“Tale è l’indole dell’arte di Erzia: arte veramente e puramente istintiva, che mira anzitutto ad esprimere, e che sa vivere al di fuori di ogni preconcetto di scuola, di formule, fin quasi di tecnica e di stile, pur rimanendo originale e personalissima. Nutrita più di sentimento che di pura ricerca di forme, per quanto spontanea e semplice, essa per nulla risente della rigidezza di certi moderni arcaismi che paiono le espressioni più genuine del semplicismo artistico, o di certe forzate ricerche d’espressione primitive attraverso a determinate sintesi o semplificazioni di linee, di masse e di particolari, in cui ogni diretta ispirazione deve naturalmente raffreddarsi o dileguarsi. E’ ancora modellazione fresca e spontanea, vigorosa e vibrante, in cui è nel modo più immediato espresso ciò che intensamente vibra in un’anima schietta di artista. Si sente ancora l’uomo che pensa e soffre, non il ricercatore di una linea o di una formula. Sono ancora mani vigorose che lottano con l’aspra materia per concretare un’idea; realtà che scaturiscono direttamente in forme plastiche da un pensiero animatore, in cui appare immediatamente trasfusa la vibrazione di un sentimento spontaneo: non elaborazioni raffinate, squisitezze di tecnica, opere di pura abilità che tendono più a piacere che o ad impressionare che ad esprimere” (Ugo Nebbia, Artisti Contemporanei: Erzia, in «Emporium», Vol. XLII, n. 251, novembre 1915 pp. 389-390).
Dopo la Biennale veneziana, tornato a Milano, Er'zja si dedica nuovamente al ritratto, di particolare interesse è un suo volto di Cristo. Alla fine del 1909 si trasferisce a Nizza, dal 1910 al 1913 è a Parigi, dove espone al Salon d’Automne, poi nel 1911 partecipa con la scultura in gesso Crocifissione all’Esposizione internazionale di Roma, organizzata per celebrare il 50 anniversario dell’Unità d’Italia (vi parteciparono molti artisti russi).
Nel 1913 lo scultore ritorna in Italia e si stabilisce a Carrara, spinto dall’esigenza di lavorare una materia prima come il marmo. Per le gravi difficoltà economiche, dovute ai mancati pagamenti dei lavori realizzati a Parigi, l’artista è costretto a scegliere una sistemazione non costosa nella Pensione Garibaldi nel centro storico. Non si sono conservati documenti relativi alla sua presenza a Carrara, tranne la corrispondenza epistolare depositata presso l’Archivio del Museo di Arti Figurative Er'zja di Saransk, alcune foto delle sue sculture, da lui stesso scattate, e la scultura di un cagnolino in marmo bianco ritrovata nella Pensione Garibaldi. Di recente è stato rinvenuto in un archivio privato un acquerello raffigurante l'artista con la sua classica casacca e la pipa, in compagnia del suo inseparabile cagnolino. Il ritratto, opera del direttore della Biblioteca dell’Accademia di Belle Arti di Carrara Ezio Dini (1887-1963), reca la scritta Lo scultore russo Stepan Erzia e la data 1913. Il ritrovamento avvalora l’ipotesi della fitta rete di rapporti dello scultore con il tessuto sociale e artistico della città.
Non lontano da Carrara, nel piccolo borgo di pescatori di Fezzano a pochi chilometri da La Spezia, viveva in quel periodo lo scrittore Aleksandr Amfiteatrov. Venuto a sapere della presenza di Er'zja a Carrara, si reca da lui insieme a Georgij Lopatin, suo ospite, e insieme lo convincono a trasferirsi a Fezzano. Nel borgo marinaro a Villa Buriassi, dove viveva Amfiteatrov, viene allestito un piccolissimo laboratorio, dove l'artista realizza in cemento un Giovanni Battista per la chiesa di Cristo Re, opera straordinaria che fonde la tradizione iconografica con rimandi a Donatello e Michelangelo. La scultura venne inaugurata il 12 marzo 1914 e posta nella nicchia della facciata della chiesa; in quella occasione venne organizzata una grande festa con la partecipazione delle autorità cittadine e dei fezzanesi. Trasferitosi successivamente insieme ad Amfiteatrov a Levanto, Er'zja vi rimarrà assai poco e lascerà l’Italia nell’estate 1914, per non farvi più ritorno. La scultura di Giovanni Battista, rinvenuta nel 2003 nella casa del parroco di Cristo Re, è stata restaurata dalla Fondazione Internazionale delle Arti Stepan Er'zja di Mosca nel 2011, e attualmente è visibile all’interno della chiesa.
Delle opere realizzate in Italia, a Carrara e al Fezzano, andate perdute durante la Seconda guerra mondiale, si annoverano: Marta, Busto di donna, I due bambini, Agrippina, ispirata ad un’opera di Amfiteatrov, Il Mostro dell’Abisso, Il giovane accovacciato, Busto di giovane (con ogni probabilità uno dei figli di Amfiteatrov), Energia, dal nome della piccola casa editrice aperta da Amfiteatrov a Levanto, La fratellanza, donata alla Società di Mutuo Soccorso di Fezzano, di cui Amfiteatrov era socio, e Il bambino con il cagnolino.
Link
http://erzia-museum.ru/ru/
Эрьзя (собств. Нефедов) Степан Дмитриевич / сост. О.Л. Л ейкинд, К.В. Махров, Д.Я. Северюхин
www. artrz.ru/menu/1804660060/1804787706.html