La corrispondenza tra V. Ivanov e A. Pellegrini copre un arco di tempo di dieci anni, tra il 1933 e il 1943.
1. [Pavia], 28 febbraio 1933
Lettera autografa di V. Ivanov ad A. Pellegrini. Lo ringrazia per l'invio del libro, del discorso di Heidegger e dell'articolo. Sarebbe felicissimo di incontrarlo a Pavia, ma preferibilmente non oltre la settimana in corso. Se annuncia il suo arrivo in uno dei prossimi giorni, sarà lietissimo di ritessere il "cosmico velo di Penelope" che è la loro "metafisica conversazione". La polemica di Pellegrini è profonda e spirituale ("Spirituale difatti è la Sua impostazione del problema: non è la libertà un dovere? Ha l'uomo il diritto di credere?").
Note: Il luogo di redazione si ricava dal contenuto della lettera.
2. [Milano] 10 marzo 1933
Lettera dattiloscritta di V. Ivanov ad A. Pellegrini. Non gli è possibile muoversi da Milano, se non ai primi di aprile. La sua polemica non poteva essere "se non di chi, pur con idee diverse, ha però il sentimento di muoversi nello stesso ambito; di essere insomma in un cerchio simile" e teneva ad ogni modo e tengo a considerarmi piuttosto un commentatore del Suo pensiero.
3. [Milano], 24 giugno 1933
Lettera autografa di V. Ivanov ad A. Pellegrini. Ringrazia per la collaborazione al progetto d'un numero unico del "Convegno" dedicato all'opera di Ivanov. È contento che questa sarà la prima presentazione in lingua occidentale d'un gruppo di liriche e pure di un'antologia di Ivanov. A Parigi ha parlato con Charles Du Bos, il quale gli ha assicurato che Gabriel Marcel scriverà una nota sull'Antiquité. A Milano si è rivolto a
Küfferle pregandolo di mettersi in contatto con Ivanov per la composizione dell'antologia. Ha ricevuto un biglietto dalla sig.na
Chor, dove gli dà l'indirizzo dei proff. Zielinski e di Stepun. Del fatto che il Convegno non è in condizione di retribuire le loro opere preferirebbe che fosse Ivanov a parlarne. La direzione del Convegno ha affidato il numero interamente a lui. Prega Ivanov di comunicargli ogni idea che possa fare di questo numero del Convegno "la migliore presentazione della Sua figura letteraria e filosofica". Il numero sarebbe composto, secondo il loro progetto, di un articolo di Zielinski sull'opera di Ivanov studioso d'umanesimo; un altro di Stepun, sull'opera poetica e filosofica; un lavoro di Gabriel Marcel sul Dostoevskij; e uno sulla Corrispondenza. Domanda ad Ivanov se ritiene che sia il caso di chiedere una nota a
Ginzburg, dove spieghi la posizione letteraria e poetica di Ivanov nella letteratura russa. Sa per via indiretta che Pastonchi scriverebbe forse alcune pagine ("quasi un ritratto, impressioni personali ch'egli ebbe da Lei"). Gli invia alcune pagine che correggono la redazione del suo articolo. Chiede ad Ivanov dove voglia che venga posto il suo articolo e la lettera di risposta di Ivanov (in merito alla risposta di Ivanov Pellegrini commenta: "sarebbe mio vivo desiderio, e mi permetto di esprimerlo, che la lettera ch'Ella vuol [scrivermi] prenda sì occasione dal mio articolo, ma sia poi un modo per Lei di esprimere ancora una volta, e nell'atmosfera italiana, le sue idee sull'umanesimo; non solo, ma forse sarebbe ottima cosa se Ella volesse annettere all'intimo rapporto che lega la Sua opera di studioso dell'antichità con la Sua opera poetica e con la Sua opera filosofica, con il Suo pensiero umanistico quale si esprime nella Corrispondenza; in modo che quasi a compimento dei vari articoli critici, avremmo l'espressione di quella che secondo l'autore stesso è la linea fondamentale del Suo pensiero. La lettera sarebbe così una introduzione, al contempo, alla lettura delle liriche. Questa l'idea che Le sottopongo; e mi dica Lei se questa sarebbe possibile; e scusi il mio ardire"). I contributi potrebbero essere ordinati come segue: 1) presentazione completa del prof. Stepun; 2) articolo di Zielinski; 3) articolo di Gabriel Marcel; 4) articolo eventualmente di Ginzburg; 5) pagine di Pastonchi; 6) articolo di Pellegrini; 7) lettera di Ivanov; 8) antologia di traduzioni da Ivanov; 9) nota bibliografica e appunti sulla vita. In questo modo i testi di Ivanov, unitamente alle pagine già inviate, verrebbero presentate ed illustrate in modo esaustivo. Pellegrini vorrebbe anche inserire una nota su Zielinski e Stepun in modo che il pubblico italiano sappia chi siano e comprenda la loro importanza. Attende da Ivanov indicazioni e consigli ed invia saluti alla signorina Chor.
