Studia all’Istituto Smol’nyj e poi al conservatorio di Pietroburgo, dove ha tra i suoi maestri Nikolaj Rimskij Korsakov e tra i compagni Nikolaj Kedrov (1871-1940), il futuro compositore e fondatore dell’omonimo quartetto. Per alcuni anni segue lo stesso percorso teatrale di
Aleksandr Amfiteatrov, che sposa nel 1897, esibendosi come attrice drammatica e cantante col nome d’arte di Rajskaja. Abbandonata ben presto la carriera di attrice, continua a seguire la vita del teatro e, soprattutto, del MChAT e inizia una nuova attività di traduttrice di testi per i teatri russi (risulta aver tradotto, da sola o con l'aiuto di Amfiteatrov molte opere di Goldoni). La sua corrispondenza rivela rapporti amichevoli con Konstantin Stanislavskij,
Fedor Šaljapin, le attrici Maria Ermolova e Ol’ga Knipper, e altri protagonisti del mondo artistico pietroburghese e moscovita. Durante il primo esilio del marito in Siberia lo sostituisce nell’attività di critico teatrale firmandosi Old Lady (Amfiteatrov usava lo pseudonimo di Old Gentleman). Segue il marito in emigrazione prima a Parigi e dal 1906 in Italia e lo aiuta costantemente nella sua attività di scrittore e giornalista.
Nel periodo della seconda emigrazione italiana pubblica
Negli artigli dei sovieti, drammatica testimonianza della rivoluzione e della prigionia a Pietrogrado, traduce alcuni testi di autori dell’emigrazione e continua ad affiancare Amfiteatrov nella sua attività letteraria.
Dopo la morte del marito nel 1938 collabora col giornale di Riga “Segodnja”, pubblicando vari articoli di argomento italiano fino allo scoppio della guerra, quando viene internata nei campi di concentramento di Offida (provincia di Ascoli Piceno) e Casacalenda (provincia di Campobasso). Infatti, nonostante i buoni rapporti del marito e dei figli
Daniil e
Maksim con il Partito fascista, non aveva mai ottenuto la cittadinanza italiana.
È sepolta nel cimitero di Levanto accanto al marito e a
Vladimir Amfiteatrov-Kadašev.