Anna Aleksandrovna Kašina è una giovane attrice del Teatro Aleksandrinskij quando, nell'autunno 1920, su consiglio di un'amica si reca alla Casa dei Letterati di Pietrogrado per ascoltare l'affermato regista
Nikolaj Evreinov nella conferenza "La filosofia del teatro", e subito rimane affascinata dalla sua personalità. Anche Evreinov, impegnato nella regia dell'imponente azione di massa sulla presa del Palazzo d'Inverno per il 3° anniversario della rivoluzione, rimane conquistato dalla fanciulla: divorziato, deluso da un matrimonio fallito a causa dell'adulterio della prima moglie (situazione, questa, che si riflette in
Stiopic et Mania del 1905 e nelle altre opere del ciclo teatrale intitolato "I paradossi sull'adulterio"), ben presto decide di risposarsi. Il 20 febbraio 1921, a Carnevale, Evreinov debutta con successo al teatro Vol'naja Komedija (Libera Commedia) di Pietrogrado con
Samoe Glavnoe – opera tradotta in italiano da
Raisa Ol'kenickaja Naldi con il titolo
Ciò che più importa per l'allestimento pirandelliano del 1925 – e poco dopo si unisce in matrimonio a Anna Kašina.
Sin dai primi mesi di vita coniugale, Kašina segue il marito in
tournée: nel novembre-dicembre 1922 a Berlino e a Parigi, da marzo a giugno 1923 in Caucaso. Nell'estate 1924, in Crimea, Evreinov comincia a progettare
Korabl' pravednych (La nave dei giusti), una "epopea drammatica" in 3 atti che rimanda alla scelta dell'esilio e si apre con questa epigrafe: «dedicato ad Anna Aleksandrovna Kašina-Evreinova, più cara di una moglie, più intima di una sorella, e molto più che un'amica».
La coppia, unita dall'amore per il teatro, trova nella differenza d'età un punto di forza: Evreinov trae dalla vitalità di Anna Aleksandrovna lo slancio per continuare l'attività artistica in Occidente, mentre Anna Aleksandrovna diventa la più fidata consulente del regista nonché la sua traduttrice; ha infatti uno spiccato interesse per la scrittura, come testimonia la monografia
Podpol'e genija. Seksual'nye istočniki tvorčestva Dostoevskogo (L'ipogeo del genio. Le fonti sessuali dell'opera di Dostoevskij), uscita a Pietrogrado nel 1923.
Il 30 gennaio 1925 Kašina parte con il marito per una nuova
tournée che, in realtà, segna il definitivo distacco dalla Russia. Le tappe di quell'esodo in treno sono: Leningrado, Pskov (dove Evreinov ha trascorso l'infanzia), Riga, Varsavia, Cracovia, Praga, Parigi.
Nella capitale francese, nel 1925, posa per un ritratto di Savelij Abramovič Sorin (1878-1953) e ritrova molti connazionali in esilio, fra cui
Konstantin Miklaševskij. Nel 1926 segue il regista in un'importante
tournée negli Stati Uniti: affronta con entusiasmo la traversata transoceanica (uno dei suoi attori preferiti è Rodolfo Valentino), e in diverse città americane tiene conferenze legate al suo volume dostoevskiano.
Nella primavera 1927 il Pen Club organizza a Parigi una serata in onore di Evreinov, Luigi Chiarelli (1880-1947) ed Herbert Wells (1866-1946). Poco dopo il regista russo è operato d'urgenza per un'appendicite degenerata in peritonite, ed è in pericolo di vita: la moglie gli resta accanto giorno e notte, prodigandogli instancabilmente ogni cura fino alla completa guarigione. In autunno lo segue in
tournée in Romania e, tra l'ottobre e il dicembre 1927, la "Revue de France" pubblica il suo primo romanzo,
La jeunesse rouge d'Inna, scritto a quattro mani con l'amica
Elena Izvol'skaja, figlia dell'ultimo ambasciatore dello zar di Russia a Parigi. L'uscita dell'opera è favorita da Marcel Prévost (1862-1941), così come la pubblicazione nel 1928 per le Editions de France, con ristampa nel 1932. Tra i lettori che hanno positivamente accolto tale lavoro, spicca il nome di Irène Némirovsky (1903-1942).