Note: In allegato il testo dattiloscritto delle riflessioni di Pellegrini pubblicate in seguito sulla rivista. Per il rapporto Ivanov - Pastonchi, cfr corrispondenza Pastonchi - Ivanov.
4. Pavia, 30 giugno 1933
Lettera autografa di V. Ivanov ad A. Pellegrini. Ringrazia Pellegrini per l'impresa atta ad attirare l'attenzione degli intellettuali italiani sulla sua opera. Tale scopo, tuttavia, non può essere raggiungo se non attraverso il materiale sottoposto al giudizio dei lettori, materiale che consta solo di pochi frammenti. La situazione sarebbe più favorevole se esistesse almeno una traduzione del libro di Ivanov su Dostoievskij. In merito alla risposta alla lettera di Pellegrini, Ivanov ritiene che collaborare direttamente al fascicolo sarebbe una "falsa posizione". Ha parlato a Zielinski del progetto e della speranza "d'ottenere da lui una succinta caratteristica del suo vecchio amico come poeta ed umanista" e gli ha anche spiegato che il Convegno non pagherà l'onorario. Una lettera analoga verrà spedita a Stepun, chiedendogli un profilo di Ivanov, quale poeta e pensatore ("ciò ch'egli è capace di fare con molta penetrazione ed eleganza, brio e spirito, essendo non solo filosofo (uno della schiera del "Logos" ) ma anche psicologo finissimo, critico ed artista di stile. In fatto d'umanesimo, conviene anzitutto dare la parola allo Zielinski, autorevolissimo e uno dei pochi umanisti contemporanei nel senso schietto, poiché vi sono molti portatori del tirso, ma pochi invasati da Dioniso"). A Küfferle preferirebbe non scrivere, dal momento che tace: "suppongo che è costretto a riservare le sue traduzioni veramente eccellenti per un'edizione che gli porti qualche profitto materiale. Di quando in quando tiene conferenze pagate sulla mia poesia illustrandole con le sue traduzioni. L'unico mezzo di attirarlo è, a parer mio, la promessa di una retribuzione; perché è povero". Infine chiede a Pellegrini di contattare Ginzburg per sapere se egli voglia collaborare o meno.
5. 1 agosto 1933
Lettera autografa di V. Ivanov ad A. Pellegrini. Ringrazia per le lettere da Londra. Ha telefonato a Milano senza successo. A causa di un trasloco all'interno del Collegio nei giorni successivi pernotterà in una camera dell'albergo Gamberana (Corso Garibaldi). Aspetta impaziente notizie da parte di Pellegrini. Tra otto giorni partirà per Roma.
6. Bolzano, 18 agosto 1933
Lettera autografa di A. Pellegrini ad Ivanov. Ha trovato il traduttore per il brano sui "limiti dell'arte". Ha scritto a Küfferle dicendo che spera che voglia tradurre qualche altra lirica, ma sarebbe opportuno che Küfferle ed Ivanov parlassero. Zielinski gli ha scritto asserendo di aver scritto ad Ivanov "per discutere alcuni appunti necessari per comporre l'articolo per il Convegno" e lamentando di non aver avuto nessuna risposta ("e aggiunge: non gliene serbo rancore, ché è la migliore anima del mondo; ma senza i materiali che aspettavo da lui, non posso far niente..."). A giorni scriverà dalla montagni ed il recapito dove potrà inviare le lettere Ivanov sarà "Mergozzo, provincia di Novara". Ha riflettuto sulla loro conversazione a proposito di Papini: se Ivanov avesse modo di ottenere alcune pagine ne sarebbe lieto "poiché sarebbe infatti bene avere qualche pagina di un importante nome italiano".
