Moglie di Viktor Pavlovič Kin, lo segue insieme al figlio Lev quando viene nominato corrispondente della TASS a Roma. Ricorda quegli anni in Rebus italiano:
(...) passo direttamente all'inizio del 1931, quando siamo arrivati in Italia. Gli ultimi anni erano stati relativamente tranquilli e il regime si era consolidato. Ma proprio nel 1931 l'idillio tra il fascismo e il Vaticano si era rotto... Sfortunatamente entrambi i partiti di massa antifascisti, socialisti e popolari, non avevano fiducia l'uno nell'altro e ciò aveva facilitato a Mussolini la presa del potere.
Nell’articolo Budu dumat’ tol’ko chorošo (Penserò solo bene, 1971) ripercorre gli anni romani, le amicizie e gli incontri con i connazionali che si fermavano a Roma (all’andata o al ritorno da Sorrento, dove facevano visita a Maksim Gor’kij). Tra gli ospiti di casa Kin – Isaak Babel’ che visse da loro alcune settimane, il pittore Aleksandr Jakovlev (1887-1938), lo specialista di malattie polmonari V.S. Chol’cman che curava Gor’kij, Samuil Maršak e molti altri.
Quando il marito è destinato in Francia nel settembre 1933, si trasferisce a Parigi e collabora con il consolato dell’URSS; stringe amicizia con Il’ja Erenburg, Il’f e Petrov, con il diplomatico Maksim Litvinov che ne apprezza il talento di scrittrice.
Dopo il rientro in URSS, quando il marito è arrestato nel 1937 con l'accusa di spionaggio e fucilato, viene condannata a 8 anni di detenzione in un lager e a 9 di residenza coatta (durante la sua reclusione il figlio muore in guerra).
Rientrata a Mosca, si inventa un nuovo lavoro per sopravvivere:
"nel 1956 una rivista letteraria cercava un consulente per l'Italia. Io allora non sapevo molto dell'Italia, sapevo di più della Francia, tuttavia mi feci avanti ed ebbi l'incarico. Fu così che cominciai a studiare l'Italia, leggendo libri, giornali, periodici" ("Corriere della sera", 18 gennaio 1992).
Negli anni Sessanta comincia a collaborare con “Novyj mir” di Aleksandr Tvardovskij, pubblica articoli sul movimento cattolico in Italia, sulle origini del fascismo, su differenti aspetti della vita sociale e politica italiana. Nel 1969 la rivista inizia anche a pubblicare le sue memorie Stranicy prošlogo (Pagine del passato, tradotte in italiano nel 1971), ma ben presto la pubblicazione viene sospesa.
Inizialmente non le viene concesso di recarsi all'estero. Per decenni studia l'Italia dai giornali e dalle conversazioni con gli italiani che frequentavano Mosca. La sua casa diventa un punto di riferimento per molti intellettuali italiani; tra gli amici più cari si ricordano Leonardo Sciascia, Indro Montanelli, Giulio Einaudi, Eugenio Scalfari, Alberto Moravia, Miriam Mafai, l'ambasciatore a Mosca Sergio Romano, Giulietto Chiesa, Indro Montanelli, Giancarlo Pajetta e Palmiro Togliatti.
Nel 1965 diventa membro dell'Unione degli Scrittori sovietici; è autrice di nove libri, di cui due pubblicati per la prima volta in Italia: Scelta o destino (Milano, Il Lichene, 1988) e Autoritratto in rosso (Roma, Lucarini, 1989). I suoi libri, che riflettono il panorama politico e culturale dell'Italia novecentesca, hanno contribuito in modo determinante in Russia alla diffusione e conoscenza della cultura italiana, con una particolare attenzione per l'area cattolica.
Negli anni Ottanta finalmente visita più volte l’Italia: nel 1983 è invitata dall’Università di Roma, nel 1985 è ricevuta dal presidente Sandro Pertini, comincia a pubblicare su riviste italiane (ad esempio, il saggio Gli scrittori della Resistenza italiana in “Nuova Antologia” 1987, № 550, pp. 381–394). Nel 1990 vince il premio Grinzane Cavour e nel 1991 il Racalmare Città di Grotte.
Bibliografia
Chiesa G. Cecilia Kin l’amica dell’Italia // La Stampa. 18.1.1992.
Cucurnia F. La piccola russa che amava l’Italia // La Repubblica. 18.1.1992.
Wainstein L. Tutti gli italiani di Cecilia Kin // La Stampa. 18.1.1992.
Romano S. Vita tragica di Cecilia Kin: perché amò l’Italia // Corriere della Sera. 13.2.2011.
Link
Giuseppina Giuliano, Vladimir Keidan
Scheda aggiornata al 11 giugno 2020Cecilija Kin nella sua casa di Mosca
http://www.eribertoguidi.it/lavoceOmero.html