Nel 1928 Evreinov termina
Teatr večnoj voyny (Il teatro della guerra eterna) – la terza opera della sua "Trilogia del doppio teatro", di recente ristampata in Russia, il cui titolo richiama
Il teatro e il suo doppio di Antonin Artaud (1896-1948). Intenzionato a studiare il fenomeno del teatro nella vita, il regista sviluppa la sua indagine religioso-morale con
Ciò che più importa, quella politico-sociale con
La nave dei giusti (sinora mai tradotta in italiano), e quella filosofico-esistenziale con
Il teatro della guerra eterna (la traduzione italiana esce anonima nel 1932, ma è riconducibile a Raisa Ol'kenickaja Naldi).
Nel 1929 Anna Kašina trascorre più di due mesi a Milano con il marito, impegnato nel debutto de
Il teatro della guerra eterna con
Tat'jana Pavlova al Teatro dei Filodrammatici, e riesce anche a visitare qualche città italiana. Lo spettacolo, già da qualche mese annunciato dalla stampa nazionale, non ottiene il successo sperato ma apre importanti riflessioni sul confronto del sistema teatrale russo con quello italiano, e sulle difficoltà professionali che gli artisti esuli hanno affrontato nei nuovi contesti in cui si sono trovati ad operare.
Nel 1930 l'editore Bemporad inaugura la collana "I romanzi della vita moderna" con Giovinezza rossa, la cui traduzione italiana – come si evince dalla corrispondenza conservata presso la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondatori a Milano – è scrupolosamente realizzata da Raisa Ol'kenickaja che nell'introduzione accenna ad alcune notizie biografiche di Kašina. Molti sono i tratti che la accomunano alla protagonista del romanzo:
«Anna Kascina, che fino al 1924 rimase a lottare, prima sola, poi al fianco del marito, nelle durissime condizioni create dal regime sovietico e conobbe tutti i segreti di quel vortice disperato, tracciò con giovanile ardimento le tappe successive che formano il carattere di Inna e l'evoluzione di questa coscienza femminile [...] Autrice di un interessantissimo studio psico-analitico sul Dostojevskij, era particolarmente dotata per darci lo schizzo dell'anima d'una fanciulla presa nelle strettoie dell'implacabile realtà» (pp. 8-9).
Nel 1930 Kašina pubblica a Parigi un altro romanzo, Je veux concevoir, la cui traduzione olandese esce ad Amsterdam per l'editore Strengholt e ha un buon successo. L'attività letteraria la porta in contatto con il poeta Federico García Lorca (1898-1936), che si dimostra molto interessato all'estetica teatrale di Evreinov: ad esempio, nella sua celebre conferenza sul "duende" è possibile riscontrare l'eco del trattato Demon teatral'nosti (Il demone della teatralità), pubblicato nel 1922 in "Žizn' iskusstva" (n. 7 e n. 8) e ristampato di recente.
Nel 1933 Kašina fonda il gruppo "La Scène Joyeuse" a Parigi, diventandone l'amministratrice. Non ha mai esitato a manifestare a Evreinov la disapprovazione per alcune sue scelte professionali, come nel caso della collaborazione con il produttore cinematografico Jacques Natanson, che non sempre ha rispettato e retribuito il suo cospicuo lavoro sul set. Segue anche con apprensione le fasi di realizzazione del film
La Comédie du bonheur (nella versione italiana noto anche con il titolo
Ecco la felicità!), tratto da
Samoe glavnoe, con regia e sceneggiatura di Marcel L'Herbier (1888-1979), e dialoghi aggiunti di Jean Cocteau (1889-1963).
Nel 1946 riceve in dono dal marito un madrigale appositamente composto per il 25° anniversario di matrimonio. Anna Kašina ha sempre seguito con attenzione la diffusione delle opere del regista e ha continuato a mantenere questo impegno anche da vedova, assumendone i diritti d'autore. Un anno dopo la morte di Evreinov, fa posare sulla sua tomba un monumento funebre della scultrice Kleo Beklemiševa e decide di mantenerne vivo il ricordo con traduzioni, prefazioni e scritti memorialistici. Nell'agosto 1963 termina a Parigi la stesura di
N. N. Evreinov v mirovom teatre XX veka (N. N. Evreinov nel teatro mondiale del XX secolo
), edito da Les Editeurs Réunis nel 1964. Tra il 1964 e il 1965 è in corrispondenza con Ettore Lo Gatto. Ha fornito importanti testimonianze agli studiosi di storia del teatro, ed è menzionata ad esempio nei ringraziamenti ai volumi di Christopher Collins (
Life as theater: five modern plays by Nikolai Evreinov, 1973) e di Sharon Marie Carnike (
The Theatrical Instinct. Nikolai Evreinov and the Russian Theatre of Early Twentieth Century, 1989).