7. Mergozzo (provincia di Novara), 2 settembre 1933
Lettera autografa di A.Pellegrini a V. Ivanov. Tempo addietro, come gli ha già riferito, ha ricevuto un biglietto da Zielinski. Stepun ha scritto che il suo articolo è pronto. Gabriel Marcel ha già inviato le pagine chieste per il tramite di Charles Du Bos. Il traduttore prescelto per le pagine sui "I limiti dell'arte" insiste per avere le indicazioni necessarie. Prega Ivanov di ricordare alla sig.na Chor la promessa "di quella nota per il numero; alla quale tengo particolarmente".
8. Milano, Piazza Castello 11, 15 Novembre 1933
Lettera autografa di A. Pellegrini a V. Ivanov. La direzione del Convegno lo sollecita per la causa del numero a lui dedicato. Sarebbe suo proposito far uscire il numero entro il dicembre o al più nella prima metà di gennaio ("poiché porterebbe ancora la data del 1933 e entrerebbe anzi dentro un numero triplo, per l'ultimo trimestre dell'anno in corso"). Avrebbe perciò bisogno di sapere se Zielinski abbia ricevuto le notizie che chiedeva e di ricevere le indicazioni per la traduzione del saggio sui "limiti dell'arte". Ha già trovato una soluzione per la traduzione delle pagine del Dostoevskij, ed ha già ricevuto l'articolo di Gabriel Marcel sullo stesso libro. Ha parlato con Küfferle, che gli ha consegnato le liriche parzialmente, e commenta: "in verità, come esempio di una poesia, (né la rivista può presentare più che un esempio e non un'antologia) già una parte limitata di numero a rivelare un grande poeta".
9. 20 novembre 1933
Lettera autografa di A. Pellegrini a V. Ivanov. Non è stato possibile andare da Ivanov il giorno prima, forse sarà possibile la domenica successiva con con Küfferle e il direttore del Convegno Ferrieri. Nel contempo lo prega di inviare subito le indicazioni per la traduzione del brano "sui limiti dell'arte": "volendo la Direzione pubblicare il fascicolo entro il dicembre, la cosa è oramai urgentissima". Stepun ha scritto che non gli è possibile uscire con "Hochland" se non in dicembre. Pellegrini si chiede se non sarebbe possibile uscire contemporaneamente e quanto materiale di quel fascicolo sia edito anche nel loro ("ciò che, per me e per tutti, può fare il pregio del fascicolo del Convegno sarebbe appunto di avere alcune Sue pagine ancora inedite"). Saluti anche alla signorina Chor.
10. [Pavia], 21 novembre 1933
Lettera autografa di V. Ivanov ad A. Pellegrini. Implora il suo perdono, si accusa: "1) del mutismo + imperdonabile, 2) di non aver ancor scritto la mia replica alle "Considerazioni", 3) di non aver ancora terminato il mio saggio sull'umanesimo e sull'opera postuma di Wilamowitz per il Hochland, il quale lo vuole pubblicare insieme col saggio di Stepun - un imbroglio inestricabile! Richiedono il mio contributo per il fascicolo di Dicembre, ma io non sarò pronto che in dieci, dodici giorni, - minacciano dunque di rinviare tutto a Gennaio. Che guaio, che pasticcio! - Finalmente 4) - di non averLe spedito finora la lista delle modificazioni da farsi nel mio saggio sopra "I limiti dell'arte", che era già pronto nel mese di Settembre". Acclude ora le modifiche al saggio, pur esitando perché desidererebbe che sul Convegno fosse pubblicata la conferenza di San Remo "Orientamenti dello spirito moderno". Non sa se si trovi posto nel fascicolo anche per quel saggio (cioè "I Limiti") accanto alla "Conferenza": quest'ultima "non è affatto superflua, essendo connessa coi problemi delle "Considerazioni" e per giunta (prescindendo da quel frammento su Edipo) inedita". L'indomani spedirà l'articolo di Zielinski e la Conferenza. Non spera nella sua visita a Pavia, anche se sarebbe felicissimo di salutare anche Ferrieri. Küfferle gli ha scritto ed Ivanov spera ch'egli farà qualche nuova recensione, "perché non tutte le poesie tradotte da lui finora meritano di essere stampate nel fascicolo, e possono in parte essere sostituite da altre più importanti".
