Discendente da una famiglia di noti industriali, consegue la laurea presso la Facoltà di storia e filosofia dell'Università di Mosca. Nel 1909, al seguito della moglie A. I. Abrikosova, si converte al cattolicesimo e studia teologia a Roma e Parigi. All'inizio del 1910 i coniugi Abrikosov tornano in patria e intraprendono un'opera di educazione spirituale nell'ambiente intellettuale moscovita. Nel 1913 entrano nel noviziato dei domenicani presso la chiesa di S. Ludovico a Mosca. In quello stesso anno si recano a Roma, dove il 21 settembre prendono i voti come terziari domenicani; durante la permanenza a Roma vengono ricevuti da Papa Pio X, che benedice la loro attività in Russia.
A Mosca gli Abrikosov divengono parrocchiani della chiesa dei SS. Pietro e Paolo, dove si impegnano a praticare il rito latino solo temporaneamente, per poi tornare al rito orientale non appena questo sia possibile in Russia. In questi anni l'appartamento degli Abrikosov (Prečistenskij bul'var, dom 29, kv. 34) diventa un centro di diffusione del cattolicesimo nella società moscovita. Durante le riunioni di questo piccolo circolo Abrikosov tiene lezioni su temi filosofici e teologici.
Dal 29 al 31 maggio 1917 partecipa al primo concilio delle diocesi della Chiesa greco-cattolica, tenutosi a Pietrogrado sotto la guida del metropolita A. Šeptickij. Il 29 maggio 1917 viene nominato sacerdote da Šeptickij e diventa parroco della Chiesa della Natività della Santissima Madre di Dio. Nello stesso tempo svolge il ruolo di confessore nella comunità domenicana di Mosca. Il 19 febbraio 1921 riceve dal generale dell'Ordine Domenicano il diritto di accogliere e guidare i nuovi membri del Terzo Ordine. Tra il 1918 e il 1922 partecipa attivamente ad incontri con il clero ortodosso, con la benedizione del patriarca Tichon.
Il 17 agosto 1922 viene arrestato a Mosca e condannato alla pena di morte, ma la pena viene presto commutata in esilio permanente all'estero: il 29 settembre 1922 viene espulso dalla Russia e trasferito in Germania sul cosiddetto "vascello dei filosofi", insieme ad altri centocinquanta rappresentanti della
intelligencija russa.
Il 6 ottobre 1922 giunge a Roma, dove tenta di espletare le mansioni di "procuratore dell'esarcato", carica affidatagli alla sua partenza dal protoiereo
L. Fedorov. Il 26 ottobre 1922 viene ricevuto in udienza da Papa Pio XI: nel corso dell'udienza consegna al Pontefice una lettera scritta da due illustri fedeli ortodossi, il senatore A. D. Arbuzov e il principe S. D. Urusov, a sostegno del riavvicinamento degli ortodossi russi ai cattolici di rito orientale. Abrikosov allaccia contatti con i rappresentanti di diversi gruppi politici all'interno dell'emigrazione russa, allo scopo di definire le sorti del cattolicesimo in Russia in caso di caduta del regime bolscevico. Grazie al barone K. K. Vrangel', stabilisce un legame con il partito dei "legittimisti", guidato dal principe Kirill Vladimirovič, che si mostra molto interessato ad una futura organizzazione della Chiesa Cattolica in Russia. A Roma organizza il "Comitato dei cattolici russi" e passa informazioni alla commissione papale "Pro-Russia" a proposito dei preti cattolici tenuti prigionieri in Unione Sovietica.
Sempre a Roma frequenta anche il filosofo
Nikolaj Berdjaev, la cui moglie, Lidija, era stata membro della comunità cattolica russa di Mosca, e il metropolita ortodosso Eulogio. Nel 1924 partecipa ai lavori del IV Congresso di Velegrad.
Nella sua attività di procuratore dell'esarcato, a Roma Abrikosov incontra la resistenza del consigliere della Congregazione Papale degli Affari Orientali, il gesuita Michel D'Herbigny; è quindi costretto a lasciare Roma e trasferirsi a Parigi, per poter agire in modo indipendente. Ma il fallimento romano segna un duro colpo per il sacerdote, che abbandona quasi tutte le attività legate alla missione russo-cattolica tra l'emigrazione. Nonostante questo, insieme al professore M. N. Gavrilov e al principe P. M. Volkonskij continua a perseguire quello che era stato l'ideale del movimento cattolico russo, ossia il riavvicinamento di cattolici e ortodossi.
Bibliografia
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R. Dzwonkowski,
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Martyrologium, Lublin 1998.
Fonti archivistiche
Archivio Centrale dello Stato, Roma, Ministero dell'Interno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Divisione Polizia Politica, Fascicoli Personali 1927-1944, busta 3, f. Abrikossov Vladimiro.
Aleksej Vladimirovič Judin
(
traduzione di Raffaella Vassena)
Scheda aggiornata il 26 settembre 2010