Barone, studia all'Accademia navale di Pietroburgo. Arriva in Italia nel 1912 per motivi di salute vivendo tra Firenze, Bolzano, Nervi, Viareggio, Pisa. Nel 1916 è assunto come segretario del Consolato generale russo di Genova e successivamente è impiegato straordinario civile presso la
Missione militare russa durante il periodo di guerra.
Nel 1918 viene arrestato e processato dal Tribunale di guerra di Torino per spionaggio militare e prosciolto in sede istruttoria, poi ritenuto "genericamente sospetto" e indicato da fonti fiduciarie come informatore dei sovietici. A seguito dell'arresto compila un lungo memoriale sulla sua presenza in Italia, i membri del Consolato russo a Genova e su molti altri emigrati russi che interessano le autorità italiane (ACS, UCI, b. 89, f. 2581). Ha una lunga relazione con una cugina, anche lei sospetta, Natalia Wrangel divorziata Morasvy (o Muraviesky), e alcune fonti della polizia lo dicono cugino sia del generale Petr Nikolaevič Vrangel', sia dell'addetto navale presso l'Ambasciata di Russia a Roma
Petr Georgievič Vrangel' (ACS, P.S., A4, b. 397, f. Wrangel Costantino e altri).
Dal 1920 vive a Roma dove nel gennaio 1923 si fa promotore dell'
Associazione monarchica russa, avendone ricevuto mandato da S.A.R. Cirillo ex-granduca di Russia, con lo scopo di "riunire sotto le direttive del Granduca i russi effettivamente ligi al principio monarchico e fedeli alla Casa dei Romanoff". L'associazione, secondo la Questura, "attualmente si occuperebbe di alleviare le sorti dei russi bisognosi esistenti in Italia, esercitando però contemporaneamente propaganda a favore del sentimento monarchico" (ACS, P.S., 1924, b. 12, cat. A11, f. Associazione Russa).
Nello stesso periodo entra in contatto con il sacerdote cattolico
Vladimir Abrikosov, che si trova a Roma come procuratore dell'esarcato, prestandogli l'appoggio del partito dei legittimisti fedeli al Granduca Cirillo, l'unico tra i vari gruppi politici dell'emigrazione russa interessato al progetto di una futura organizzazione della Chiesa cattolica in Russia.
Successivamente vive a Parigi, impiegato della Citroen, e rientra in Italia da Budapest nel 1926 e da Parigi nel 1927, definendosi giornalista. La polizia politica fascista per un certo periodo lo paga come informatore, ma sospettandolo di controspionaggio lo allontana e gli vieta di rientrare in Italia a partire dalla fine degli anni Venti (ACS, POLPOL, b. 1465, f. Wrangel Costantino).
Fonti archivistiche
Archivio Centrale dello Stato, Roma, Ministero dell'Interno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Ufficio Centrale di Investigazione, b. 89, f. 2581.
Archivio Centrale dello Stato, Roma, Ministero dell'Interno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Affari generali e riservati, 1924, cat. A11, b. 12, f. Associazione Russa.
Archivio Centrale dello Stato, Roma, Ministero dell'Interno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Affari generali e riservati, cat. A4, b. 397, f. Wrangel Costantino e altri.
Archivio Centrale dello Stato, Roma, Ministero dell'Interno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Divisione Polizia Politica, Fascicoli personali, b. 1465, f. Wrangel Costantino.
Agnese Accattoli
Scheda aggiornata al 3 novembre 2018