Note: Il luogo si ricava dal contenuto della lettera.
11. Milano 19 gennaio 1934
Lettera dattiloscritta di A. Pellegrini a V. Ivanov. Invia ad Ivanov il "ritratto" tracciato da Fëdor Stepun. Le pagine sono state tradotte da Piero Treves ed in seguito rigorosamente rivedute da Pellegrini. Lo prega di rispedirgliele con le annotazioni necessarie ("in specie la ultima frase, che è una citazione dalle Sue opere, non mi soddisfa nella versione italiana e prego Lei di volermene dare una versione direttamente dal russo"). Ha scritto al Professor Curtius invitandolo a inviargli alcune pagine per il loro progetto. Ha accennato alla signorina Chor se fosse il caso di domandare una collaborazione a Ettore Lo Gatto della Università di Padova, ma teme egli stesso che difficilmente le pagine che egli gli darebbe potrebbero essere armoniose con il resto del numero. Chiede comunque ad Ivanov se secondo ritiene che Lo Gatto conosca la Sua opera. Lo prega di ricordare alla signorina Chor di inviargli le sue pagine e di fornirgli gli estremi dello Schmidthausen del quale Stepun parla "per citarlo in nota".
12. Milano, 3 marzo 1934
Lettera dattiloscritta di A. Pellegrini a V. Ivanov. Sta rivedendo per l'ultima volta le bozze del Convegno. Rileggendo la lettera sopra la
docta pietas sente il bisogno di dire ad Ivanov come gli sembri di rivedere in essa "la voce di uno dei nostri maestri quattrocenteschi, o di uno di quelli che vennero dall'Oriente a portare a noi il sentimento e la coscienza della parola antica. Così quei parlarono, e che sia dato oggi il riascoltare la parola pura dell'umanista in questo affannato mondo, la parola che richiama ai valori eterni, ciò mi appare un dono di una sorte benigna".
13. Milano, 7 marzo 1934
Lettera dattiloscritta di A. Pellegrini a V. Ivanov. Lo ringrazia per la lettera sulla
docta pietas. Esprime ammirazione "per la finezza del suo stile italiano, non solo finezza inconsueta ma di puro artista". Ha inviato a Steiner la traduzione del suo articolo. Come già avvisato via telegrafo alla signorina Chor, attende urgentemente le pagine che mancano dell'articolo "Cenni biografici".
14. Milano, 13 marzo 1934
Lettera dattiloscritta di A.Pellegrini a V. Ivanov. Lo prega d'inviargli, se è ancora presso di lui, il testo della pagina di Steiner (l'originale tedesco), perché Steiner gli rimanda la traduzione con alcune osservazioni per le quali ha bisogno di confrontare il testo. Riceve oggi le nuove liriche e gli è grato di aver pensato a dare anche una traduzione Sua in versi. Vorrebbe sapere se la signorina Chor è soddisfatta per le lievi correzioni e aggiunte che ha portato al suo articolo ("Il testo che io proponevo aveva naturalmente un valore solo di proposta. Le correzioni apportatevi dalla autrice sembrano tutte ottime anche per la forma. Ma d'altronde queste correzioni sono così poche, che non vorrei che l'autrice si fosse fatta scrupolo di rispettare la redazione che io ho cercato di precisare negli elementi esteriori e formali").
15. Pavia, 19 aprile 1934
Lettera dattiloscritta di V. Ivanov ad A. Pellegrini. Ha ricevuto la prima copia del numero unico e ha provato gioia e commozione, unitamente ad una "leggera ombra di malinconia" e ad un grande slancio di gratitudine verso la sua "amata Italia dove viene apprezzata con tanto amore" la sua "oscura opera proscritta nella patria" sua e, se anche non lo fosse, "diventata strana e incomprensibile alle generazioni senza muse e senza memoria" ("E questa Italia che m'incoraggia e m'accarezza e mi consola è rappresentata oggi per me innanzitutto da Lei, generoso amico, creatore animatore operaio di questa bella testimonianza del "vinculum amoris" umanistico che è la presente pubblicazione". Commenti al numero unico e alle "Considerazioni" di Pellegrini. Ringrazia per la lettera precedente in cui Pellegrini lo accomuna agli umanisti del quattrocento. Ringrazia il «Convegno» e Ferrieri.
