Russi in Italia

Evgenija Borisenko

Jia Ruskaja


Luogo e data di nascita: Kerč (Crimea), 6 gennaio 1902
Luogo e data di morte: Roma, 19 aprile 1970
Professione: danzatrice, coreografa

Figlia di un ufficiale dell'esercito russo, lascia la Russia con il padre nel 1917 dopo la rivoluzione d'ottobre. A Costantinopoli nel 1920 sposa Evans Daniel Pole, da cui ha un figlio, che dopo l'annullamento del matrimonio risiederà a Londra con il padre.
Trasferitasi in Italia, risiede a Roma nei primi anni Venti, poi a Milano dal 1927 al 1940, quindi nuovamente a Roma. Sposa in seconde nozze Aldo Borelli, direttore del "Corriere della Sera" dal 1929 al 1943.
Il suo debutto avviene alla Casa d'Arte Bragaglia di Roma il 4 giugno 1921 con un recital di "azioni mimiche e danze", in una serata dedicata alla lettura dei versi di Arturo Onofri. Il nome d'arte "Jia Ruskaja" le viene dato da Anton Giulio Bragaglia, per sfruttare la moda dei danzatori russi lanciata da Djagilev e che imperversava in tutta Europa negli anni '20.
Si afferma in Italia come danzatrice, coreografa e insegnante di danza, interprete di spettacoli, molti dei quali diretti da Anton Giulio Bragaglia al Teatro degli Indipendenti da lui fondato.
Nel 1928, al Teatro dell'Esposizione di Milano, interpreta la "leggenda monomimica indiana" Sumitra di Carlo Clausetti, su musica di Riccardo Pick Mangiagalli e con la regia di Guido Salvini.
Nel 1929 interpreta il film Giuditta e Oloferne di Baldassarre Negroni. Sempre nel 1929 apre una sua scuola all'interno del Teatro Dal Verme, a Milano. Condivide la direzione della scuola di ballo del Teatro alla Scala dal 1932 al 1934, insegnandovi danza ritmica e "orchestica".

Nel 1934 abbandona la carriera scenica e apre una scuola in via Spiga, che poi trasferisce a Monte Tordo (Milano), dove il Comune le costruisce un teatro all'aperto di oltre 2.000 posti. Come riporta il "Corriere della Sera" del 2 novembre 1934,

Jia Ruskaja sta costituendo in Milano un "Gruppo Stabile" di allieve di danze classiche, con gli intendimenti artistici già noti e già vivamente apprezzati negli spettacoli di Siracusa, di Erba ed anche attraverso i saggi pubblici eseguiti alla Scala sotto la sua direzione. L'arte, la passione e la tenacia di Jia Ruskaja faranno di queste allieve, scelte con cura, un nucleo di danzatrici moderne preparate musicalmente, intellettualmente e fisicamente per le interpretazioni di danze classiche interessanti ed elevate per gusto e finezza. Del Gruppo Stabile di Jia Ruskaja fanno parte numerose danzatrici che già hanno avuto successo nei saggi alla Scala e in altri teatri; e queste e le nuove verranno addestrate per spettacoli veri e propri di danza pura.

Tra le coreografie composte per la scuola: la "Danza del sacrificio" dall'Ifigenia in Aulide su musica di Ildebrando Pizzetti (1935); il Ratto di Persefone, su musica di Ennio Porrino (1937).

Nel 1940 fonda la Regia Scuola di danza, inizialmente annessa all'Accademia d'arte drammatica, autonoma a partire dal 1943. La dirigerà fino al 1970, limitandone l'accesso alle sole donne. Durante il fascismo le "danze classiche", per cui Ruskaja diventa famosa, sono danze che, al di fuori del codice accademico, utilizzano una certa libertà dei movimenti per conformarsi a morfologie derivate dall'arte antica greco-romana: convogliano così i miti del fascismo. La scuola vince il "lauro" d'argento alle Olimpiadi di Berlino del 1936 e collabora in varie occasioni con le organizzazioni giovanili femminili del Partito Nazionale Fascista. La cultura sagomata da Ruskaja nell'attività spettacolare e didattica fino al 1945 è una vera e propria "cultura del consenso", ideologicamente intonata al regime fascista e ai suoi miti.
Nel 1935 ottiene la cittadinanza italiana.

Nota
Nelle fonti italiane si incontra come Jia Ruskaja, Ja Russkaja, Yia Ruskaja.

Pubblicazioni
Jia Ruskaja, La danza come un modo d'essere, prefazione di Marco Ramperti, Milano, Casa Editrice I.R.A.G., 1927 (nella copia conservata alla Biblioteca Livia Simoni c'è una dedica autografa dell'autrice: "A Renato Simoni con ammirazione Jia Ruskaja 16 luglio 1927 Milano"); ristampa Milano, Alpes, 1928.
Jia Ruskaja, Precisazione sulla ginnica della Danza intesa come elemento base dell'educazione fisica femminile, «Il Cigno» n. 2, 1953, pp. 57-59.

Bibliografia
G. Tintori, Duecento anni di Teatro alla Scala. Cronologia opere-balletti-concerti 1778-1977, Bergamo, Ed. Grafica Gutenberg, 1979.
F. Pappacena, L'orchesticografia di Jia Ruskaja, «Chorégraphie. Studi e ricerche sulla danza», anno 5, n.10 (1997), pp. 53-53-84.
P. Veroli, "La danzatrice della nuova Italia", in Baccanti e dive dell'aria. Donne danza e società 1900-1945, Edimond, Città di Castello 2001, pp. 145-181.
P. Veroli, "Dancing Fascism. Bodies, Practices, Representations", in Discourses in Dance, vol. 3, issue 2, 2006, pp. 45-70.

Filmografia
"Scuola di danze classiche e di ginnastica ritmica di Yia Ruskaja (sic) al Teatro dal Verme", in Stramilano presentato da Za Bum, regia di Corrado d'Errico, muto, 1929, 16 minuti.
Fanciulle e danze. Dimostrazione dei metodi didattici della Scuola di danze classiche di Yia Ruskaja, in Milano. Coreografie di Yia Ruskaja, regia di Angelo Jannarelli e Guido Albertelli, s.d. [1940-41], 39 minuti. Il filmato presenta le seguenti coreografie di Jia Ruskaja: Ottocento romantico, Momento musicale, Salomé, Prima lettera d'amore, Mattinata bosche-reccia).
La scuola d'arte di Jia Ruskaja, «La Settimana INCOM», n. 261, 10 marzo 1949 (Archivio Istituto LUCE: http://ricerca.archivioluce.com/h3/h3.exe/a1/fric_avanzata).
Jia Ruskaja. La danza come modo di essere, regia e coreografia di Jia Ruskaja, 25', sonoro, anni '50.

Fonti archivistiche
Archivio di Stato di Milano, Gab. Pref. I, cart. 453.

Sara Mazzucchelli, Raffaella Vassena, Patrizia Veroli
Scheda aggiornata il 26 settembre 2010


Jia Ruskaja



Jia Ruskaja, prima ballerina del Teatro della Scala di Milano
https://www.allposters.it/-sp/Portrait-of-Jia-Ruskaja-Prima-Ballerina-of-the-Teatro-Della-Scala-in-Milan-Posters_i4060020_.htm



Jia Ruskaja
http://encinematheque.fr/marlene/M57/index.asp?page=Ruskaja.htm



La tomba di Jia Ruskaja al Cimitero acattolico di Testaccio a Roma.



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