatti con il giornalista danese e doppiogiochista Arvig Johanneson, che aveva collaborato negli anni Trenta con i servizi sovietici e nel 1940-1941 con quelli italiani. Su denuncia di Johanneson, Markov è arrestato a Roma il 26 ottobre 1937, quando avrebbe dovuto ritirare i documenti del responsabile dei servizi segreti a Roma, Mojsej Markovič Aksel’rod (1898–1938) richiamato in URSS. Rilasciato per mancanza di prove, Markov è tuttavia costretto a partire dall’Italia, in quanto la sua copertura è saltata. Rientra in Russia insieme alla moglie Elizaveta Peškova e al figlio Aleksandr; il 17 febbraio 1938 nasce il loro secondo figlio Aleksej.

Il 31 marzo 1938 è arrestato, accusato come “membro di attività terroristica controrivoluzionaria e spione italiano” e condannato a morte il 20 giugno 1938 (sarà riabilitato il 1 giugno 1957). Due settimane dopo è arrestata la moglie e condannata a 10 anni di lager duro.

 

Fonti archivistiche

ACS. PS. PolPol. B. 777. F. Marcoff Jean di Alessandro, agente Soc. Petrolea Roma.


Bibliografia

Колпакиди А., Прохоров Д.  мперия ГРУ: Очерки истории российской военной разведки. М.: ОЛМА-Пресс, 2000.

Canali M. La scoperta dell’Italia: Il fascismo raccontato dai corrispondenti americani. Padova: Marsilio, 2017.


Agnese Accattoli

10 giugno 2020



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