16. Milano, 20 aprile 1934
Lettera autografa di A. Pellegrini a V. Ivanov. Gallarati Scotti chiede quale argomento sia più adatto alla Conferenza per la società Fogazzaro. Pellegrini propone come argomento "Tol'stoj", oppure che Ivanov parli dei suoi ricordi letterari. Parte per alcuni giorni e sarebbe lieto se al suo ritorno fosse possibile presentargli alcuni amici, tra cui il Conte Casati. Chiede se vada bene la domenica 29: Pellegrini riceverebbe gli amici verso le cinque del pomeriggio per poi rimanere solo con Ivanov per cena. Anche la sig.na Chor è invitata. La sera stessa, verso le 10 o le 11, Ivanov e la sig.na Chor ripartirebbero per Pavia. A proposito del fascicolo del "Convegno" Pellegrini spiega ad Ivanov perché il numero porti scritto "Venceslao Ivanov" e non "Omaggio a...": "da noi la seconda forma (e anche in Francia) è usata solo in un triste caso - la celebrazione di qualcuno che si rimpiange - mentre nel nostro caso abbiamo la celebrazione di qualcuno che è più vicino a noi e caro - e che vorrei potesse svolgere in Italia quell'opera di illuminazione che altre volte esercitò in Russia".
Note: Per i rapporti tra Ivanov e Casati cfr anche la corrispondenza Casati-Ivanov.
17. [Pavia] 11 maggio 1934
Lettera dattiloscritta di V. Ivanov ad A. Pellegrini.
È commosso dalla sua affettuosa premura. È d'accordo con il programma per la domenica successiva (cfr Pellegrini - Ivanov del 20 aprile 1934). Indica gli orari dei treni che prenderanno lui e O.Chor. Lo prega di non disturbarsi ad andare alla stazione, bensì d'aspettarlo in casa sua. È felice di fare la conoscenza del conte Casati e di rivedere i suoi amici che hanno già dato prova di simpatia, noonché di presentare le sue scuse al duca Gallarati Scotti "per la mancanza di coraggio risentito da me all'ultimo momento dianzi al pericolo di non ricordare le esigenze del pubblico con una esposizione non abbastanza elaborata dell'argomento trattato sottile e grave".
Note: il luogo si ricava dal contenuto della lettera.
18. Pavia, il 16 maggio 1934
Lettera dattiloscritta di V. Ivanov ad A. Pellegrini. La riunione organizzata da Pellegrini per introdurlo nel circolo dei suoi amici resterà indimenticabile nella sua anima. Esprime la sua gratitudine. Gli invia l'estratto di un saggio che ha promesso di consegnare a Pietro Treves. Ha scritto a Ferrieri e nel frattempo invia a Pellegrini l'aspettato elenco". Gli augura buon viaggio e lo prega di salutare da parte sua Charles Du Bos.
19. Milano, 12 luglio 1934
Lettera dattiloscritta di A. Pellegrini a V. Ivanov. Invia un saggio su Stefan George del quale ha accennato alla signorina Chor; e del quale vorrebbe sapere cosa ne pensa Ivanov ("L'interpretazione che dà, come di una poesia oggettiva, è interamente nuova"). Probabilmente la settimana successiva si recherà a trovarlo. Note: il saggio a cui si riferisce il mittente è: A. Pellegrini,
Stefan George, Milano, 1934.
20. Milano, 4 novembre 1934
Lettera dattiloscritta di A. Pellegrini a V. Ivanov. Ha letto la recensione dedicata ad Ivanov sul numero di novembre della rivista "Pan": la recensione non lo ha trovato d'accordo e ha scritto a Guido Piovene, ribattendo, "sia pure in forma cortese". Chiede ad Ivanov notizie sulla sua vita e sui suoi progetti (in particolare fa riferimento ad una conferenza al Convegno e all'Università Cattolica). Ha letto con entusiasmo le Sue pagine sull'Umanesimo e sulla Religione ("Veramente da gran tempo non si era inteso parlare in tal modo"). È stato in settembre ad Urbino, "in quella che fu una delle culle del Rinascimento Italiano; e le linee di quella architettura e le pagine del Castiglione, le parole del Bembo nel Cortegiano" gli hanno fatto ricordare Ivanov. Non sa più dove scrivergli e dall'editore hanno bisogno del suo indirizzo.
