Nel 1936 Markov ha anche contatti con il giornalista danese e doppiogiochista Arvig Johanneson, che aveva collaborato negli anni Trenta con i servizi sovietici e nel 1940-1941 con quelli italiani. Su denuncia di Johanneson, Markov è arrestato a Roma il 26 ottobre 1937, quando avrebbe dovuto ritirare i documenti del responsabile dei servizi segreti a Roma, Mojsej Markovič Aksel’rod (1898–1938) richiamato in URSS. Rilasciato per mancanza di prove, Markov è tuttavia costretto a partire dall’Italia, in quanto la sua copertura è saltata. Rientra in Russia insieme alla moglie Elizaveta Peškova e al figlio Aleksandr; il 17 febbraio 1938 nasce il loro secondo figlio Aleksej.
Il 31 marzo 1938 è arrestato, accusato come “membro di attività terroristica controrivoluzionaria e spione italiano” e condannato a morte il 20 giugno 1938 (sarà riabilitato il 1 giugno 1957). Due settimane dopo è arrestata la moglie e condannata a 10 anni di lager duro.
Fonti archivistiche
ACS. PS. PolPol. B. 777. F. Marcoff Jean di Alessandro, agente Soc. Petrolea Roma.
Bibliografia
Колпакиди А., Прохоров Д. мперия ГРУ: Очерки истории российской военной разведки. М.: ОЛМА-Пресс, 2000.
Canali M. La scoperta dell’Italia: Il fascismo raccontato dai corrispondenti americani. Padova: Marsilio, 2017.
Agnese Accattoli
10 giugno 2020