Aleksandr Pavlovič Vigdorčik
Luogo e data di nascita: Białystok (Polonia), 26 marzo 1904
Luogo e data di morte: Chicago (USA), 1965
Professione: medico stomatologo
Di famiglia ebraica, per sfuggire ai pogrom del 1906 a Białystok, nel 1907 parte alla volta dell’Italia insieme alla madre Fanny, alla sorella Frida (1906-dopo il 1942) e alla cugina Raissa Burchstein (1893-1963), futura cantante d’opera con lo pseudonimo di Raisa Rosa. La famiglia raggiunge il padre
Pavel Vigdorčik, stabilitosi nel 1906 a Capri. Trascorre l’adolescenza tra l’isola e Napoli. Nell’estate 1918 a Capri conosce Giorgio Amendola, figlio di Giovanni ed
Eva Amendola Kuhn, col quale stabilisce uno stretto legame di amicizia. Nelle memorie
Una scelta di vita Amendola ricorda tra i conoscenti russi, oltre a Saša Vigdorčik, un’amica della madre, signora Speranskaja, moglie del biologo pietroburghese Andrej Fomič Sulimo-Samojlov (1874-1933), che nel 1909 e nel 1913 aveva compiuto studi presso la
Stazione Zoologica di Napoli, e
Kazimir Kobyljanskij, figlio del rivoluzionario
Vladislav Kobyljanskij. La casa dei Vigdorčik in via S. Lucia con il samovar fumante pronto per ogni ospite è luogo di incontro di vivaci giovani intellettuali russi e napoletani.
Ottimo nuotatore, negli anni Venti Vigdorčik è socio del Circolo canottieri di Napoli, che frequenta insieme ad Amendola. Nel 1929 si laurea in Medicina a Messina (Gazzetta Ufficiale dello Stato, n. 297, del 23-12-1930) e inizia a svolgere la professione medica. In questi anni ha contatti con
Maksim Gor’kij e il figlio
Maksim Peškov che soggiornano a Sorrento. Sarà lui ad accompaganre Amendola a villa Serracapriola nel 1932 per un colloquio con lo scrittore e sarà sempre lui a comunicare a Gor'kij, che Amendola è diventato comunista.
Complice la frequentazione di Amendola, Vigdorčik diventa attivo nel partito comunista di Napoli insieme a Luigi Mazzella e Clemente Maglietta, che lo cita nelle sue memorie. Nell’estate 1931 l’organizzazione napoletana del partito comunista subisce una grave disfatta con l’arresto di molti militanti. Amendola si rifugia a Parigi, dove viene raggiunto da Vigdorčik, che vi si reca con il pretesto di dover seguire un corso di specializzazione in medicina, ma fa ben presto ritorno in Italia. Nel 1933 è accusato ufficialmente di attività sovversiva, sospettato di voler ricostituire il partito comunista in Italia e cercare di convincere letterati italiani a trasferirsi in Russia. Viene perciò arrestato insieme ad Attilio Bowinkel ed Enzo Tagliacozzo, quando si reca nel porto di Napoli per salutare Amendola in partenza per il confino a Ponza. Secondo quanto riportato dai funzionari di polizia politica viene prosciolto da ogni accusa grazie all’interessamento di Mussolini, mentre il prefetto Arturo Bocchini avrebbe voluto “fargliela pagare”.
Napoli 11 Maggio 1933
Vivissima impressione negli ambienti dell'Aristocrazia napoletana per l'arresto del Dr. Alessandro Vigdorgik figlio del dentista della Principessa Maria Josè del Piemonte.
In tutti gli ambienti dell'Aristocrazia napoletana, nella quale il Dr. Alessandro Vigdorcik, figlio del Dentista della Principessa di Piemonte, era molto noto, ha destato penosissima impressione il suo arresto quale cospiratore sovversivo. Tutti esprimono il parere che il Vigdorgik fosse assolutamente incapace di un atto simile essendo considerato dappertutto come un fanciullone. Si afferma che il preteso complice Attilio Bowinkel (antiquario) arrestato per lo stesso motivo, sia stato in perfetta malafede chiamando come correo il Vigdorgik anche perché il padre che risiede da trenta anni in Italia, se ne è sempre dimostrato amicissimo godendo la più grande stima in tutti gli ambienti che frequenta tanto che benché di nazionalità russa è stato prescelto quale dentista della Principessa Ereditaria che ne è entusiasta (ACS, Polizia politica, Fascicoli personali, b. 1433, f. Wigdorcik Alessandro).
Nel 1941 si trasferisce
in America, a Chicago, dove continua ad esercitare la professione medica, si sposa e ha tre figli.
Fonti archivistiche
Archivio centrale dello Stato, Roma, Polizia politica, Fascicoli personali, b. 619, f. Gorki Massimo.
Archivio centrale dello Stato, Roma, Polizia politica, Fascicoli personali, b. 1461, f. Wigdorcik Alessandro di Paolo.
Archivio centrale dello Stato, Roma Polizia politica, Fascicoli personali, b. 1433, f. Vigdorcik Alessandro.
Archivio di Stato di Napoli, Questura di Napoli, Massime, I versamento, busta 48, inc. 959.
Istituto Campano di Storia della Resistenza, Fondo Biografie di Comunisti napoletani, b. 2, f. 3, sottofascicolo “Mazzella Luigi”.
Bibliografia
G. Amendola, Una scelta di vita, Firenze, La Nuova Italia, 1978.
G. Amendola, Un’isola, Milano, Rizzoli, 1980.
N. De Ianni, Una scuola di vita, funzionari comunisti tra partito e società, Napoli, Pironti, 1983.
C. Mintzer, Rosa Raisa: a biography of a diva with selections from her memoirs, Boston, Northeastern University Press, 2001.
Russian scientists at the Naples zoological station 1874-1934, ed. by Sergei I. Fokin and C. Groeben, Napoli, Giannini, 2008.
Nella foto la soprano Rosa Raisa, cugina di Aleksandr Vigdorčik
Giuseppina Giuliano
Scheda aggiornata al 31 ottobre 2020
Giorgio Amendola e la moglie Germaine Lecocq negli anni Trenta
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