21. Roma, 7 marzo 1935
Lettera dattiloscritta di V. Ivanov ad A. Pellegrini.
Ringrazia per il dono e per l'onore d'una copia nominativa quale testimonianza perenne della sua amicizia ("è per me un oggetto di legittimo orgoglio vedermi annoverato tra i Suoi familiares, tra i Suoi eletti"). Si scusa per essere un pessimo "corrispondente a distanza" e per il suo "inumano silenzio". Il suo saggio è bellissimo (cfr. Pellegrini - Ivanov 12 luglio 1934): certe obiezioni che potrebbe opporre a Stefan George non scemano la sua ammirazione "per il suo geniale concetto che commuove con il Suo pathos e s'impone per l'integrità e l'altezza della visione spirituale". Una delle cause del silenzio fu anche l'incertezza di Ivanov intorno all'argomento della progettata conferenza a Milano. Non è riuscito a vincere la ripugnanza a un argomento più o meno autobiografico. Siccome ha terminato un saggio "Anima" (un'analisi psicologica dell'estasi mistica), prende il coraggio di proporre questo argomento per una conferenza. Per il momento non ha ancora trovato la forma della conferenza sopra Dioniso. Chiede a Pellegrini di meditare la sua proposta col duca.
22. 26 giugno 1936
Lettera dattiloscritta di V. Ivanov ad A. Pellegrini. Ringrazia commosso delle "belle e tanto benevole pagine" dedicategli nell'ambito della prefazione alla Sua raccolta dei saggi critici. La sua lettera di risposta sulla
docta pietas è stata richiesta dalla rivista tedesca "Corona" ed è pronta alla stampa: Ivanov tuttavia non si è limitato ad una semplice traduzione, ma ha bensì rimaneggiato il testo a suo tempo pubblicato nel Convegno. Rinnova la sua amicizia e la sua gratitudine. Spera che Ol'ga Chor, in partenza per Milano e per Pavia, avrà la possibilità di incontrarlo.
23. Roma, 13 gennaio 1939
Lettera dattiloscritta di V. Ivanov ad A. Pellegrini.
L'anno inizia felicemente, con la pubblicazione del suo
Baudelaire. Ringrazia per l'invio del libro e per la dedica ("nuova conferma della nostra intima unione nel culto del Bello"). Ritiene il lavoro di Pellegrini "il suo più maturo saggio nel campo della storia letteraria". La biografia di Pellegrini spiega "l'arte baudeleriana meglio di una qualsiasi analisi estetica" e "l'evoluzione psicologica è rappresentata con penetrazione straordinaria". A Ivanov sembra meno approfondita la questione della predisposizione cattolica di "quest'anima più che ‘naturaliter' cristiana". Definisce il lavoro di Pellegrini "una sua grande conquista".
24. 15 febbraio 1943
Lettera dattiloscritta di V. Ivanov ad A. Pellegrini. Si scusa per il mutismo "incurabile". Ringrazia per l'invio di
Novecento tedesco. Apprezzamenti sul libro. Confessa di non aver compreso profondamente Rudolf Kassner. È commosso dal tenace sforzo di Pellegrini di renderlo noto e stimato in Italia. Aderisce alla sua proposta (non si specifica a cosa si riferisca) e si rende disponibile a tutto ciò che Pellegrini ritenga opportuno. Sarà lieto di far la conoscenza del prof. Vigorelli, sebbene ritenga di dover rifiutare la proposta immeritatamente onorifica concernente il Canzoniere petrarchesco (invece una ristampa del suo soggetto sul Petrarca gli sarebbe molto gradita). Chiede a Pellegrini se Bazlen sia un amico comune. Ha ricevuto la visita di Hans Carossa. Prega Pellegrini di trasmettere i suoi omaggi agli amici milanesi che ancora serbano memoria di Ivanov.
Note: i volumi a cui si fa riferimento nella missiva sono A. Pellegrini, Novecento tedesco, Milano-Messina, Principato, 1942; Rudolf Kassner,
Gli elementi dell'umana grandezza e altri saggi, Milano, Bompiani, 1942 (traduzione di Alessandro Pellegrini).