A Posillipo ("pausa dal dolore"), sulla Baia del Cenito, sorge circondata dal verde e dal mare Villa Gallotti:
Quando qualcuno si avvicina alla porta di Villa Gallotti a Posillipo, che misteriosamente si nasconde fra le verdi curve del giardino, il portinaio, un bravo napoletano, senza domandare al visitatore che cosa egli chieda, gli dice, a bruciapelo, tutto d'un fiato, come per fargli capire che non c'è nulla, proprio nulla da fare: «'O russo nun vo' vede' a nisciuno» [G. Lwow, "O' Russo ‘e Pusilleco". Nell'intimità della vita e del pensiero di Massimo Gorki, «Comoedia», 1926, n. 4, pp. 17-19 ].
Il russo che nella primavera del 1926 risiede nella bella villa napoletana è Maksim Gor'kij. Vive abbastanza appartato, trascorrendo la maggior parte del tempo nel suo studio affacciato direttamente sul mare. I napoletani conoscono bene la dimora dello scrittore così che "appena un vetturino, una guida, uno scugnizzo qualsiasi sentono parlare una lingua forestiera, ma che però a loro sembra russa, subito gli offrono i loro servigi per accompagnarlo o per fargli vedere, da lontano, magari, la casa dove abita Massimo Gorki" (ivi, p. 17).
Nel febbraio-marzo 1926 vive non lontano dalla villa il pittore Boris Grigor'ev, venuto in Italia per lavorare al ritratto di Gor'kij, esposto nell'aprile 1926 alla Biennale di Venezia.