Figlio di un mercante, dal 1872 risiede a Pietroburgo dove studia scultura con David Jensen alla Scuola di disegno della Società per la promozione delle belle arti (Obščestvo pooščrenija chudožestv). A partire dagli anni Ottanta realizza busti di personalità dell'arte, della letteratura e delle scienze russe, fra cui quello di Dostoevskij, poi acquisito da Pavel Tret'jakov. Partecipa alle esposizioni dell'Accademia di Pietroburgo, ottenendo premi e riconoscimenti.
Al 1882 risale il suo primo viaggio in Italia, a Firenze, dove studia per un anno all'Accademia di belle arti nella classe di Augusto Rivalta, guadagnandosi da vivere con la vendita di ritratti eseguiti da fotografie. L'anno successivo è a Roma, dove espone le sculture
Pescatore napoletano,
Testa di monaco e
David, ottenendo giudizi favorevoli da parte della critica italiana. A Roma lavora all'Accademia di belle arti, nel suo atelier in via Sistina e a Villa Medici, dove esegue disegni dal vero, e frequenta il Caffè Greco di via Condotti, ai tempi ritrovo di artisti di diverse nazionalità. Viene introdotto dallo scrittore Boyer D'Agen in Vaticano, dove esegue un busto di Papa Leone XIII, di suo nipote, il conte Pecci, e dei cardinali Mathieu e Rampolla.
Verso la fine del 1883 è costretto a lasciare temporaneamente Roma per mancanza di denaro e a tornare a Pietroburgo; qui matura la decisione di trasferirsi a Parigi, città dove si stabilisce definitivamente a partire dal 1885, tornando in patria solo di tanto in tanto per eseguire lavori su commissione. A Parigi studia con Michel Louis Victor Mercier e lavora al Museo delle cere Grévin, di cui diverrà direttore. Dal 1887 espone annualmente al Salon des Champs-Elysées e nel 1891 viene nominato socio onorario della sezione russa della Maison des Arts. All'inizio degli anni Novanta è considerato, insieme a
Mark Antokol'skij, lo scultore russo più celebre e apprezzato in Francia.
Mantiene i contatti con personalità della cultura, dello spettacolo e dell'aristocrazia italiana, per le quali esegue diversi busti su commissione. Fra queste il tenore Francesco Tamagno, il compositore e violinista Camillo Sivori, le ballerine Invernizzi, Ricotti, Sandrini e Torri e i marchesi di Montebello.
Nel febbraio 1894 viene invitato dal sindaco di Venezia Riccardo Selvatico a presiedere, insieme a Ivan Pranišnikov, il comitato di patrocinio per la Russia alla I Esposizione internazionale d'arte della città di Venezia, di cui Selvatico era stato l'ideatore.
Non riuscendo ad allestire una sala dedicata esclusivamente all'arte russa, Bernštam espone all'interno della sezione "Mostra internazionale" nella sala E del Palazzo dell'Esposizione due busti marmorei (uno di Renan e uno intitolato
La modestia) e uno bronzeo di Grévin. Nel 1897 in occasione della seconda edizione della mostra d'arte veneziana, espone i busti marmorei
Giovane fiorentina e
Ambrogio Thomas e il gruppo bronzeo
Gesù e la donna adultera, stroncato da Ugo Ojetti come opera "di una leziosa freddezza accademica" (Ojetti, p. 274).
Nel marzo 1908, in occasione della sua nomina a Cavaliere della Legione d'Onore, viene organizzato un banchetto sugli Champs-Elysées; fra gli invitati risulta anche lo scultore italiano d'origine russa
Pavel Trubeckoj.
Nel 1911, in occasione dell'Esposizione Internazionale di Roma ideata per i festeggiamenti del Cinquantenario dell'Unità d'Italia, espone all'interno del padiglione russo una scultura in gesso di Flaubert e due busti in bronzo di Marcelin Berthelot e di Louis Blériot. Suo è anche il monumento funebre di Pranišnikov, morto nel 1910, nel cimitero di Sainte-Marie-de-la Mer in Camargue.
Nota
Nelle fonti archivistiche e bibliografiche si incontra come Leopold Bernstamm.
Fonti archivisticheArchivio Storico delle Arti Contemporanee, Biennale di Venezia, Collezione autografi.
Bibliografia
I Esposizione internazionale d'arte della città di Venezia, Venezia, Visentini, 1895.
II Esposizione internazionale d'arte della città di Venezia, Venezia, Ferrari, 1897.
Bernstamm S.,
Léopold Bernstamm, sa vie - son oeuvre, con prefazione di C. Le Senne, Paris, Lapina, 1913.
Esposizione Internazionale di Roma, Bergamo, Istituto italiano d'arti grafiche, 1911.
Ojetti U.,
L'arte moderna a Venezia, Esposizione mondiale del 1897, Roma, Enrico Voghera, 1897.
Severjuchin D., Lejkind O.,
Chudozniki russkoj emigracii, Peterburg, Černyševa, 1994, pp. 76-79.
Schwarz K.,
Jewish Artists of the 19th and 20th centuries, New York, Philosophical Library, 1949, p. 118.
Matteo Bertelé