Sebbene avanti negli anni, nel 1981 partecipa al convegno internazionale di studi
Nicolas Evreinov. L'apôtre russe de la théâtralité, organizzato da Gérard Abensour per il centenario della nascita del regista e i cui atti sono stati raccolti in un numero monografico di "Revue des études slaves". Riesce anche a vedere la mostra
Nicolas Evreinoff 1879-1953, allestita alla Bibliothèque Nationale dal 20 febbraio al 21 marzo 1981, e a mettere a disposizione di Ellendea Proffer il materiale alla base del volume
Evreinov: a pictorial biography, uscito ad Ann Arbor in quello stesso anno.
Muore a Parigi il 5 agosto 1981. L'11 agosto è sepolta nel cimitero ortodosso di Sainte-Géneviève-des-Bois accanto al marito. Poco prima di morire, ha donato alla Bibliothèque Nationale de France i materiali che costituiscono la preziosa Collection Nicolas Evreinoff, che comprende anche le sezioni "Textes manuscrits d'Anna Kachina Evreinoff", "Correspondance d'Anna Kachina concernant Nicolas Evreinoff", "Correspondance privée et papiers personnels d'Anna Kachina". Molte sue lettere agli amici esuli russi sono conservate negli archivi statunitensi.
Pubblicazioni
Anna Kašina,
Podpol'e genija (Seksual'nye istočniki tvorčestva Dostoevskogo), Petrograd, Izdatel'stvo Tret'ja Straža, 1923.
Hélène Iswolsky - Anna Kachina,
La jeunesse rouge d'Inna. Roman, Paris, Les Editions de France, 1928 (con ristampa nel 1932).
Hélène Isvolsky - Anna Kašina,
Giovinezza rossa. Traduzione di Raissa Olkienizkaia-Naldi, Firenze, Bemporad, 1930.
Anna Kachina,
Je veux concevoir. Roman, Paris, Editions de France, 1930.
Anna Aleksandrovna Kašina-Evreinova,
Leto u Maksa Vološina, in «Vozroždenie», Pariž 1955, n. 42, pp. 108-115.
Anna Kašina-Evreinova,
Vmesto predislovija, in Nikolaj Evreinov,
Šagi Nemezidy. Dramatičeskaja chronika v 6 kartinach, Pariž, Imprimerie de Navarre, 1956, pp. 7-8.
Anna Kašina-Evreinova,
Présentation, in Nikolaj Evreinov,
Čemu net imeni (bednoj devočke snilos'). P'esa v 3 dejstvijach i 8 kartinach s epilogom, Pariž, Imprimerie Beresniak, 1956, p. 3.
Anna Evreinoff,
Présentation, in Nicolas Evreinoff,
La Mort joyeuse. Arlequinade en 1 acte avec un prologue et un mot de conclusion, Paris, Librairie théâtrale, 1958, pp. 3-4.
Anna Kachina Evreinoff,
Tempora mutantur: Visite au Louvre, in «Russkaja Mysl'», Paris, 19 settembre 1958.
Anna Aleksandrovna Kašina-Evreinova,
N. N. Evreinov v mirovom teatre XX veka, Paris, Les Editeurs Réunis, 1964.
Anna Kachina Evreinoff,
Lettre ouverte à Louganov, in «Russkaja Mysl'», Paris, 8 maggio 1969.
Nicolas Evreinov,
Stiopic et Mania. Traduzione di Anna Kachina, in «L'Avant-Scène», n. 516, 15 aprile 1973, pp. 31-35.
Anna Kašina-Evreinova,
Evreinov tel qu'en lui-même, in
Nicolas Evreinov. L'apôtre russe de la théâtralité, numero monografico di
«Revue des études slaves», a cura di Gérard Abensour, LIII (1981), fasc. 1, pp. 11-14.
