Non si hanno notizie della sua vita in Russia. Originaria di Odessa, nel 1908 arriva a Napoli, provenendo dalla Svizzera insieme al marito Jurij Tabolickij (Belostock, 1885 - Napoli, 1947).
Scopo del trasferimento in Italia è il desiderio di iscriversi alla facoltà di Medicina dell’Università di Napoli, dove si laurea nel 1918 (fa parte di un folto gruppo di studentesse russe che si iscrivono alla facoltà di Medicina dell’Università di Napoli).
Poco dopo la nascita della figlia Carlotta
(1909–1978), si separa dal marito per la vita disonesta e viziosa che questi conduce; impiegato presso un Comitato di Organizzazione Civile di Napoli è sospettato di aver sottratto fondi.
Tra il 1915 e il 1919 Fabrikant è sorvegliata dall’Ufficio Centrale d’Investigazione di Roma, perché sospettata di propaganda bolscevica, nel corso delle indagini si scopre che si è solo interessata, insieme ad una laureata della Scuola Agraria di Portici, della destinazione di fondi stanziati dal governatorato di L’vov per il rimpatrio dei profughi russi di Napoli e Capri dopo la guerra. Sono inoltre intercettate sue lettere, dalle quali si ricava che è in contatto con “il compagno”
Maksim Litvinov e Jan Berzin. Nelle relazioni dell’Ufficio investigativo si precisa inoltre che lei e il marito erano vicini ai socialisti rivoluzionari ed erano riparati in Svizzera, per sfuggire a un esilio in Siberia (Fabrikant avrebbe varcando il confine russo travestita da bambina perché di corporatura molto minuta).
Nei rapporti degli investigatori risulta anche che è “seria e volenterosa”, partecipa regolarmente alle lezioni del prof. Giuseppe Moscati presso l’Ospedale degli Incurabili ed è ricordata tra gli allievi di Giuseppe Moscati come “una piccola bionda dottoressa russa” (Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Napoli e Provincia. Bollettino n. 6, dicembre 2006).
Nel corso degli anni di residenza a Napoli cambia spesso domicilio (via Scarlatti 112, via Alvino 42, via Caccavallo 7, via Morghen 63, via De Mura), frequenta vari esponenti della colonia russa, tra cui la famiglia del medico
Pavel Vigdorčik, Aleksandr Brailovskij e
Konstantin Ketov, va in villeggiatura con la famiglia di Arturo Labriola perché amica della moglie, “da cui è protetta e ben vista”. Tra il 1922 e il 1924 fa parte del
Comitato “Pro Russi poveri”, organizzato accanto alla
Biblioteca russa del Giardino Vasto di Napoli; alle riunioni del Comitato incontra Frida Vigdorčik,
Zoe Voronkova e altre russe che si riuniscono per svolgere attività di volontariato.
Nel 1929 lavora come medico presso l’Ospedale S. Gennaro dei Poveri, mentre il marito Jurij Tabolickij è segnalato come disoccupato, russo apolide, residente in via Cimarosa 69.