Nicolas Evreinoff 1879-1953. Catalogue de l'exposition réalisée par le Dep. des Arts du Spectacle de la Bibliothèque Nationale rédige par M. F. Christout, Paris, Bibliothèque Nationale, 1981.
Evreinov: a pictorial biography, edited by Ellendea Proffer from materials collected by Anna Evreinova, Ann Arbor, Ardis Publishers, 1981.
Bibliografia
r.s. [Renato Simoni],
Jevrienoff e Sanin, in «Corriere della Sera», 26 luglio 1928.
r.s. [Renato Simoni],
Filodrammatici. "Il teatro della guerra eterna". Tre atti di Nicola Evreinoff, in «Corriere della Sera», 4 aprile 1929.
Giuseppe Bevilacqua,
Jevreinov, ossia il teatro sepolto vivo, in «Il giornale dell'arte», aprile 1929.
Carlos Morla Lynch,
En España con Federico García Lorca: paginas de un diario intimo (1928-1936), Madrid, Aguilar, 1958.
Christopher Collins,
Life as theater: five modern plays by Nikolai Evreinov, Ann Arbor, Ardis Publishers, 1973.
Génia Cannac,
Nicolas Evreinoff en France, Paris, Bibliothèque Théâtrale, 1979.
Necrologi per Anna Kašina-Evreinova in «Russkaja Mysl'», Parigi, 13 agosto 1981, n. 3373 e Id., 20 agosto 1981, n. 3374.
Tamara Bajkova Poggi,
La fortuna di Nikolaj Evreinov in Italia negli Anni Venti, in «Europa Orientalis», I (1982), n. 1, pp. 39-43.
Sharon Marie Carnike,
The Theatrical Instinct. Nikolai Evreinov and the Russian Theatre of Early Twentieth Century, New York, Peter Lang Publishing, 1989.
Nikolaj Evreinov,
Demon teatral'nosti, a cura di A. Ju. Zubkov e V. I. Maksimov, Moskva - Sankt Peterburg, Letnij sad, 2002.
My: ženskaja proza russkoj èmigracii, a cura di O. R. Demidova, Sankt Peterburg, Izdatel'stvo Russkogo Christianskogo Gumanitarnogo Instituta, 2003.
Marina Litavrina,
Russkij teatral'nyj Pariž, Sankt-Peterburg, Aletejja, 2003.
Dominique de Nièvre,
Une saga libérale en Russie. Les Evréinov, juifs, marchands, nobles et artistes (1650-1950), Paris, L'Harmattan, 2004.
Federico García Lorca,
Gioco e teoria del duende, Milano, Adelphi, 2007.
Olivier Philipponnat - Patrick Lienhardt,
La vie d'Irène Némirovsky: 1903-1942, Paris, Grasset, 2007.
Nikolaj Evreinov,
Dvojnoj Teatr, a cura di T. S. Džurova, Moskva, Sovpadenie, 2007.
Rashit Iangirov,
Body and reflected light: notes on emigré women prose and Zinaida Gippius' unwritten book "Women and the Feminine", in «Russian Studies in Literature», XXXIV (Summer 2008), n. 3, pp. 7-36.
Fonti archivistiche
Milano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondatori, Fondo Bemporad, ser. Corrispondenza Varia.
Parigi, Bibliothèque Nationale de France, Collection Nicolas Evreinoff.
New York, Columbia University Libraries, Bakhmeteff Archive.
Stanford University, Hoover Institution Archives, Gleb Struve Papers.
Amherst College, Amherst Center for Russian Culture, Schakovskoy Family Papers.
Amherst College, Amherst Center for Russian Culture, The Journal New Review (Novyi Zhurnal) Records.
Vicenza, Biblioteca Bertoliana, Carte Gian Dauli
University of Scranton, Special Collections and University Archives, Weinberg Memorial Library, Helen Iswolsky Papers.
NotaNelle fonti occidentali compare anche Kascina e Kachina-Evreinoff.
Maria Pia Pagani
Copertina del volume di A. A. Kašina-Evreinova, N. N. Evreinov v mirovom teatre XX veka, Paris, Les Editeurs Réunis, 1964.
(da sinistra a destra) Nikolaj Evreinov con la moglie e Vasilij Kamenskij, inizio anni Venti
(da sinistra a destra) Nikolaj Evreinov con la moglie e Vasilij Kamenskij, inizio anni Venti